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La O'Hara tieni in piedi la baracca, ha sulle spalle tutto il film, recita e lo fa con la consueta professionalità, il fratello però investito di una certa autorità in fase di produzione e sopratutto di montaggio, pone troppi limiti ad un Peckinpah ancora privo di autonomia, al suo primo lungometraggio, ricorda un po le grane sul montaggio che toccarono anche i primi anni di Cassavetes, proprio ad inizio sessanta con Stanley Kramer. Sembra un tentativo di rievocare i fasti fordiani della O'Hara, lo stesso Brian Keith, recupera il background recitativo di Wayne, ma più che rimembrare l'originale dittico di 'The Quiet Man' assomiglia alla macchietta sbiadita. Prosaico, si rifarà l'anno successivo.