il canto del cigno (2021)

Film di fantascienza, un po' alla Black Mirror, che offre spunti interessanti. Ottimo il (doppio) protagonista Mahershala Ali. Buono.

Film senza grandi pregi ma tutto sommato ha un suo perché.

Il canto del cigno con tiene in sè delle riflessioni interessanti, interrogativi non banali che anche dopo la visione rimangono. Non è un film usa e getta ed in questo va dato atto con merito. E' un prodotto che rimane ambiguo su certi temi o su come viene interpretato. Può essere visto come un film che affronta il tema della morte dove la tecnologia offre la scappatoia per evitare il trauma del lutto della perdita nei confronti della propria famiglia, ma che in fin dei conti è un inganno che innesca gelosie nei confronti del clone ed il rimandare quel distacco che sarà definitivo. Ma può essere visto come spunto filosofico dove la morte di Cameron offre la possibilità di un nuovo Cameron che cambia nel profondo, nel momento in cui il rapporto con la moglie comincia sia pur lievemente ad incrinarsi. Nonostante questo bisogna rilevare l'ottima interpretazione di Ali che riesce a dialogare con se stesso e combattere contro se stesso. Il suo duplice personaggio offre svariate sfumature e malgrado qualche caduta nella parte, è un film meno superficiale di quanto uno si aspetti.

L'idea non sembra nuova ma lo sviluppo, seppure con qualche incongruenza e ingenuità, si propone in maniera interessante, ponendo alcuni quesiti etico-morali di un certo spessore ma decisamente teorici e inverosimili, al momento attuale.
IL CANTO DEL CIGNO è un prodotto d'intrattenimento che però pone al centro di tutto i sentimenti, argomento che esiste ed esisterà sempre, riuscendo a coinvolgere lo spettatore in maniera discreta, offrendo anche momenti piuttosto intensi come il finale.
Bene cast e regia, per un prodotto fruibile senza affanni.