prometheus (2012)

E' tutto relativo, se si calcola che il film-evento dell'anno (da non perdere, cmq. la si pensi) può valere 10, 7 o 4 per diverse ragioni. E' uno spettacolo garantito per gli amanti del genere, anche se il buon Ridley poteva almeno risparmiare di nausearmi con il vomito... in 3-d. Scherzi a parte, Prometheus nasce con l'ambizione di un grande poema Omerico (nemmeno questa una gran novità) catturando lo spettatore con la filosofica pretesa di dirci di un'umanità prossima futura alla ricerca costante e disperata di una Divinità che è soprattutto terrena. L'impossibilità di collocare un piccolo mondo in crisi in un grande universo dove l'umanità rimpiange i genitori morti, veri o falsi che siano, o magari inconsciamente "desidera la loro morte", frase di grande effetto perchè straziante di fronte a quella specie di sopravvivenza che indica una illusoria Libertà (altro vocabolo citato nel corso del film). Illusoria perchè, come dimostra bene Scott, la nostra vita può finire da un momento all'altro, o possono generarsi fantasmi che, anche nella morte, preservano l'obiettivo che non sono riusciti a centrare nella loro esistenza.
Valutando tutto questo potremmo dire che il film riesce ad essere persuasivo, e il voto può essere un 8.
Tecnicamente superlativo (10) ma con molti contenuti superflui o tutt'altro che inediti (5).
La verità è che eravamo spettatori vergini quando uscì nelle sale Alien, quando George Lucas iniziava la saga di Star Wars sposando la fantascienza ai generi tradizionali (il western, il peplum storico) e dopo tre decenni, con l'esplosione massiccia e abulimica dei più grandi effetti speciali tutto quello che vediamo non può più sorprenderci (6).
Pensiamo poi all'uso del 3-d e all'effetto che fa vedere Avatar in televisione, è tutta un'altra dimensione.
Ma essendo per forza di cose nostalgici e votati più alle varianti del genere che alle profezie Maya di cui il film vagamente incoraggia la tensione, il deja vu (l'epilogo giocato tutto come un vero remake di Alien per es.) ci commuove e intriga più di molte inappropriate diavolerie moderne (7).
Per quanto mi riguarda, Scott ha girato il tutto con una tecnica superlativa, ma privandoci troppo spesso del cuore e della mente, cosa che invece tutti trovarono consolidato in Blade Runner. La disperazione di Elizabeth per l'uomo che ama avrebbe dovuto essere catturata in modo meno superficiale, tanto forte quanto era la ragione del sentimento rispetto a quella della sua missione speciale (5). E i personaggi soffrono un pò tutti di questa strana incoerenza, come se fosse legittimo modificare il proprio pensiero per assicurarsi una credibilità che non hanno. Persino Fassbender, di gran lunga l'unico personaggio interessante del film, la cui ambiguità celata finisce per essere sovvertita da una sorta di rassicurante disponibilità (e non dico altro).
La direzione degli attori, purtroppo, è l'anello debole del film, perchè Fassbender a parte è difficile ricavare qualcosa di carismatico o attrattivo nei singoli personaggi. Noomi Rapace non è altro che una versione scialba della Ripley-Weaver di Alien, Pierce un'inutile rimpiazzo, la Theron così algida e distaccata da perdere tutto il suo proverbiale appeal (4).
In definitiva un film che va visto a tutti i costi, assolutamente, ora pregevolissimo ora irritante, ma che non appaga completamente un'attesa tanto sospirata ed eccitante