kuroneko regia di Kaneto Shindo Giappone 1968
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kuroneko (1968)

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locandina del film KURONEKO

Titolo Originale: YABU NO NAKA NO KURONEKO

RegiaKaneto Shindo

InterpretiNakamura Kichiemon, Otowa Nobuko, Taichi Kiwako, Sato Kei

Durata: h 1.47
NazionalitàGiappone 1968
Generehorror
Al cinema nel Maggio 1968

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Trama del film Kuroneko

In pieno periodo di guerra una madre e sua figlia vengono derubate, stuprate e uccise da un gruppo di samurai. Il rancore per la morte violenta permetterà loro di risorgere come spettri in cerca di vendetta…

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Voto Visitatori:   7,17 / 10 (6 voti)7,17Grafico
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Voti e commenti su Kuroneko, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  28/10/2024 12:51:50
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Splendido film di Kaneto Shindo, autore che avevo già apprezzato molto per "Onibaba", qui ci propone una storia horror con degli splendidi risvolti, fortissima emotivamente, dalla rabbia che sfocia nella pura vendetta ad una storia d'amore straziante, raccontando di queste due donne che vivono in un boschetto di bambù, madre e moglie di Gintoki, da poco partito per la guerra, che vengono violentate e uccise da un gruppo di samurai, da qui tramite un gatto nero, torneranno come spettri per prendersi la loro vendetta sui samurai.

Stilisticamente straordinario, è un film con un'atmosfera rarefatta, spesso sospesa tra realtà e illusione, aiutata dalla splendida scenografia della spettrale foresta di bambù, con la sua nebbia persistente e una luce che non riesce ad illuminare tutto creando uno sfondo oscuro, con la regia di Shindo che valorizza la componente surreale, con la comparsa delle inquietanti figure delle due donne che abborderanno i samurai di passaggio di lì per consumare la loro vendetta, straordinarie le sequenze degli omicidi, la prima è un capolavoro di suspense con dei tempi che si dilatano tantissimo, uno splendido uso del sonoro che approfitta dell'assoluto silenzio della casetta sperduta nel mezzo del bosco di bambù per accrescere efficacemente la componente ansiogena, così come sono straordinarie le comparse delle due donne spettro, spesso che sputano dal nulla, coi loro vetusti vestiti lunghi a coprire le gambe a dare come la sensazione di fluttuare, Shindo per una buona prima parte crea un'atmosfera spettrale e rarefatta straordinaria, a metà tra la ghost story più suggestiva e il folk horror nipponico.

La seconda parte, col ritorno di Gintoki, la sua nomina a samurai per aver fatto fuori uno dei principali nemici dell'esercito e col compito assegnatogli di trovare e uccidere il mostro che ha fatto fuori i samurai, diventa parecchio più drammatica, con l'uomo che incontrerà queste due donne uguali alla moglie e alla madre non capacitandosene, il rapporto ovviamente si evolverà, ma il destino è spesso crudele, lo spettro della moglie cercherà di passare più tempo possibile col marito, rompendo il patto di dover uccidere tutti i samurai e dopo sette notti verrà condannata agli inferi, dilaniante la sequenza in cui Gintoki torna nel bosco e non la trova più, così come si accende particolarmente nel finale nello scontro in cui il samurai sembra non riconoscere più sua madre, in quanto la scambia per un demone che ha preso le sue sembianze.

Dal bianco e nero elegantissimo, capace di creare una forte luce volumetrica che riesce ad essere anche ben diffusa, è un film estremamente suggestivo, che passa da una prima parte di orrore e vendetta ad una seconda emotivamente straziante, semplicemente stupendo, grandissimo Kaneto Shindo.

ferzbox  @  08/04/2015 21:11:54
   7½ / 10
Storia fantastica medievale ambientata in Giappone con diverse sfumature drammaturgiche.
In primis è sicuramente orrorifico,dato che si parla della vendetta di due donne che tornano dalla morte sotto forma di spettri e con propositi di vendetta verso tutti i samurai (responsabili della loro morte).
Tuttavia il film è anche una storia d'amore(di quelle classiche orientali) dove il marito di una delle due(assente durante il loro omicidio perchè in guerra) torna a casa dopo essere diventato a sua volta un samurai.
Il confronto con lo spettro della moglie mostra anche venature sentimentali e commoventi,per portare ad un finale piuttosto drammatico e grottesco.
Non male direi,la sceneggiatura è abbastanza originale,forse non molto scorrevole ma curioso;In un certo senso si può vedere come una sorta di anticamera ai famosi attuali fantasmi orientali nati con "Ringu" & company...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/08/2014 13:58:21
   7 / 10
Kuroneko ripercorre le strade del precedente Onibaba in più di un elemento, togliendo l'aura di epicità ed eroismo alla figura del samurai mostrato come una bestia crudele e senza pietà. La prima sequenza è straordinaria per rendere bene il concetto appena detto. Il tema della vendetta è il leit motiv che muove la storia in cui i personaggi vivono un profondo tormento personale tra dolorose perdite e mancanza di una redenzione che impedirà quella pace interiore che anelano ma che dovere da una parte ed una vendetta dall'altra impedisce una qualsiasi riconciliazione. Suggestive le atmosfere notturne rese in maniera convincente da una fotografia molto curata. Non raggiunge comunque il fascino di Onibaba, pellicola migliore e più riuscita.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  24/10/2013 08:53:21
   7 / 10
La prima scena di Kuroneko è da antologia, sia per il modo di girarla asciutto, crudo e senza fronzoli; sia per la raffigurazione dei samurai come di una banda di vili e ignoranti assassini e stupratori. Samurai che verranno dipinti anche nel resto del film come una manica di avidi arrivisti senza alcun senso dell'onore, che vogliono solo donne, soldi e potere e che sentendosi onnipotenti credono di poter avere tutto ciò che vogliono.

Per il resto Kuroneko è apprezzabile sicuramente per la bella messa in scena per cui trae ispirazione dal teatro, ma una generale mancanza di ritmo può rendere un po' pesante la visione.

gianfry  @  11/11/2011 12:52:40
   7½ / 10
THE GRUDGE & Company ante litteram: donne fluttuanti tra i boschi che succhiano il sangue di giovani samurai...
Si potrebbe descrivere molto semplicemente così, se vogliamo, la sintesi di questo strano horror giapponese di Kaneto Shindo, già autore dell'accattivante ONIBABA. KURONEKO è fondamentalmente la storia di una vendetta, gli spiriti vendicativi di due donne (madre e figlia) che, violentate da un gruppo di samurai e successivamente arse vive nella loro casa, tornano per placare la loro sete di sangue. Il gatto nero del titolo, è quello che si vede all'inizio "prendere possesso" dell'anima dai corpi martoriati delle due. Il punto forte della sceneggiatura resta, in ogni caso, il rapporto conflittuale che si viene a creare tra la madre (spirito) e il figlio samurai che, tornato dalla guerra, è costretto a combatterla. Certe sequenze poi, riescono a mettere anche dei brividi di paura (come quella in cui la donna si specchia sulla pozza d'acqua). Forse lo preferisco a ONIBABA, ma di quest'ultimo è d'obbligo un'altra visione.
Molto bello!

Ciaby  @  03/07/2009 19:37:28
   6 / 10
Cinema di fantasmesse lungocrinite ben prima del boom Ringu.
Kaneto Shindo, regista nipponico creatore di intriganti horror come "Onibaba" e drammi intensi come "L'Ile Nue" firma un altro horror dal titolo "Kuroneko" (Gatto Nero). Il problema qui, al contrario di "Onibaba" è che il ritmo è decisamente estenuante. Sarà per l'età o che è un horror d'autore, ma il film non regge il confronto con lo sconvolgente "Onibaba" e si getta nella noia.
Regia ovviamente superba, recitazione sopra la media e sceneggiatura eccelsa.

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