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Manhunter è nel personale novero dei film perfetti. Quando l'elegante ed estatica regia di Mann si sposa con la fotografia da stato dell'arte di Spinotti e con le musiche evocative da stasi trascendentale di Michael Rubini, il capolavoro senza tempo è servito.
E' straordinaria interpretazione di Brian Cox nei panni del Dr. Hannibal Lecktor, inquietante e spaventoso. William Petersen si ripete nei panni di un poliziotto dopo il fiammeggiante Vivere e morire a LA, ma se lì era vivace e spaccone, nel capolavoro di Mann è disilluso e malinconico senza perdere in acume. Tom Noonan è angosciante nei panni di "Dente di fata", che con lucida razionalità, con la sua stazza da gigante e l'espressione fredda, distante, uccide trasformando le vittime in spettatori del suo disegno da folle alienato.
Il romanticismo poetico sussurrato e velato di malinconia avvolge sia il cacciatore che la preda, in un contrasto di luci e ombre che rispecchia quello tra la cella di Lecktor, spoglia, fredda, bianca e gli interni blu delle case moderniste.
Una livida opera d'arte luccicante che rinnova il suo splendore ad ogni contemplazione. L'emozione di accarezzare una tigre addormentata, la malinconia di guardar fuori dalla finestra colpita dalla pioggia.