miracolo a milano regia di Vittorio De Sica Italia 1951
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miracolo a milano (1951)

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locandina del film MIRACOLO A MILANO

Titolo Originale: MIRACOLO A MILANO

RegiaVittorio De Sica

InterpretiEmma Gramatica, Francesco Golisano, Paolo Stoppa, Guglielmo Barnabò, Brunella Bovo, Anna Carena, Alba Arnova, Flora Cambi, Virgilio Riento, Arturo Bragaglia, Erminio Spalla, Riccardo Bertazzolo, Checco Rissone, Angelo Prioli, Enzo Furlai, Renato Navarrini, Egisto Olivieri, Jubal Schembri

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 1951
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1951

•  Altri film di Vittorio De Sica

Trama del film Miracolo a milano

Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli "angeli matti e poveri" delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare.

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Voto Visitatori:   7,98 / 10 (24 voti)7,98Grafico
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Voti e commenti su Miracolo a milano, 24 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/09/2023 14:50:13
   8½ / 10
Vittorio De Sica dipinge una favola dolceamara, una pellicola atipica che fonda neorealismo e surrealismo. Uno dei grandi classici del cinema italiano, apprezzato in tutto il mondo.

Wilding  @  23/02/2020 18:21:30
   6 / 10
Una favola neorealistica del grande De Sica alla regia; pellicola che regge sino alla fine tra alti e bassi ma mi aspettavo meglio da un film così tanto considerato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  17/06/2018 13:46:50
   8 / 10
Una fiaba neorealista diretta dal maestro De sica che si augura un futuro dove il "buongiorno" ha un vero significato.
Il protagonista è un orfanello trovato sotto un cavolo che uscito dall'orfanotrofio porta la magia all'interno di una baraccopoli alla periferia Milanese.
Lo status di questa popolazione è quanto di piu' estremo possa esistere, memorabile quando cercano di "rubare" un po' di sole.
La seconda parte si lascia forse un po' andare con il grottesco fino ad arrivare al tanto atteso e conosciuto finale a caval di scopa.
Messaggio triste e implacabile verso un futuro mai cosi incerto...

topsecret  @  11/07/2014 13:46:58
   6 / 10
Una favola quella diretta da Vittorio De Sica, capace di miscelare il neorealismo tanto in voga in quegli anni in Italia con la comicità ingenua e dolciastra che propone la moltitudine di personaggi raccontati.
Dico subito che preferisco di gran lunga altri lavori di De Sica a questo MIRACOLO A MILANO, soprattutto perchè non mi convince la troppa enfasi e l'ingenuità della favoletta zuccherosa, specialmente nella seconda parte, che contrasta in maniera netta con la drammaticità degli eventi che comunque sono presenti fin dall'inizio.
Certamente è stato uno di quei film coraggiosi per l'epoca, anche e soprattutto per i costi e per l'uso degli effetti visivi, ma personalmente non mi ha lasciato grandi emozioni e non mi ha coinvolto come invece hanno fatto altri capolavori del regista.
Nota di merito per la scelta del cast, soprattutto il protagonista mi è sembrato azzeccato e credibile.

ferzbox  @  12/01/2013 01:35:38
   9 / 10
Altro grandissimo film di Vittorio De Sica,estremamente evocativo e specchio di una realtà cruda e triste...
Mi ha sempre colpito molto lo stile di questa pellicola,un modo di narrare gli eventi molto particolare che mostra ancora una volta l'incredibile bravura di De Sica dietro la macchina da presa...
Una fetta del passato raccontata tramite le esperienze di uomini poveri e di un ragazzino,fino ad una conclusione che presenta una scena rimasta nella storia del cinema...
Un altro capolavoro di cui possiamo andar fieri.

baskettaro00  @  04/08/2012 20:43:03
   7 / 10
una fiaba neorealista non è per nulla un'idea originale,poco convinto ho iniziato la visione ottenendo un risultato ancor più basso di quel che avevo desiderato,dove la noia ha prevalso e in cui le situazioni alle quali si va incontro son carine ma mal realizzate;capisco che è una fiaba ma dovrebbe esser anche neorealismo è quell'atmosfera decisamente rosa e fiori non lo dimostra.un film di genere fantastico dove si intravede in lontananza qualche buono spunto.
tuttavia alcune scene le ho apprezzate,molto originali e simpatiche.

Oskarsson88  @  17/07/2012 15:38:34
   7 / 10
molto fiabesco, a tratti ingenuo, a volte commovente a volte un po' eccessivamente buono. Un'opera diversa e interessante che però non raggiunge i livelli di altri film di De Sica.

freddy71  @  22/04/2012 20:41:19
   8½ / 10
un film secondo me geniale dall'inizio alla fine, specialmente se si considera che ha piu di 60 anni.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  24/06/2011 15:00:18
   8 / 10
scritto pensando a Totò come protagonista della favola (da cui il racconto ed il personaggio prendono il nome )uno dei più bei film di sempre

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/10/2011 18.14.19
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The BluBus  @  22/02/2010 13:02:03
   8 / 10
Non il Solito De Sica, non un film neorealista, ma una bella favola.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/04/2009 17:53:43
   9 / 10
Una fiaba neorealistica? Può apparire come una contraddizione in termini, però se stilisticamente il film è diverso dai suoi illustri precedenti (Sciuscià e Ladri di biciclette), segue lo stesso binario concettuale e tale differenza stilistica evidenzia un pessimismo forse maggiore. "Verso un regno dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno" è il segno di una sconfitta della società contemporanea che crea per poi espellere definitivamente la sua parte più debole.

Neu!  @  18/03/2009 17:43:45
   7 / 10
è un film molto carino ma, lasciatemelo dire, se viene confrontato con altri capolavori di De Sica (Ladri Di Biciclette, Sciuscià, Umberto D.) è meno di un microbo. l'ambientazione favolistica e volutamente ingenua se da una parte lo rende originale nei confronti dei film neorealisti di quel periodo, dall'altra è anche il suo limite più evidente: manca di mordente. anche dal punto di vista tecnico, non è così perfetto... comunque, un buon film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/12/2007 01:24:47
   9 / 10
Più realismo francese (alla maniera di Clair) che neorealismo italiano, più Zavattini che De Sica.
Sospeso tra favola allegorica e realtà, tratto da "Totò il buono" di Zavattini - quello che scrisse il dissacrante "i poveri sono matti" - un film encomiabile e struggente, e forse troppo radicale e "diverso" rispetto alla trilogia inaugurata con Sciuscià e proseguita con Ladri di biciclette e Umberto D.
L'incantesimo poetico fece irritare Bunuel, che consegnò in quell'anno un film disturbante e crudo come "I figli della violenza" in risposta a "Sciuscià" (che in realtà non era affatto benevolo con la società che produceva l'emarginazione dei cittadini).
La favola di "Miracolo a Milano" viene in un certo senso ridimensionata e attualizzata dal controverso debutto registico di Zavattini, "La veritaaa", nel 1980.
Memorabile l'episodio del "finto cartomante" che prevede lo stesso "futuro" ai poveri mendicanti facendo splendere (anche se solo per pochi secondi) nei loro occhi una illusoria speranza.
Straordinaria la mise in scene dei ricchi-avvoltoi, con in testa un Paolo Stoppa sardonico e spregevole che non possiamo dimenticare.
Un volo pindarico (il cielo sopra ... Milano) che restituisce all'Italietta del dopoguerra il conforto di una fede ingrata, nella speranza che "altrove" il mondo degli sconfitti venga finalmente risarcito

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  15/11/2007 15:31:33
   7½ / 10
A tratti gigionesco, a tratti fantastico, Miracolo a Milano è una semi-riuscita opera di De Sica e soprattutto, ha poco del neorealismo se non per quello sguardo dolente verso la classe più bassa della popolazione. è mieloso, ma a volte raggiunge apici di genialità.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  15/10/2007 20:55:39
   8 / 10
Miracolo a Milano può essere veramente definito un film neorealista?
Se non avessi letto che è considerato all'unanimità tale, non lo farei rientrare in questa corrente cinematografica. De Sica è sempre stato estremamente crudo nel rappresentare le storie del dopoguerra e qui si è lasciato andare ad un irriconoscibile buonismo da favola della buonanotte. Infatti Miracolo a Milano è una fiaba a tutti gli effetti ("c'era una volta..."), un po' retorica un po' semplicistica nella sua affettata rappresentazione dei personaggi/caricature. Certo, in un clima fiabistico la piattezza psicologica dei personaggi è giustificabile e necessaria per la simbolizzazione delle virtù e dei difetti , ma in un film neorealista credo di no.
Eppure è un film divertente, tenero e appassionato, ricco di personaggi che con la propria dignità e solidarietà non si fanno dimenticare facilmente e che riprende in modo magnificamente "italiano" la tematica chapliniana dell'impossibilità della fuga da una misera realtà se non attraverso il sogno e la fantasia.

wega  @  01/10/2007 21:51:26
   6½ / 10
inizio con il dire mi dispiace per la fondazione amici de sica ma se questo film è stato restaurato come c'è scritto,è stato restaurato veramente male..all'inizio mi piaceva l'idea della storia raccontata come una favola,una fiaba,ma nel complesso mi ha stancato un pò.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/08/2007 15:46:52
   8 / 10
Un film particolare, un misto fra realtà e fiaba. Più che altro vuole rappresentare un po’ il nucleo ideologico che animava il neorealismo italiano, soprattutto nella versione creata da Cesare Zavattini. I film che si rifacevano a quello stile avevano tutti in comune l’esaltazione della persona comune, anche se povera e ignorante. Venivano rappresentati come dei piccoli eroi alla prese con una realtà difficilissima. Sono loro i portatori di valori sani come solidarietà, affetto, semplicità e dirittura morale. Loro sono i cardini della società, quelli che portano avanti i valori fondamentali di famiglia e operosità. Tutti i film neorealisti dell’epoca avevano in comune questa visione. Zavattini ci aggiunge però una vena spiritualista molto accentuata. La povera gente è quella più vicina al divino, che senz’altro esiste (questa cosa non è nemmeno posta in discussione). Da questo punto di vista riflette una parte dell’ideologia della Democrazia Cristiana, che proprio un anno prima si era affermata come guida politica e morale dell’Italia.
De Sica traduce queste idee di base in maniera mirabile, disegnando una specie di piccola comunità utopica. Qualcosa di “miracoloso” come dice il titolo. Persone molto semplici e ignoranti, con una loro ben precisa moralità, che si accontentano di poco, vivono con il sorriso in bocca e operano allegramente e ordinatamente insieme. Non si nasconde certo che si tratta di una specie di fantasia. Fin dall’inizio si sottolinea proprio l’aspetto irreale ed esemplare della storia, anche usando l’ironia (il bambino sotto i cavoli, gli spiriti del paradiso che inseguono un’anima fuggitiva e si fermano ad uno stop). L’attenzione è però puntata sulla condizione sociale inferiore dei protagonisti, i quali non hanno alcun odio pregiudiziale verso i più ricchi (Totò gli applaude, ha fiducia nella loro “bontà” e nel loro cuore). Se quindi ci sono sommovimenti sociali la colpa è dei ricchi che non tengono adeguatamente conto dei più poveri. L’appello è allora all’armonia fra le classi (come in Metropolis).
Il finale, anche se rappresenta l’apoteosi spirituale del mondo semplice della povera gente, in realtà rappresenta la loro sconfitta. Il loro mondo non sarà più di QUESTO mondo. I segni si erano già visti anche quando tutto era tranquillo. A parte i “traditori” rappresentati da Paolo Stoppa, la rovina viene dal desiderio intimo di materialità. L’aiuto reciproco, la solidarietà nasce dal bisogno e appena possono, sono pronti a rinunciarci per il loro egoistico benessere. Il mondo mitico dell’Italia umile e semplice (vagheggiato anche da Fellini e Pasolini) è stato distrutto dalle belle scarpe, dalle lavatrici e dai televisori.
E’ interessante confrontare questo film con “I figli della violenza” di Bunuel, uscito nello stesso anno. Il mondo disegnato nel film di Bunuel è quello che ancora oggi noi sentiamo come attuale, mentre quello di Zavattini/De Sica è solo un documento storico di un’epoca. La Democrazia Cristiana deluderà ben presto tutte le aspettative e diventerà un potentissimo sistema di interessi e clientele, molto più vicina a Mobbi che a Totò.

Invia una mail all'autore del commento BIONDO  @  15/08/2007 19:38:33
   10 / 10
QUALCOSA DI DIVERSO...QUALCOSA DI VERAMENTE BELLO...UNA FIABA MERAVIGLIOSA...REGIA PERFETTA...TUTTO PERFETTO.

AKIRA KUROSAWA  @  20/07/2007 13:54:58
   10 / 10
con questo film de sica entra definitivamente nell olimpo dei miei registi preferiti; dopo aver visto il capolavoro del neorealismo ladri di biciclette , sciuscia e umbert d. nn mi resta che definire una volta per tutte vittorio de sica miglior regista italiano di sempre , secondo me anche meglio di fellini seppur di poco.
la storia è una fiaba , infatto inizia proprio con " c'era una volta" e il tutto si svolge proprio come in un racconto fantastico, ma ambientato nella vita reale di quei tempi, una sorta di fiaba neorealista dove appunto i protagonisti sono la gente povera di milano. a tratti è molto ironico, e certe scene sono divertentissime.
i dialoghi sono in dialetto milanese e qst lo rende ancora piu reale, le immagini poi sono davvero stupende, sopratutto nella scena finaledove quegli effetti per l epoca sono davvero ben realizzati.
una fiaba come la vita è meravigliosa di capra( forse è cmq leggermente inferiore al film di frank).
cmq un capolavoro del cinema italiano.

.....VERSO UN REGNO DOVE BUONGIORNO VUOL DIRE VERAMENTE BUONGIORNO

mikyross  @  28/02/2007 14:27:55
   4 / 10
Capisco che in Italia ci sono gli intoccabili e criticare De Sica è come attentare al Papa, ma quando un film è brutto è brutto. Di esempi del neorealismo ce ne sono veramente tanti, e di migliori, dello stesso regista, senza che si favoleggi inutilmente sul destino di poveri sfollati che si trovano costretti a fuggire su delle scope per cambiare il proprio destino...

5 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2007 01.26.05
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quaker  @  13/06/2006 23:58:39
   10 / 10
Miracolo a Milano mi è rimasto nel cuore. Per questo lo considero un capolavoro assoluto, e non soltanto uno spendido film, e mi dispiace che sia tanto poco rivisto e votato solo da tre persone.
Sarò vero che la stagione del neorealismo (che comunque rimane la migliore in assoluto del cinema italiano) ha dato frutti drammaticamente più riusciti di questa opera, in cui la mano di Zavattini si sente ben ferma, e sovrasta De Sica.
Favola di intenso lirismo, e di fine comicità, commovente, amara, e, nello stesso tempo, dolcissima, retta da una forte tensione morale, senza velleità di descrivere la realtà dei baraccati, riesce ad essere, sul tema, un'opera di rilevante valore sociologico.
Guardate la cavalcata finale sulle scope ed il finale di ET, e scoprirete che anche un mago come Spielberg sa copiare dai nostri "modesti" Zavattini e De Sica. (Come mi ha domandato mia figlia: "... Babbo, ma è vero che anche il padre di Christian era un attore?").

amnesia78  @  05/06/2006 14:33:47
   10 / 10
Visionario, tenero, appassionato, incantato... Sono gli aggettivi che più si adattano a quest'opera.

chanel  @  20/01/2006 22:18:19
   6½ / 10
ritrovarsi a vedere una pellicola cinematografica, ambientata in un tempo diverso e rispecchiarsi in un società dove il "buongiorno non è un vero e proprio buongiorno", non è motivante. la genialità di De sica non è messa in dubbio........ma l'irrealtà rende la fine scontata e disorientate, dato che già a quell'epoca chi aveva il denaro aveva il potere. si spera soltanto che De Sica non auspicasse a modificare la civiltà........

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/11/2006 20.10.28
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Invia una mail all'autore del commento lunapapa69  @  07/10/2004 15:02:14
   10 / 10
Straordinaria prova di De Sica che unisce sapientemente denuncia sociale ( in linea con i dettami del Neorealismo) e gusto fantastico. La vicenda è quella di Totò, un orfano che trova ospitalità presso un campo di baraccati alla periferia di Milano. Qui riesce a trovare affetto e considerazione e tutto ciò che la società fredda, anonima, imersonale gli aveva negato, una società che non concepisce un "Buongiorno" senza secondi fini, in cui ognuno vive relazioni socali distaccate. Ciò non accade nella baraccopoli dove i poveri , guidati dalla bontà di Totò, vivono insieme e organizzano la loro vita, conducendo un'esistenza in cui l'uomo non è giudicato per quello che ha ma per quello che è. Questo modo di vivere dura fino a quando i baraccati non vengono costretti a lasciare il terreno dove risiedono: ma a questo punto si compie i miracolo vero e proprio allorchè Totò e i suoi compagni, muniti di scope, si alzano in volo "verso un regno dove bungiorno vuol dire davvero bongiorno". Così termina la vicenda di questi emarginati.ed è questo un finale pessimista in quanto esclude la possibilità di risoluzione del conflitto se non proiettandolo in un altro "regno" e,così facendo sancisce la sconfitta della nostra società. Per gli amanti del cinema surreale che trae linfa dalle vicende della realtà quotidiana, un' occasione da non perdere. Nico

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