mandara regia di Akio Jissoji Giappone 1971
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mandara (1971)

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locandina del film MANDARA

Titolo Originale: MANDARA

RegiaAkio Jissoji

InterpretiShin Kishida, Kôji Shimizu, Hiroko Sakurai

Durata: h 2.35
NazionalitàGiappone 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1971

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Trama del film Mandara

Siamo nel pieno dei tumulti studentesco universitari. È la storia di due amici: Shinichi, ex-rivoluzionario rosso, ma ora disilluso dal futuro, che conduce una vita allo sbando, senza più ideali. Hiroshi, più forte, un eterno rivoluzionario. Individualista ma anche espansionista. Si trovano con le loro rispettive fidanzate in un singolare motel sulle rive del mare. Fuori un castello; dentro un labirinto dall'architettura asimmetrica che mi ha rimandato immediatamente alle descrizioni di edifici titanici e sconosciuti che H.P. Lovecraft faceva nei suoi scritti. Shinichi rimane ancora un giorno. Insieme alla sua compagna si trovano sulla spiaggia dove spensieratamente giocano e si divertono, quando vengono aggrediti da due individui; entrambi perdono conoscenza e lei subisce anche lo stupro.Ritornati nella loro città, Kyoto, ripensano all'accaduto e alla possibilità che il gesto possa essere stato pianificato da qualcuno. Per questo, sospettando del titolare del Motel, decidono di ritornarvi. Lì troveranno la verità sul loro incidente. Si tratta di una setta d'ideologia Buddhista che ha creato il suo piccolo mondo tra i boschi lontano dal mondo e del tutto autosufficienti. Portano avanti un'idealogia utopica, basata sull'annullamento del tempo e quindi del futuro. Dell'erotismo in sostituzione del mero rapporto sessuale, limitato esclusivamente alla semplice riproduzione.L'unica persona soggetta ad amplessi ripetuti, è la sposa della guida spirituale della congrega, che si ritiene sia costantemente profanata dagli dei, i quali a loro volta dimorano in essa e usano la sua bocca come tramite per comunicare. Shinichi rimane attratto da questo mondo sconosciuto e decide di restare. Ma se guardiamo indietro ai suoi discorsi, capiamo che c'erano già molte affinità tra lui e i membri della setta prima ancora di conoscersi. Anche Hiroshi ritornerà su quella spiaggia.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (3 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Mandara, 3 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/04/2023 21:20:28
   8 / 10
Mandara non è un film per tutti. Riflette gli umori di un periodo molto turbolento nel Giappone post 1968. Le due figure degli studenti evidenziano un modo opposto di approcciarsi alla società giapponese: che vuole una rivoluzione continua, combattendo sul campo per eliminare ogni classe sociale e chi da tale società vuole fuggire cogliendo l'opportunità di questo pseudo culto dove il tempo viene annullatoe vivere un'esistenza completamente alternativa ed autosufficente. A livello formale è un film straordinario ed ancora attuale per le scelte di regia molto prrcise e studiate, con uso di grandangoli e doly che fanno percepire una realtà diversa o distorta rispetto alla piattezza di Kyoto. Bellissima la sequenza del baccanale: può sembrare una catarsi, ma in realtà rivela soltanto il lato animalesco e bestiale dell'individuo. E' un film che offre tantissimi punti di riflessione. Anche vero che alcuni passaggi sono criptici, quasi sicuramente molto legati alla filosofia buddista. Un film fuori dalla norma.

Gabo Viola  @  06/08/2012 02:25:42
   8 / 10
Quoto il bellissimo commento di Ciaby in piano. Sono d' accordo su tutto. Incredibile quanto la tencica di questo film sia ai livelli (esagero?) di Kubrick o Leone tanto per intenderci. I movimenti di macchina e la fotografia sarebbero da studiare a scuola. Per quanto concerne la sinossi, beh: leggete il commento precedente.

Ciaby  @  21/04/2010 14:34:23
   8 / 10
Akio Jissoji è uno dei più grandi registi giapponesi di quella che è una delle ere più affascinanti del cinema nipponico, ovvero la new-wave anni '70.
Ora, praticamente, dedicatosi al cinema di serie-z (tra sci-fi e pinku introvabili), Jissoji era in realtà uno dei tanti caposaldi (con Yoshida, Matsumoto, Teshigahara, Terayama e Wakamatsu) di quell'universo surreale, agghiacciante, feroce, ma bellissimo.
"Mandara" testimonia tutta la creatività del regista e conferma un talento visivo che non ha eguali.

La prima cosa che scatta nella visione di "Mandara" è, infatti, la capacità di Jissoji di realizzare una cornice formale incredibile, mai vista prima d'ora e all'avanguardia anche ai giorni nostri, con inquadrature inusuali, ma studiate, con un ampio uso del dolly, del grandangolo, di inquadraturse vorticose in spazi stretti (straordinarie le scene iniziali girate nell'hotel, con punti di vista diversi in un ambiente che nulla a che vedere con quello di un albergo, ma pare, uno spazio più mentale, labirintico), accompagnandosi con colori di rara intensità (grigi, marroni, sbalzi di rosso, di bianco e nero...).

Il risultato è cromaticamente e tecnicamente perfetto, ma anche con la colonna sonora, Jissoji riesce a realizzare un'atmosfera malata e indimenticabile, grazie all'ossessivo organo spettrale che incute timore e malattia psicologica.

E' il contenuto del film che rende difficile la visione, purtroppo. Non fraintendetemi. I contenuti ci sono eccome e, mai sono stati così forti, profondi, studiati e approfonditi: ma, purtroppo, come spesso a case nei film d'élite, bisogna conoscere precedentemente cose come la situazione politica giapponese degli anni '60-'70, i movimenti delle rivolte studentesche, il buddhismo, la filosofia, le teorie utopistiche...e molto altro.
La scarsità di conoscenza di questi contenuti non permette di comprendere fino in fondo un film bellissimo, ma ostico, che sarebbe impeccabile se lo spettatore fosse già preparato e onniscente.

"Mandara" resta comunque un film bellissimo, un caposaldo del cinema giapponese, che nonostante una lunghezza chilometrica non annoia. E' un film recitato alla perfezione (lei, pur non essendo una stradio*, uccide con lo sguardo e trasuda fascino da ogni poro) e con momenti eccezionali (i primi venti minuti strappano il cuore, il finale distrugge e spiazza).

Un film indimenticabile, ma non per tutti.
Ora fremo nel vedere l'altro grande classico del regista: "This Transient Life".

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