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Esordio pedissequo, l'ho visto anche in lingua originale sperando ci fosse qualcosa da sottrarre all'insofferenza, invece nulla, solamente le espressioni dell'O'Hara e la colonna sonora, come nella versione italiana ridoppiata, non fanno annegare completamente questo piccolo western.
Esordio di Peckinpah, diciamo che effettivamente ha la fama che merita, è quel film rinnegato anche dal regista, ancora acerbo e che non è riuscito ad imprimere una visione personale o comunque un po' del suo stile sulla pellicola, è un'opera scritta malino con una sceneggiatura un po' pasticciata che a modo suo vorrebbe trattare il tema della redenzione, poi presente in altre sue opere e allo stesso tempo quello della vendetta ma finisce per ingarbugliarsi su se stessa, con decisioni durante il progredire del plot palesemente forzate, ma oltre ad un problema di scrittura, la messa in scena risulta molto blanda, la gestione dei tempi, piena di momenti morti per nulla funzionali alla narrazione, una regia e un montaggio che tendono ad appiattire la vicenda, - la parte centrale, durante il viaggio, sembrava interminabile - ad oggi definibili televisivi e degli interpreti tutt'altro che a loro agio nei ruoli, rendono il film un dimenticabilissimo capitolo della carriera di un autore che più avanti avrà un'importanza magistrale per il genere, ma ci sta, tutti hanno fatto i loro errori di gioventù.
L'esordio di Peckinpah alla regia di un lungometraggio è di quelli che lasciano il segno...in negativo. Un western pallido, sceneggiato in maniera grezza e palesemente ingenua, tanto che le assurdità non si contano e ne invalidano il risultato, mostrando poca lucidità, poca convinzione e poca fluidità d'azione. Il cast stesso non pare in grande spolvero, offrendo prestazioni opache e non all'altezza del proprio nome e tutto il film risente di una certa staticità, stentando a coinvolgere e, soprattutto, convincere lo spettatore.
Io non mi sento di demolirlo proprio per i motivi che ho letto, cioè il fatto che il film è stato manipolato pesantemente. Quindi sebbene ciò sono riuscito ad apprezzarne soprattutto due aspetti: una fotografia decisamente più realista di molti titoli western dell'epoca e un uso del sonoro particolare, forse a tratti eccessivo, ma per certi aspetti anche interessante. Per il resto, concordo con molte delle critiche mosse. Sarà che sono troppo fanboy di Peckinpah ma gli voglio dare almeno un 6.
In molti dei miei commenti su film che hanno sulle spalle un certo numero di decenni mi ritrovo spesso a elogiare le performance degli attori, spesso la ciliegina sulla torta di pellicole già di per sé interessanti. Beh, qui non posso proprio farlo.
Innanzitutto il film è brutto, punto!! La sceneggiatura avrebbe potuto anche risultare promettente... già, avrebbe... peccato per lo svolgimento della trama alquanto ridicolo, per non parlare di un montaggio orrendo e una colonna sonora troppo invadente. Peckinpah qui al suo primo lungometraggio toppa sotto parecchi punti di vista, anche se c'è da sottolineare le condizioni in cui fu costretto a girare... su tutte l'impossibilità di montarlo come avrebbe voluto. Probabilmente anche per questo è arrivato a rinnegarlo!
E poi c'è appunto il cast, spesso l'ultima ancora di salvataggio per pellicole non certo entusiasmanti. Beh, mi duole ammetterlo ma è piuttosto mediocre: Keith inadatto al ruolo, mentre Cochran e Willis non mi hanno trasmesso niente di niente. Unica nota lieta (e non solo perché ho un debole per lei) risiede nella componente femminile del cast, una O'Hara qui costretta a tenersi sulle spalle l'intero fardello di una pellicola davvero mediocre. Ovviamente non può fare i miracoli, ma la sua interpretazione è la sola componente del film a superare ampiamente la sufficienza. Ennesima dimostrazione delle capacità e della professionalità della bellissima attrice irlandese, da sempre troppo sottovalutata. L'Academy, però, pare essersene accorta dato che mi pare di aver capito sia tra le candidate per l'Oscar onorario. Discorso O'Hara a parte mi sembra di aver già detto tutto.
La O'Hara tieni in piedi la baracca, ha sulle spalle tutto il film, recita e lo fa con la consueta professionalità, il fratello però investito di una certa autorità in fase di produzione e sopratutto di montaggio, pone troppi limiti ad un Peckinpah ancora privo di autonomia, al suo primo lungometraggio, ricorda un po le grane sul montaggio che toccarono anche i primi anni di Cassavetes, proprio ad inizio sessanta con Stanley Kramer. Sembra un tentativo di rievocare i fasti fordiani della O'Hara, lo stesso Brian Keith, recupera il background recitativo di Wayne, ma più che rimembrare l'originale dittico di 'The Quiet Man' assomiglia alla macchietta sbiadita. Prosaico, si rifarà l'anno successivo.
L'inguardabile "prima volta" di Peckinpah. Sara' che erano alte le aspettative ma questo western fa acqua da tutte le parti. Gente che cerca vendetta ma decide di aspettare salvando dalla forca il suo obbiettivo...altri che prima cercano di uccidere il protagonista,poi passano dalla sua parte cedendogli la pistola per poi tornare contro di lui...ma che succede? Errori di gioventu'...
Ero piuttosto curioso di vedere il primo film di Peckinpah ed ora capisco perchè lo abbia rinnegato e l'abbia fatto sparire dalla circolazione per tanto tempo ! La mano di quello che sarebbe a breve diventato un maestro del cinema western si vede poco o niente in questa pellicola mal scritta ( storia illogica con tanti particolari che non stanno in piedi ! ) , con un cast modesto ( Keith è inadatto al ruolo e Cochran me lo aspettavo meglio ! ) e con una colonna sonora indecente. Si salva solo la O'Hara , brava attrice e gran bella donna . Come attenuante si può dire solo che pare che il montaggio finale sia opera del produttore e non del regista ! Perciò non voglio infierire.