Un uomo normale con una vita normale si iscrive ad club misterioso. L'adesione dura solo per un anno e non vi è che una sola regola: nessuna cancellazione in qualsiasi circostanza.
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una moglie in coma, un figlio da accudire raccontando che la madre è in viaggio, un lavoro da adempiere, a Takafumi Katayama basta venire umiliato da una donna per provare una sensazione di malsano piacere, resa visivamente con deformazioni concentriche, che gli consente di sopportare tutto. Una Sensazione che andrà a comporre una sinfonia. infatti bella soundtrack, sempre azzeccata. Dopo una prima parte spietata e divertente nella sua critica alla società, ma sempre lineare e asciutta le cose iniziano spezzettarsi con vari intermezzi autoironici, dove gli stessi autori-spettatori fanno notare alcune incongruenze narrative e si inizia a sterzare sempre più verso il grottesco sfrenato con l'apparizione della Regina del club Bondage, una femminona tedesca alta 2 metri ftttmente epica ed esilarante, fino alla sequenza finale che è un amaro delirio passibile di innumerevoli interpretazioni su cui non mi esprimo; probabilmente come dice il regista, bisogna campare 100 anni per capire il finale. e se anche fosse puro no-sense a me ha divertito ;)
Vietato ai minori di 100 anni, è questo il significato del titolo, ma già esempplificativo di un film abbastanza fuori dagli schemi e di melone, perchè i giapponesi ci si mettono, i risultati sono aldilà del delirante. Una commedia nera su un uomo frustrato da una vita quotidiana amara, che vuole sublimare il dolore attraverso questo club misterioso chiamato Bondage, le cui componenti lo attaccano in ogni momento di questo suo quotidiano. Ho avuto l'impressione che il film si lasci andare a briscia sciolta, ma forse la cosa interessante è proprio questo aspetto, perchè da un'ottica più di denuncia della prima parte diventa un film di genere, anzi di più generi, comunque ben assemblati. Anche gli intermezzi metacinematografici in questo sono delle vere chicche, quasi a sottolineare in maniera divertita le parti ed i dettagli più "incoerenti" del film.
Molto giapponese nei temi di sofferenza, sottomissione, famiglia e violenza, questo film si accosta più ai fumetti manga che al cinema, soprattutto per la monodimensionalità dei personaggi (protagonista a parte). La storia è molto semplice e riesce anche ad essere un po'noiosa. Più si prosegue più il tutto diventa assurdo. Sicuramente è pieno di momenti divertenti e tutto sommato il risultato è così bizzarro da incuriosire, ma alla fine mi è parso un film molto autoreferenziale (vedi il soddisfatto regista centenario del finale)