Ormai nell'occhio di un agente dell'Interpol, un trafficante di armi comincia a fare i conti con la sua coscienza e con i rimorsi legati al suo lavoro..
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Ci sono,essenzialmente,due approcci che un regista può adottare per parlare di tematiche molto serie.Può trattarle in maniera seria e impegnata,rischiando di rendere pesante la visione,ma creando un potenziale emotivo altissimo che non può lasciare indifferenti,come è il caso degli eccellenti Syriana,Traffic e Blood Diamond,forse i migliori esempi recenti. E poi c'è un altro approccio,quello in cui si cerca di sdrammatizzare l'argomento,per rifletterci in modo più leggero e ironico,ed è il caso di Persepolis o Good Bye,Lenin!,che ci riescono discretamente(ma i film citati sopra sono di tutt'altra pasta).Questa è la strada scelta da Andrew Niccol per un tema così serio eppure così trascurato,e ci riesce solo in parte,e sicuramente meno rispetto ai due titoli di cui si parla sopra,che comunque hanno in comune solo l'approccio di partenza.
"Lord of war",basando tutto sul protagonista e sulla sua voce narrante,gira per tutta la sua durata intorno ai danni e ai finanziatori di questo lavoro senza discuterli davvero(non bastano le statistiche),se non nell'ottimo finale.Fino a li si segue abbastanza bene,anche se spesso arranca per colpa di personaggi secondari molto deboli e di una certa prevedibilità in alcune scelte volutamente scorrette.Non convince del tutto la facilità con cui,solo grazie ad un'ispirazione casuale messa li per fare effetto,il trafficante d'armi raggiunge il successo,come se mettersi a contrabbandare armi fosse la cosa più semplice del mondo.Va meglio col personaggio della moglie,che si viene a trovare in una situazione interessante,a cui si poteva dedicare più spazio.
Niccol alla macchina da presa garantisce un certo livello con vari guizzi visivi,purtroppo la fotografia è troppo patinata,sembra quella di un film d'azione.Fortunatamente Cage è adatto ad un ruolo del genere e salva spesso la baracca,soprattutto nei dialoghi con un Ethan Hawke raramente così trascurabile,svalorizzato dalla sceneggiatura.
In conclusione,il messaggio arriva e in questo le sequenze di apertura e di chiusura funzionano bene.Ma con un argomento così importante,ci sarebbe voluta una maggiore incisività,mentre qui si ondeggia fra l'agiografia e la denuncia al sistema globale,ma non basta una frase perché questo arrivi con forza.E' un prodotto interessante per l'approccio e per il tema,ma onestamente vedo il bicchiere mezzo pieno e penso che si potesse e si dovesse fare di più.Per essere uno dei primi film che ne parla così direttamente,ci si può accontentare..