viaggio in paradiso (2012)

L'inseguimento che apre "Viaggio in paradiso" e la sparatoria al ralenty in pieno centro della baraccopoli carceraria de "El Pueblito" sono le due scene che restano maggiormente impresse di una pellicola dignitosa e al tempo stesso velocemente archiviabile.
Mel Gibson a 55 anni suonati torna nei panni dell'action-man ,del resto se lo fanno Liam Neeson e i mercenari di "The Expendables" la cosa non risulta poi così fuori luogo.Anzi,la parte calza bene all'ex "Mad Max",semmai è il suo personaggio che odora un poco di stantio.
Diviso tra cinismo e integrità morale,tra una barcata di soldi e il difendere la vita di un ragazzino, alla fine come da copione cercherà di far coincidere le cose.Un antieroe troppo negli schemi quindi per affascinare con veemenza,per fortuna ci viene risparmiata l'immancabile storiella romantica che tradizionalmente si srotola parallela agli eventi più muscolari.Non che manchi del tutto,viene confinata ad una tollerabile infarinatura,si punta infatti più sui simpatici siparietti tra il protagonista e la giovane spalla.
L'idea di una città prigione non è certo nuova,come del resto la solita corruzione che alberga all'interno di essa tra viscidi poliziotti e delinquenti di ogni specie.Poco incisivo anche il boss di turno,bisognoso di un trapianto di fegato e quindi risoluto nel procurarselo con mezzi dir poco abietti.Il villain però non buca lo schermo,è un cattivo monocorde e privo della giusta bastardaggine.
Piuttosto scontato il finale,sicuramente accettabile sul piano spettacolare ma complessivamente poco appassionante ,seppur ad Adam Grunberg vada riconosciuta una certa propensione nel gestire le scene più dinamiche.
Scivola via senza entusiasmare ma nemmeno infastidire,una sufficienza ci sta.