questa ragazza e' di tutti (1966)

Un film fuori dal suo tempo di riferimento. Non ci sono i grandi melodrammi sociali tratti da Tennesse Williams, anche se questo questo film è tratto da un suo atto unico, e nemmeno ben evidenziato dal contesto sociale dell'epoca che avrebbe fatto evocare Kazan. Risulta quindi un ibrido dove il melodramma della storia d'amore fra Owen ed Alva prende mano a mano il sopravvento, lasciando da parte il resto. Tuttavia nulla da dire sullo splendore di Natalie Wood e la buona interpretazione di Redford, anche se forse non è proprio l'attore adatto ad un ruolo di "tagliatore di teste". Buona la regia di Pollack, qui al suo secondo film, che dimostra perlomeno la stoffa del mestiere che svilupperà più avanti. Discreto ma non certo perfetto.

Di solito i film tratti dalle opere di Tennessee Williams sono dei drammoni zeppi di connotazioni e contrasti sociali che faccio fatica a digerire; questo lavoro di Pollack invece riesce a mantenersi in equilibrio tra lo spaccato rurale della provincia del Mississippi, le aspirazioni di riscatto sociale della bella Alva e soprattutto della mamma e la malinconica spensieratezza dell'adolescente Willie, descrivendo così una famiglia tutta al femminile animata da forti contrasti. C'è quindi un grande lavoro sulle figure principali e le loro personalità, nel disegno dell'ambiente prettamente maschile della ferrovia, nel dirigere attori completamente aderenti ai personaggi: ma purtoppo l'ultima parte ambientata in città convince meno ed è troppo affrettata nelle conclusioni per suggellare una storia così struggente.

Un altro film buonissimo del compianto Pollack, con buoni attori in ruoli ed interpretazioni per loro insoliti.

Il technicolor è assolutamente sfavillante, la narrazione in flashback aggiunge qualcosa ma è anche vero che il frettoloso finale, seppur evocativo e forte, andava un pò meglio realizzato; lascia una sensazione come di incompletezza.

Buono lo script di Coppola, sicura la mano del regista.

Un film amaro, drammatico al punto giusto e raccontato con maestria e mai superficiale. Con un Robert Redford giovanissimo ed una splendida Natalie Wood questa storia ambientata nel Mississippi da Sydney Pollack e sceneggiata da F.Ford Coppola, si fa amare fin da subito con le sue nostalgiche ambientazioni stile western complete di tutto ( costumi e fotografia impeccabili ) e la narrazione della piccola acqua e sapone Mary Bandham. Nel profondo sud una madre s'intromette nella vita della figlia creando scompiglio e tristezza. Bello, forse poco valorizzato. C'è anche Charles Bronson.

In materia Tennessee Williams si fa preferire Kazan, al suo 2° lavoro Pollack guarda al maestro, e non può fare altrimenti, tanto da assumere una delle dive assurte da quest'ultimo: Natalie Wood, che arrivava da quella che a parer mio resta la miglior performance della sua gloriosa seppur effimera carriera, Splendore nell'erba.
Di Kazan, Pollack, può vantare una capacità di direzione del cast innata, la prima opera girata con Poitier, Bancroft e una rete telefonica è lì a testimoniarlo, Redford lanciato nell'empireo, la Wood conferma il suo talento strabordante, compare Coppola tra le firme della sceneggiatura, di sicuro non una delle migliori a cui ha dato il nome, Pollack invece mostra già echi del suo formalismo, ultimo film della Badham, graziosa bambina-maschiaccio de 'Il buio oltre la siepe'.

Secondo film della carriera (altalenante) di Pollack in cui dimostra presto il suo stile, caratterizzato da una profonda analisi dei suoi personaggi. Nulla di speciale ma godibile. Ottima performance di Natalie Wood.

Melodramma classico che riprende temi e situazioni tipiche dei vari “Picnic” o “Peyton Place” oltre a possedere una latente vena erotica degna del miglior Williams. Recitato stupendamente dagli attori, la Wood in primis, e riuscita la ricostruzione ambientale. Sebbene non inventi nulla è da apprezzare per come Pollack, se non sbaglio qui all’esordio come regista, riesca in parte a rinnovare nello stile un canovaccio apparentemente superato.

Tratto da un atto unico di Tennessee Williams, un magistrale dramma rurale diretto da Pollack con gran senso del tragico e con la giusta dose di sensibilità. Perfetto Redford, ma il film prima di tutto "è" di Natalie Wood, in una interpretazione di rara forza emotiva e struggente trasporto empatico: l'attrice fa vibrare ogni fibra della sua Alva con una passionalità ed un sentimento degno delle più grandi dive della storia. Indimenticabile il treno dei sogni della protagonista, l'uscita dal cinema dopo la visione de "Il ponte di Waterloo" e, ovviamente, il finale rabbioso e crudele. Un film splendido.

Sembra uscire da Tennessee Williams o dai romanzi ostici di Faulkner questo film che sembra alla ricerca di una via di fuga legittima dall'apparente anacronismo della vicenda (e di come è narrata, soprattutto).
Emotivamente, è un film da non perdere, di quelli che lasciano qualcosa "dentro" e in cui è difficile talvolta non rispecchiarsi.
La Wood è straordinaria: bella come una fata, incantevolmente realistica quando sfugge alla sua vita turbolenta e crede per la prima volta di aver incontrato l'amore puro e vero, quello che non si compra per poche ore di piacere... piu' imbarazzante la terribile famiglia della protagonista, e il finale è di quelli che andrebbe completamente cambiato.
Nonostante certe pecche, ho amato moltissimo questo film, che mi ha sconvolto ed emozionato e che ancora oggi non riesco a dimenticare (ogni tanto lo danno in tv)