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Il Caimano, al contrario di quanto dicono certi fessi che hanno il cervello fritto da troppi squallidi dibattiti televisivi tra politici ignoranti (di cui una gran parte non ha visto neanche il film), non è un film politico o di propaganda e soprattutto non è un film fatto per influenzare le elezioni; ma è un film sull'Italia di oggi e soprattutto sul CINEMA. Il film è un ritratto molto pessimista della nostra società e in particolare della nostra cultura. Da un lato abbiamo una crisi di coppia, con il bravissimo Orlando, in crisi sia come padre che come marito, ma allo stesso tempo anche come regista. Il film se ha qualcosa da denunciare è proprio di quanto sia scesa in basso la nostra "italietta" qualunquista, e la questione di berlusconi ne è solo un riflesso e non una causa. Tra registi in ritiro, vogliosi di disimpegno (lo spassoso cammeo di moretti stesso, in auto), tra vecchie glorie che pur di lavorare scendono a compromessi con squallide produzioni televisive e attori fintamente ricoperti di una patina di intelletualismo e impegno politco che alla fine pensano solo ai soldi e a sedurre qualche giovinetta, Silvio Orlando rappresenta un commovente esponente di chi il cinema lo fa con passione ma che allo stesso tempo non riesce a superare le sue crisi personali. Il cinema rappresentato è spassoso (vedi gli spezzoni dei vari film del passato) ma è anche intelligentemente nostalgico, è un omaggio al cinema italiano artigianale che fu, fatto con pochi soldi ma grande entusiasmo, che cede impietosamente sotto i colpi di una demolitrice, ma che attraverso l'entusiasmo di una giovane regista che sogna di fare ancora quel cinema, riesce a rivivere nelle sequenze finali (davvero mitiche). Il personaggio della Trinca è sì un po' irritante e a tratti stereotipato, ma regge benissimo proprio nel suo contrappunto con Orlando, con le sue fisse e i suoi moralismi tipicamente morettiani...