tulpan regia di Sergei Dvortsevoy Germania 2006
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tulpan (2006)

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locandina del film TULPAN

Titolo Originale: TULPAN

RegiaSergei Dvortsevoy

InterpretiOndas Besikbasov, Samal Esljamova, Askhat Kuchencherekov

Durata: h 1.40
NazionalitàGermania 2006
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2009

•  Altri film di Sergei Dvortsevoy

Trama del film Tulpan

Dopo aver terminato di prestare servizio come marinaio il giovane Asa torna a casa nella steppa del Kazakistan dove la sorella e il cognato, pastori, conducono una vita nomade. Prima di rientrare nella vita lavorativa e diventare a sua volta pastore Asa deve sposarsi. La sua unica speranza risiede in Tulpan, figlia anche lei di un pastore. La fanciulla è determinata nel rifiutare la proposta: Asa ha le orecchie troppo grandi e poi lei vuole andare a vivere in città, ad Alma Ata. Il ragazzo, parzialmente consolato dal fatto che anche il principe Carlo d'Inghilterra è ben fornito di padiglioni auricolari, non si arrende.

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Voto Visitatori:   6,33 / 10 (9 voti)6,33Grafico
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Voti e commenti su Tulpan, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

margò  @  27/05/2010 09:08:34
   5 / 10
Più che un film, un documentario, mi aspettavo molto di più! Ho preferito La storia del cammello che piange, che era sottotitolato si, ma molto più emozionante.

vale1984  @  20/12/2009 18:17:36
   6 / 10
Film sul Kazakistan, su una realtà diversa, lontana, fatta di poco, di semplicità, di difficoltà...dove un ragazzo per avere un gregge deve per forza sposarsi e diventa difficile se c'è solo una ragazza in tutta la steppa. Il finale è tirato via e il film finisce per essere una specie di documentario piuttosto che una vera storia...non male ma molto diverso forse da quello che piace a me.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  03/11/2009 01:10:51
   7 / 10
primitivo, agrario, viscerale, poetico nella sua semplicità

TheLegend  @  05/09/2009 18:55:50
   5½ / 10
Film che ci racconta di una realtà molto lontana dalla nostra,in tutti i sensi.
Peccato per il fatto che sia abbastanza noioso e non coinvolga più di tanto.
Ad ogni modo la regia è comunque buona.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  03/09/2009 13:42:08
   6½ / 10
Ambientato nella steppa del Kazakistan,”Tulpan” è un film che ricorda i lavori della regista mongola Byambasuren Davaa.L’impostazione narrativa,mirata a illustrare gli usi e i costumi di un popolo, miscela questo aspetto didattico con una storia di fantasia che genera quindi una prodotto per certi versi intrigante.
Gli spazi immensi e brulli creano un’ambientazione naturale a dir poco suggestiva alla quale il regista concede sapientemente diverse inquadrature.
Un nucleo famigliare dedito alla pastorizia è protagonista di questa storia che trasuda realismo da ogni inquadratura,tant’è che non ci vengono assolutamente risparmiati aspetti del vivere quotidiano dal forte impatto.
Il monotono scorrere delle giornate è alternato con le peripezie di un giovane,che dopo aver prestato servizio in marina torna a casa per prender moglie e diventare a sua volta allevatore.Purtroppo per lui la ragazza scelta (tra l’altro l’unica nell’arco di parecchi desolati chilometri),ovvero la misteriosa Tulpan,non ne vuole saperne dell’ostinato spasimante.
E’ un film che illustra una realtà lontanissima dalla nostra in cui i giovani cercano e sognano un futuro sereno e soddisfacente da ricercarsi o nella lontana città,in cui tutto sembra immediato e possibile,oppure nelle apparentemente inospitali terre della steppa,luogo in cui continuare tramandare tradizioni che si perdono nella notte dei tempi.
“Tulpan” è un prodotto di nicchia,molto lento anche se mai troppo statico,vincitore a Cannes del premio "Un certain regard” è consigliabile soprattutto a chi apprezza scoprire nuove culture e diversi modi di vivere.

kerkyra  @  04/05/2009 11:25:57
   7 / 10
lo consiglio perchè per due ore uno fa un viaggio in un mondo lontano con spazi immensi e tanto nulla..
interessante e poetico...

Crimson  @  02/05/2009 12:52:54
   6½ / 10
"Adesso sò per certo come partorisce una pecora" (!). Una piacevole sorpresa per molti aspetti: interessante l'ambientazione e il profilo culturale, molto meno la sceneggiatura, che è limitatissima. Tulpan è l'unica ragazza nubile di un luogo sperduto nella steppa del Kazakistan, in cui la città è vista come un miraggio e il principe Charles "è un principe americano" (la scena più divertente del film). Asa il protagonista che vuole conquistarla a tutti i costi, raccontandole tutti i suoi sogni e le sue fantomatiche avventure nel servizio militare.
Sviluppo fragile della storia e pochissima introspezione: eppure il ritratto famigliare (specie i bambini) è riuscitissimo e costituisce la forza trainante di questo 'piccolo' bel film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  29/04/2009 16:44:11
   7½ / 10
Una terra di nessuno, la steppa evocata anche da Cechov, al cinema costringe lo spettatore occidentale a smarrirsi felicemente nella dimora del proprio sguardo positivista verso mondi lontanissimi.
Ma se avessi come vicino di casa Asa e la mia terra fosse il kazakistan rurale, credo che impazzirei di solitudine.
Vogliamo parlare del film tanto incensato dalla critica mondiale? Dal punto di vista tecnico meriterebbe il massimo dei voti: 10!!! Infatti l'espediente di Tulpan, fantasmagorica presenza/assenza dello schermo, chiusa nella propria nubiltà, nella verginità dello sguardo, è a dir poco fantastico...
e ovviamente questo tipo di film, anvisi al grosso pubblico, meritano di essere visti perchè aiutano a "vedere" il mondo, la vita, in modo diverso.
C'è quasi un clima da Jean Vigo asiatico in questi spazi sconfinati miscelati alla disco-music o alla Carmen di Bizet (la musica come trait d'union di mondi diversi) e il quel contrasto tra il rigore impellente/impotente dello spazio attivo quotidiano e il bisogno di abbozzare un sorriso o intonare un canto come "inno alla vita".
Ci sono immagini che straziano il cuore per la loro bellezza, come il gregarismo di Asa con gli animali quando fa partorire una femmina di agnello (la vita) o tenta, inutilmente e con vero disgusto, di rianimare bestie destinate a perire (la morte).
Gli amanti di un certo cinema, à la Kiarostami o Parazanov, tra cui ci sono anch'io, troveranno il film un'esperienza memorabile.
Ma...
Ma mi permetto ugualmente una riserva verso questo cinema per cui sembra facile disseminare poesia attraverso immagini che mirano a fare della semplicità umana, dell'umiltà arcaica, un simbolo di vasto respiro.
E anche l'idea che Asa possa aderire alla società occidentale restando fedele alle radici della propria terra, capace di coltivare sentimenti "puri" per chi rifiuta anche di vederlo, non è forse una contraddizione?
Comunque, dal nostro occidente non possiamo che beneficiare (virtualmente) di quel bisogno di spiritualità quotidiana che non avremo mai

pistry  @  27/04/2009 18:04:51
   6 / 10
non ho ancora capito il perche sono andato a vederlo..film strano..ambientato in un mondo totalmente diverso dal nostro "occidentale"..dopo 2 ore di steppe nell'uscire dal cinema mi son sentito catapultato in un' altra dimensione..

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/04/2009 16.45.34
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