kotoko regia di Shinya Tsukamoto Giappone 2011
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locandina del film KOTOKO

Titolo Originale: KOTOKO

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiShinya Tsukamoto, Cocco

Durata: h 1.31
NazionalitàGiappone 2011
Generedrammatico
Al cinema prossimamente

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Trama del film Kotoko

Kotoko è una giovane madre affetta da turbe psichiche, tra le quali spiccano la tendenza all'autolesionismo, che la spinge a procurarsi ferite sul corpo per sentirsi viva e reale, e una particolare forma di sdoppiamento della visione, che le fa apparire, accanto a ogni individuo che incontra, un duplicato malvagio e pericoloso sempre pronto a minacciare la vita di suo figlio. Solo la passione per il canto, supportata dalla splendida voce di Kotoko, riesce in parte a lenire l'ansia e le crescenti tendenze ossessive della donna; ma il bambino le sarà presto sottratto dai servizi sociali, che la giudicano incapace di prendersene cura. L'incontro con uno scrittore di successo, di lei segretamente innamorato, rappresenterà tuttavia per Kotoko una nuova possibilità di recupero dell'equilibrio, seppur portata avanti in modo singolare e più che mai precario.

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Voto Visitatori:   8,69 / 10 (8 voti)8,69Grafico
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Voti e commenti su Kotoko, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  14/09/2023 17:46:04
   8½ / 10
Tsukamoto ci conduce per l'ennesima volta in un viaggio all' interno di una mente disturbata in cui realtà ed incubo si confondono.
La malattia mentale mostrata per quello che è,senza filtri con le sue esplosioni di follia e le brevi parentesi di quiete.
Struggente e crudo,senza mai essere compiaciuto, splendidamente interpretato con la cantante giapponese Cocco che con la sua iperespressivita fa la parte del leone.
Regia semplice, ravvivata tal volta da luci e colori,che trasmette quasi la sensazione di essere lì con la protagonista.
Una pellicola da vivere,un'altra grande prova del maestro giapponese.

Signor Wolf  @  15/03/2022 00:05:52
   8½ / 10
Tsukamoto crea un rollercoast emozionale in cui intrappola la protagonista e tutto il pubblico, vorrei rivederlo ma non credo di farcela. riesco a rivedere The Haze ma il realismo di Kotoko seppure esistente solo nelle visioni di questa madre lo rende un film dilaniante, forse questa volta Tsukamoto ha esagerato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  01/10/2013 14:28:13
   8½ / 10
La consapevolezza di non poter essere madre adeguata e la disperazione che ne consegue. Da questo toccante tema nasce il tormento viscerale generato dalla follia e da duplici visioni che infestano la mente della protagonista, forse causate da un compagno - in realtà mai esplicitato come tale - adorabile con il bimbo ma violento nei confronti della moglie.
Kotoko, questo il nome della protagonista, rimasta sola con Daijiro, matura una sorta di iperprotettività nei confronti del piccolo che la inducono ad assumere atteggiamenti pericolosi non solo nei confronti di se stessa, tra l'altro già tendente all'autolesionismo. Il baratro della follia la invoca con crescente insistenza, e a Kotoko viene tolto il figlio. La rinascita sembra passare per la bizzarra e sadomasochistica relazione con uno scrittore (il regista stesso) che le consente di riconquistare l'affidamento del pargolo ma non quella stabilità che per un attimo ha fatto capolino.
Paura e momenti di alta commozione, squarci di precaria felicità e un pizzico di ironia: Tsukamoto scava nella mente della donna restituendone un profilo dissennato coscientemente e di conseguenza divorato da ciò. Lo stile frenetico del regista nipponico si ravvisa nei momenti più drammatici anche se i deliri cyberpunk riecheggiano lontani, siamo più in un contesto intimista sottolineato dalla colonna sonora affidata alla voce della protagonista, ovvero la cantante Cocco che si rivela interprete di notevole potenza espressiva.
Realtà e allucinazioni si rincorrono, non vi è certezza perchè i due stati si mescolano; lo scrittore stesso potrebbe essere il frutto di una mente che ha bisogno di un placebo psichico per ritrovare stabilità aderendo al ruolo che le compete. Tutto è urlato in faccia attraverso scene al limite dello shockante, Tsukamoto risparmia poco riuscendo comunque ad ammorbidire attraverso delicate connessioni la condizione della poveretta, il cui istinto materno brucia in un corto circuito di sofferenza pura, intriso di riflessioni e pensieri toccanti che lasciano spazio ad una condizione di enorme pena.

TheLegend  @  20/04/2013 17:04:20
   7 / 10
Viaggio nella follia di una donna raccontato attraverso lo sguardo di un altro folle come Tsukamoto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/04/2013 15:00:04
   8½ / 10
Kotoko provoca una tale quantità e qualità di emozioni difficili da descrivere, perchè tali emozioni si vivono. Si vive nella follia una donna dalla mente martoriata e lo stile di regia di Tsukamoto si adegua alla perfezione all'instabilità degli stati d'animo della donna, alle sue visioni sdoppiate, ai suoi momenti serenità, alla sua dolcezza. Corpo e mente a cui Cocco, l'attrice protagonista, offre un'adesione al personaggio che va oltre lo straordinario.
Kotoko è la poeticità di Vital con la claustrofobia di Haze dove c'è spazio per la follia e la serenità, la dolcezza e la crudeltà, il comico e il tragico senza che la retorica faccia minimamente capolino. E' una pellicola da lasciarsi trasportare e assimilare.
Due anni fa non riuscii a vederlo a Venezia e ancora lo rimpiango. Certamente relegarlo alla sezione Orizzonti, dove peraltro ha vinto, è qualcosa di scandaloso.

Badu D. Lynch  @  19/03/2013 13:29:32
   9½ / 10
Uno dei migliori film degli ultimi anni. La pellicola è un viaggio angoscioso nella mente, nello spirito e nel corpo di Kotoko, l'esplorazione di una personalità complessa e dissociata dalla realtà. Kotoko è un lamento esistenziale, malessere di vivere, prigione eterna. La paura di perdere un figlio viene palesata perfettamente dall'interpretazione superlativa di Cocco ; il timore di perdere una parte di se stessi, fa si che si inneschi un meccanismo di diffidenza, così da "vedere" la parte malvagia e negativa (il doppio dell'essere umano) di tutte le persone che stanno attorno alla protagonista. La libertà personale si annulla, la possibilità del fallimento, la costante preoccupazione di un'esistenza in bilico, inibiscono completamente Cocco, e la sola cosa che la fa sentire realmente viva è il dolore.
I simbolismi, presenti anche in altri film del regista, non mancano. Un pò Antichrist e un pò Eraserhead. Impossibile non lasciarsi trasportare da questa drammatica ed emozionante esperienza.
Cos'è reale e cosa non lo è?
"Tsukamoto is back!"

Ciaby  @  18/11/2012 15:56:53
   10 / 10
Può piacere o meno, il cinema di Tsukamoto, ma non si può discutere sul fatto che sia unico, irripetibile, inimitabile, denso e pregno di originalità e di un immaginario visivo straordinario. "Kotoko" conferma l'inesauribile vena artistica del regista, portandolo a realizzare quello che è uno dei suoi apici.
Tornano i suoi temi tipici (come il doppio insito nell'anima degli esseri umani), ma il risultato è di nuovo innovativo, originale, estremo. Cocco incarna una figura seducente, un personaggio ipnotico che ci trascina nella sua follia, nella sua malattia, nel suo male di vivere. E non condividerne il dramma è impossibile.
Capolavoro.

benzo24  @  13/11/2012 10:40:32
   9 / 10
Ci vuole tempo per assimilare e e capire questo lavoro straordinario di Tsukamoto, ma è un film straordinario, originale e fantastico, con delle trovate registiche geniali.

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