Trama del film Hunted - chi ha paura del lupo cattivo?
La compagnia dei lupi è migliore di quella dell'uomo". In un'epoca frenetica la donna incontra l'uomo. La donna balla con l'uomo. L'uomo bacia la donna.
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Lo schema è quello del rape&revenge. Quello che diversifica questo da tutti gli altri del genere è che da un certo momento in poi comincia volutamente a delirare non poco distaccandosi sempre di più dalla realtà. "Trasformazione" e delirio totale da parte della protagonista, non viene specificato il perchè o per il come, ma il film lascia chiaramente intendere che è la natura selvaggia (foresta, animali ecc.) ad andarle in soccorso trasmettendole magicamente una forza e determinazione quasi sovrannaturale rendendola folle e spietata praticamente come se si fosse drogata di chissà che cosa. Tutto ciò accade nella seconda parte, in cui lei da preda diventa predatrice. In effetti potrebbe non piacere la piega che prende il film, nonostante io l'abbia apprezzato, ma comprendo anche che il tutto potrebbe davvero risultare esagerato e fin troppo sopra le righe. A me tutta questa parte ammetto che mi abbia fatto abbastanza divertire, sottolineo comunque l'abbastanza, non mi ha convinto al 100%, magari si poteva gestire diversamente, però se non altro è proprio quello che lo rende un po' diverso da tutti gli altri che trattano questo genere di film. Non manca qualche evidente forzatura, e onestamente mi aspettavo un livello di violenza un po' più alto, ed anche più crudo, da questo punto di vista mi ha un minimo deluso. Bravi, seppur non eccelsi, i due attori protagonisti Lucie Debay ed Arieh Worthalter.
Per me no! Se la prima parte, complice anche buone recitazioni, è misteriosa ed interessante...assistiamo ad una seconda parte scontata e quasi delirante per non dire ridicola. Va bene che sin da subito si denota una certa nota ironica ma io non ho riso. Non saprei che altro dire perchè sono rimasto abbastanza deluso.
Survival- movie con tinte surreali ed una vena di black humor,uno strano miscuglio che però al di là di tutto funziona bene,evitando di cadere nella facile trappola del già visto e del grossolano. Ritmo sostenuto, confezione gradevole e cast in parte fanno il resto. Poi vabbè le incongruenze e forzature varie non mancano ma diciamo che vengono ben stemperate da un atmosfera a tratti quasi fiabesca. Niente male,non mi aspettavo un granche ed invece mi ha piacevolmente sorpreso,merita il recupero.
Una specie di revenge-movie, con suspense a buoni livelli e ambientazione perfetta: il bosco. E quale miglior teatro del bosco, per mettere in scena la caccia di Cappuccetto Rosso da parte di due predatori, due uomini psicopatici che girano snuff movies. Ovviamente l'istinto di sopravvivenza che nasce dall'essere in una situazione di estremo pericolo risveglierà il lupo, quello interiore. Rivisitazione in chiave moderna e un po' stereotipata della favola di Cappuccetto Rosso - da una parte la figura femminile, inizialmente preda. Dall'altra la figura maschile, qui rappresentata in modo dualistico, nel bene e nel male. Da una parte i due predatori, viscidi e violenti, che mal rappresentano l'uomo, o non lo rappresentano affatto. La parte migliore è invece rappresentata proprio dal Lupo: sa inteso come spirito di lotta, e quindi come bestia interiore, sia come parte più positiva dell'uomo, che usa la propria forza e la propria violenza per proteggere la donna. Non a caso, nella storia di prologo la donna della foresta fugge via a cavallo di un gigante lupo nero. Immagine che può alludere a qualcosa di sentimentale tra i due - la donna con il lupo, che è sì capace di atroce violenza, ma è dolce e protettivo, diversamente dai due predatori, abietti e meritevoli di essere eliminati dalla selezione naturale.
Mi è piaciuto molto anche il contorno: il rapporto malato tra i due uomini secondo me è reso bene. I ruoli interni dei due sono realistici in quanto i caratteri sono perfettamente simpatetici, l'uno sicuro e pieno di sé, l'altro dubbioso, fragile, timoroso e completamente sottomesso alla volontà e alla manipolazione dell'altro. Bello anche il prologo iniziale. Mi piace come tale prologo, che sembra così staccato dalla storia, abbia invece modo di inserirsi a sorpresa in essa. Merito di una buona sceneggiatura, non scontato vista la semplicità degli eventi. Bella anche la regia, soprattutto quando la narrazione compie un paio di salti abbastanza inaspettati. Promosso assolutamente.
Quello che più non mi ha convinto è l'assurdità di tante scene , veramente troppo forzate e inverosimile .. Per il resto come originalità magari potrebbe anche starci ma salverei solo l'ambientazione e qualche scena "gore" realizzata bene , nulla più .
Per me è una grande cag4ta ma i personaggi sono così allucinati che potrebbe anche piacere a qualcuno. Storia piuttosto classica, con il villain di turno che bracca la sua preda in un bosco lasciandosi dietro la classica scia di sangue, per poi diventare da cacciatore a preda. Scene che sconfinano nel ridicolo, credo volontario, miscelando thrilling, gore (per la verità non troppo accentuato) e dramma. Il risultato non è, a parere mio, così esaltante da meritare un voto positivo visto che le fesserie sono piuttosto visibili, per i miei gusti, e la visione non offre niente che non si sia già visto in altre pellicole del genere.
Non è male questo Hunted a patto che si faccia un buon patto con la sospensione dell'incredulità. La rilettura di Cappuccetto rosso è interessante e sia la vittima che il suo predatore sono tratteggiati bene, specialmente il secondo. Una discesa nelle spire selvagge della natura dove l'animo umano lascia il posto agli istinti primordiali della sopravvivenza.
Vincent Parannoud già co-regista del bellissimo "Persepolis" (se non l'avete visto consiglio caldamente il recupero), torna a trattare il ruolo della donna nella società attuale. L'introduzione è affidata a un racconto popolare in cui vengono confrontate le motivazioni dell'uomo e quelle della belva. Ad uscirne meglio è ovviamente la belva, nello specifico il lupo, villain per eccellenza del mondo favolistico, qui evocato in modo spudorato. Sin dagli abiti della protagonista si evince facilmente di essere in una versione aggiornata della storia di Cappuccetto Rosso, omaggiata più volte in modo assai arguto. Da una parte abbiamo quindi l'ingenua ragazza in pericolo, dall'altra il male in persona: una giovane donna trascinata in un bosco isolato dovrà quindi lottare contro il suo lupo, ovvero uno psicopatico assassino produttore di snuff movie. Un survival movie che parte da assunti misogini esposti in una netta dicotomia maschio/femmina, per poi mostrare come i ruoli si possano invertire, influenzati da una natura umana ferina per indole. Ne esce un survival-movie con relativa revenge (ma senza rape a questo giro) che regala adrenalina in abbondanza a patto di sorvolare su una parte centrale in cui la gestione della tensione perde colpi. I personaggi sono volutamente appena accennati, poca importanza riveste il loro background, in quanto elementi di una lotta primordiale nota in tutto il mondo e reiterata in ogni angolo di esso, in cui gli addendi possono mutare forma e ruolo pur mantenendo inalterato il risultato finale: violenza e morte.