the wolf hour (2019)

Lontano dalle corde di un thriller vero e proprio, The Wolf Hour è piùche altro una riflessione sull'affrontare senpre e cmunque le proprie paure, che siano proprie o indotte dal mondo esterno che June rifiuta a proiori. Un isolamento autoimposto che le quattro mura del suo appartamento la fanno sentire al sicuro da quel mondo che vede solo da osservatrice passiva ed ostile nella sua natura. Ma per quanto metaforicamente il campanello suoni come un richiamo verso l'esterno solo gradualmente la protagonista giungerà alla propria catarsi. Il mondo esterno è ostile, ma bisogna affrontarlo in qualche modo non isolandosi da esso, perchè la sicurezza delle mura domestiche sono in realtà la classica gabbia in cui è rinchiusa. Tutto sulle spalle di Maomi Watts che offre un'ottima intepretazione, non c'è che dire, ma la tematica non è certo originale e le sottotrame a volte ridondanti e senza particolari sbocchi.

The wolf hour è un buon thriller , girato quasi totalmenti in interni , claustrofobico e soffocante con una fotografia virata su toni gialli/marroni che danno ancor più un senso di pesantezza all'ambientazione .
Molto buona la prova (anche fisica) della Watts .
I problemi del film arrivano nello snodarsi di troppe sottotracce che si intrecciano male e sembrano poco probabili, dal blocco dello scrittore , alle difficoltà di relazioni,all'agorafobia poco trattata e infine allo spettro di Sam anche lui poco considerato . finale scopiazzato e già visto