urla del silenzio (1984)

Penso sia stato molto coraggioso girare un film del genere all'epoca, sia per questioni produttive, sia per questioni storiche e alla fine il rischio ha pagato. Joffé realizza il suo miglior film (insieme a "Mission"), grazie anche ad un budget considerevole, mettendo in scena ottimamente una pagina dolorosa della Combogia. Forse c'è qualche momento che si sbilancia un po' troppo sul melodrammatico, ma la pellicola a livello sia emotivo che visivo è molto intensa e riuscita. La storia di una forte amicizia che mi ha ricordato vagamente quella de "Il Cacciatore", con lo sfondo di una guerra e con i personaggi che sono costretti a dividersi per poi ritrovarsi nel finale (anche se con esiti diversi). Un esordio folgorante che purtroppo non si mantenne nel lungo termine della carriera di Joffè. Buona la colonna sonora in generale, anche se in certi frangenti non mi ha convinto.

Film crudo e asciutto che mostra orrori senza scadere nel retorico, ma anche la storia di una grande amicizia.

Qualitativamente un film eccellente, immagini crude e drammatiche ed un'ottima fotografia forniscono un quadro angosciante come è giusto che sia. Molte scene prese a sé sono notevoli per la carica emotiva che suscitano, il problema del film secondo me è la mancanza della visione d'insieme, soprattutto nella prima parte ho fatto fatica a seguire lo svolgimento della storia, avvenimenti che accadono senza capire bene il perché: non so se sia perché mi è capitato più di una volta di distrarmi durante la visione del film, o forse mi sono distratto proprio perché è difficile da seguire. Non è un film facile, ma comunque meritevole almeno di una visione.

A metà degli anni '70 del secolo scorso, la Cambogia si ritrova sotto un governo comunista.
Partito Comunista di Kampuchea detto anche, per gli amici, Organizzazione Rivoluzionaria. Queste le regole del Potere: lavoro manuale di stampo contadino, abbattimento della famiglia, delle tradizioni, della memoria storica (con bambini costretti ad accusare i genitori), abolizione del Capitale, della Giustizia, dello Stato, della Religione, dei titoli di studio, dei mestieri "borghesi", delle libere professioni.
Un potere arrogante nella sua ignoranza, che mortifica corpo e spirito, che produce *****, si ciba di ***** e fa mangiare *****.
Il taglio documentaristico della regia di Joffé è tutt'altro che timido e agli occhi dello spettatore non può sfuggire la qualità di molte sequenze.
Complicato per chiunque, a maggior ragione per un regista debuttante, coordinare tutto questo materiale con il microcosmo sentimentale dei due protagonisti, inciampando facilmente in passaggi disomogenei e fratture di sceneggiatura. Il risultato è comunque apprezzabile. Il legame tra il reporter americano e il suo amico cambogiano è sottoposto alla durissima prova di uno scempio ideologico che annulla l'essere umano, affossandolo in un acquitrino lurido pieno di teschi.
Un sguardo severo e dolce, in memoria di un olocausto che non si deve dimenticare.

Non é fatto male e la professionalità si vede però gli manca qualcosa, forse quella scintilla che da buon film lo faccia diventare un capolavoro dovuto anche al fatto che secondo me la regia é un pò piatta. Sam Waterston in questo film mi é sembrato un pò sottotono rispetto ad altre pellicole, molto meglio Haing S. Ngor e John Malkovich. Ci sono un paio di colpi ben piazzati in mezzo alla storia che hanno fatto lievitare la mia attenzione, per il resto premio la sincerità della storia e delle ambientazioni ma non mi ha convinto del tutto. Buona la colonna sonora anche se in alcuni punti la scelta dei brani l'ho trovata sbagliata.

Ha solo il merito di descrivere la guerra in Cambogia, per il resto i dialoghi le scene sono noiose e insignificanti

I media ci hanno insegnato la seconda guerra mondiale, ma sono poche le produzioni che narrano degli altri genocidi, come quello cambogiano oggetto del film. Una pellicola coraggiosa, soprattutto se si guarda la data di uscita nelle sale, capace di scuotere lo spettatore con la sua crudezza, con la drammaticità di essere tratta da una storia vera. Assolutamente da vedere, magari accompagnato da un libro di storia

Molto drammatico ed intenso, mi ha molto preso

Accipigna ero arcisicuro di averlo votato, film del grande Joffè che mi ha coinvolto parecchio, ma tanto tanto. Lo ricordo come una di quelle storie che mi ha tenuto incollato allo schermo con gli occhi spalancati. Riesce a trasmettere forti emozioni, che variano dall'amicizia sentita all'orrore vero di un tremendo quanto assurdo genocidio.

Un grande film, girato in maniera egregia, più una storia di amicizia che una pellicola sulla guerra. Basato su una storia vera.

Una grande produzione su una dolorosa tragedia umana raccontata ed interpretata ora con fermezza ora con ingenua retorica.
Da sottolineare musiche e fotografia.

Film documento sulla guerra (dimenticata e poco chiacchierata) in Cambogia che tratta gli avvenimenti realmente accaduti a Sydney,un giornalista del NYT...appassionante e coinvolgente con una carica emotiva non indifferente!!

Merita di essere visto perchè è l'unico film che parla in modo approfondito della guerra di Cambogia (correggetemi se sbaglio) uno dei + grandi drammi dell'umanità passati sotto silenzio.
Le ambientazioni sono splendide e anche la fotografia, uno stile di Joffè che confermerà nel suo capolavoro Mission.
Detto ciò lo sviluppo della trama è banale e abbastanza melenso, le interpretazioni non brillano sebbene siano passabili.
Il film è furbo, tocca tematiche dure con la sensibilità che piace all'ACCADEMY e porta a casa qualche Oscar.
Non merita 7 pieno ma lo metto perchè viste le tematiche VA VISTO

Il voto a questo film è positivo malgrado qualche caduta di tono ed un finale melenso ai limiti del sopportabile, comunque i due personaggi principali sono ben caratterizzati. Waterston diviso tra la denuncia del massacro di un popolo e l'impotenza di fronte alla perdita di un amico e Haing S. Ngor con la sua incredibile capacità di sopravvivere, di riuscire a sopportare il dolore e la sofferenza.

Ispirato ad una storia vera ambientata in cambogia che inizia dalla prima metà degli anni '70 ed ha come protagonista un giornalista americano che ha come collaboratore un giornalista cambogiano . Il film rappresenta dei momenti storici di una guerra cruda e dura come lo sono tutte le guerre e segue alla fine le vicende di Pran il collaboratore Cambogiano che resterà "imprigionato" nella sua terra.

Bellissimo questo film di Joffè, anche qui fotografia molto curata come in Mission e musiche graffianti, ma ritmo molto più agevole e interpretazioni eccezionali (soprattutto il coprotagonista cambogiano che gli è valso pure l'oscar). Bella la storia, che ha il pregio di toccare un momento e un luogo storico poco conosciuto e a volte solo approssimativamente.

La drammatica storia di un'amicizia nata tra un giornalista americano e uno cambogiano, all'inizio degli anni 70' e che non sopravviverà all'inferno dei campi di lavoro/sterminio.
Coraggioso e crudele. Buona la prima parte.

Insopportabile, non si fa della denuncia civile imponente l'empatia illusoria di uno spettatore che non conosce minimamente la storia, e che crede invano di vederla rievocata... il film è corretto, e come spesso accade in certi casi - assai ipocrita: c'è sempre lo sguardo severo di un'America che guarda chissà come con disprezzo le velleità dittatoriali altrui...
oltretutto ci vuole un bel coraggio per sorbirsi tutta la retorica di Joffe' e del suo cinema sensazionalistico...
molto meglio ha fatto weir con il suo "un anno vissuto pericolosamente".
E, per dirla tutta, è inaccettabile trovare inattaccabile un film solo perchè tratta comunque temi importanti. Come direbbe O. Welles "mi arrabbio appena pensato a questi film"

Troppo pesante... E' ben interpretato e vi sono dei momenti che interessa, ma c'è di meglio...

Dal regista di 'The Mission' un appassionante film di denuncia

Bel film di denuncia del genocidio cambogiano e delle peripezie dei giornalisti di guerra,io ho preferito la prima parte sulla vita dei giornalisti
,la seconda non l'ho trovata abbastanza cruda e realista rispetto ad
altri film che parlano di cose simili (kapo',shindler list o altro),comunque bello e con ritmo.

...non voglio infierire con il voto perchè all'epoca è stato abbastanza apprezzato, ma io sono uscita prima della fine del film...sarà stata la mia giovane età?