gushing prayer regia di Masao Adachi Giappone 1971
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gushing prayer (1971)

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locandina del film GUSHING PRAYER

Titolo Originale: FUNSHUTSU KIGAN - 15-SAI NO BAISHUNFU

RegiaMasao Adachi

InterpretiTen Sasaki, Hiroshi Saito, Kim Makiko, Kahoru Miya, Masaaki Hiraoka, Michio Akiyama, Yuji Aoki

Durata: h 1.12
NazionalitàGiappone 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1971

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Trama del film Gushing prayer

Yasuko, Yoichi, Koichi e Bill sono liceali giapponesi uniti da una reciproca promessa: usare il sesso cercando lì le risposte alla loro inquietudine e alla distanza con cui vivono il rapporto con la realtà. La sfida di adolescenti è al mondo degli adulti

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Voto Visitatori:   8,83 / 10 (3 voti)8,83Grafico
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Voti e commenti su Gushing prayer, 3 opinioni inserite

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alex94  @  03/01/2023 11:54:09
   8 / 10
Adachi continua la sua analisi sul sesso in quella che probabilmente è la sua pellicola più compiuta.
Un film durissimo,cupo,funereo più disperato che erotico, l'impotenza di una generazione che diventa quella di un intero paese.
Avvolto in un torbido e gelido bianco e nero è probabilmente il capolavoro di Adachi che dopo questo lavoro si farà tre decenni di guerriglia in Palestina.
Da riscoprire.

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2023 22.10.23
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Gabo Viola  @  06/08/2012 04:11:03
   9 / 10
Ari-quoto Ciaby che mi precede sempre :) Ci troviamo davanti alla perdita di valori peculiare di tante pellicole orientali degli anni '60 e '70. Corpi stagliati in un mondo gelido, mostruoso, fatto solo di palazzi di cristallo. L' inferno in terra.

Ciaby  @  24/01/2011 15:11:21
   9½ / 10

Il cinema è lotta. Rivoluzione. Masao Adachi mette in scena, in solo 72 minuti, il crollo di ogni ideale, il puro nichilismo per reagire alla scomoda realtà sociale post- '68 (e ricordiamo che in Giappone la rivolta studentesca è scoppiata prima che in Occidente ed è durata più a lungo) in Giappone, soprattutto tra i giovani. Il malessere, la ricerca di un'identità perduta, legata anche alla sconfitta con gli Stati Uniti, destinando la perdità di ogni orientamento, di ogni nazionalità, di ogni patriottismo.

Adachi esprime il dolore nipponico in una ragazzina di quindici anni che, con i ragazzi della sua compagnia, cerca una risposta all'apatia nella carnalità. Ed è erotismo libero, con il tentativo di far crollare un mondo basato sui soldi, dove anche il sesso diventa business. Ma non è libertà: severe regole vengono imposte al gruppo e quando Yasuko, innamorata del suo professore si concede a lui, trascinando insicurezze, responsabilità, e finendo nell'autodistruzione (è il Giappone?). Yasuko è bella, ingenua e agisce, dopotutto con i suoi auspici (per questo il film viene considerato da molti come "Uno dei pochi pinku femministi"), prendendo una decisione importante che riporta un altro elemento centrale, un tema ricorrente: la paura di crescere, il rifiuto di corrompersi, di entrare nella pura mediocrità.

E c'è il tema del suicidio, piaga anche del Giappone contemporaneo, trattato con l'assoluto rifiuto di ogni tabù. Tutto avviene secondo un preciso schema, quasi fosse una conseguenza naturale. Così come nelle relazioni di Yasuko, dove lei è un pezzo di marmo, sotto gli sguardi degli amici, altrettanto annoiati, emerge lo sguardo terribile e ironico di un regista controverso, che abbandonerà il cinema per combattere in Palestina per ben vent'anni.

Alta l'influenza dell'amico Wakamatsu: sbalzi da bianco e nero a colore nelle scene più intense, scelte monocromatiche (rosso, blu), musica acustica che coinvolge. Il film è uno splendido e disperato ritratto di ciò che avveniva in quegli anni nel Sol Levante, eloquenti le continue scene girate sulle auto della polizia, sui poliziotti che controllano, le manifestazioni, gli alberghi, le case vuote.

Un film spiazzante e crudo dove Adachi, con un budget ridicolo, attori non poi così eccezionali e 72 minuti, grida, struggendo.

Il cinema è lotta. Battaglia.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/12/2012 11.20.58
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