max amore mio regia di Nagisa Oshima Francia 1986
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max amore mio (1986)

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locandina del film MAX AMORE MIO

Titolo Originale: MAX MON AMOUR

RegiaNagisa Oshima

InterpretiCharlotte Rampling, Anthony Higgins, Diana Quick, Pierre Étaix

Durata: h 1.34
NazionalitàFrancia 1986
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 1986

•  Altri film di Nagisa Oshima

Trama del film Max amore mio

Charlotte Rampling, Anthony Higgins, Diana Quick, Pierre Étaix

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Voto Visitatori:   6,83 / 10 (6 voti)6,83Grafico
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Voti e commenti su Max amore mio, 6 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  16/01/2014 19:05:28
   6½ / 10
Simpatico ma niente di che.
E' uno dei film preferiti di Carax ,il quale lo omaggia nel finale di Holy motors.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  12/01/2013 11:14:12
   7 / 10
Intensamente bunueliano, ho scoperto solo dopo infatti che a scrivere la sceneggiatura è stato lo sceneggiatore fidato di don Luis negli ultimi anni.
Oshima dirige cosi uno dei suoi film meno sperimentali nella forma e nello stile, non nelle tematiche: una dissacrazione continua alla famiglia borghese in puro stile Bunuel (diciamolo ancora), con pochi tocchi di vera genialità ma comunque godibilissimo dall'inizio alla fine.
Forse Oshima era troppo orientale per una storia dai tratti tanto occidentali, a tratti non si capisce dove voglia andare a parare, inoltre il suo stile lento e poco incline alle "scene madri" lo rende abbastanza monotono da seguire anche se non ci si annoia quasi mai.
Bravi gli interpreti.
Non un capolavoro né tra i migliori, ma un minore molto interessante di un grande autore nipponico da vedere, se non altro perché alle prese con un tipo di tematiche (e di cinema) generalmente differenti dalle altre sue opere.

paride_86  @  22/11/2012 04:09:00
   6 / 10
Ben girato, interpretato e fotografato. Il problema di questo film è il plot: se, all'inizio, si può pensare ad un'allegoria in stile bunueliano, successivamente il film si perde cercando altri lidi non meglio precisati - o, almeno, non compresi da me.
Bellissima Charlotte Rampling.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  25/02/2011 02:11:33
   8 / 10
Non è affatto un film, come temevo, che gira troppo a lungo su un'idea buona per un corto ma non per un lungometraggio.
Invece è necessario tutto il corso della narrazione, per passare attraverso diverse fasi.
E' un opera sorprendente sotto diversi punti di vista.
Anzitutto, non è un film d'autore "classico". Come sottolinea Carrière (co-sceneggiatore di questo film, celebre per essere il co-sceneggiatore di alcuni degli ultimi capolavori di Bunuel), solo una certa idiozia critica insiste a inscatolare le opere firmate da un regista-autore nella poetica solo e solamente di quell'autore. Ora, l'incontro fra Carrière e Oshima ha prodotto un film "di Oshima" in parte molto diversa dal resto dell'opera di Oshima. Ma è un film che la critica dovrebbe rivalutare, ingiustamente penalizzato dal non combaciare appieno con la poetica del grande maestro nipponico.

All'inizio sembra un'allegoria sulla volontà della borghesia di razionalizzare tutto, reprimere le pulsioni e ingabbiare una giungla dentro le geometrie di una dimora metropolitana. Stesso discorso vale per l'ipocrisia di salvare il matrimonio salvando le apparenze (il marito cornificato con una scimmia che se la porta a casa).
Ma questo - che è in linea con la poetica di Oshima - è solo lo spunto.
Poi il film muta, cambia aspetto, diventa qualcosa di sorprendente.
Si trasforma in una parabola sulla diversità, sulla capacità di accettazione del diverso; dall'acre satira si leva a toni inaspettatamente delicati, giungendo, nel finale, a una dimensione inusitata dove il grottesco convive con il sublime, l'happy end con la satira.

E' un risultato, quello finale, poco europeo e che immagino invece molto "giapponese"; poco novecentesco e molto settecentesco (nel senso che sembra quasi un soggetto di Voltaire).
La cosa affascinante, è che Oshima (volendo considerare lui solo l'autore del film, ma è riduttivo), pur partendo da uno spunto "europeo" e venendo a girare in Europa, è arrivato a un risultato davvero diverso rispetto al suo abituale pessimismo: mantenendo e anzi amplificando, nel corso del film, un punto di vista giapponese.
Questo strano, straniante film sull'Europa, poteva riuscire a girarlo in questo modo solo un autore che guardasse all'Europa da una distanza di diecimila chilometri.

PS vi sono riferimenti estetici (ma forse non solo?) a 2001: non solo nella scimmia (uguale a quelle di 2001), ma anche per l'architettura dell'interno, che ricorda molto la stanza finale di 2001. E fa un curioso effetto vedere una scimmia di 2001 racchiusa entro la stanza rococò di 2001...

bussisotto  @  18/10/2008 15:54:04
   6 / 10
Lei (una bellissima Charlotte Rampling) diventa ogni giorno che passa sempre più sfuggente alle attenzioni del marito (Anthony Higgins), il quale decide di ingaggiare un detective privato. La scoperta che ne deriva è da troncare il fiato: la moglie è innamorata di uno scimpanzè!
Tra lo scioccato e l'isterico, il marito decide di portare in casa l'animale...che effetti avrà questo menage a trois?
Oshima (regista di un cult quale "Ecco l'impero dei sensi") si lancia in una "commedia" che prende per i fondelli la borghesia francese.
Il film parte in un modo, per poi cambiare radicalmente nel corso della visione.
Nulla da obiettare sulle scelte registiche, nè tantomeno sugli interpreti (il già citato Anthony Higgins si distingue per vivacità ed ironia),ma lo spunto iniziale non è sufficiente per affrontare 90 minuti...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/11/2007 22:08:52
   7½ / 10
Non crediate a chi vi dice che Oshima ha realizzato il suo film più spudoratamente commerciale e "occidentale": il film è godibilissimo, dissacrante, grottesco e splendidamente amorale... da vedere e riflettere, merita una visione non superficiale e predisposta...

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