anatomia di un rapimento (1963)

Vista nella sua versione estesa, che consiglio, è senza dubbio una delle vette cinematografiche di Kurosawa che si cimenta a modo suo con un genere, il noir, molto lontano dal suo background. Lo fa con la sua consueta profondità di sguardo in cui descrive la società classista del Giappone del tempo, le spietate dinamiche di potere dei massimi livelli ( che a ben vedere anche oggi non sono cambiate ) ed una minuziosa quanto appassionante indagine di polizia. L'insieme è un mix di grande cinema nel quale non mancano eccellenti performance attoriali ( Mifune, sempre sul punto di esondare eppure stupendamente trattenuto ) e sequenze da mandare a memoria: su tutte, quella della consegna del riscatto e quella allucinata dei bassifondi di Yokohama, popolati di drogati di ogni genere. Senza contare l'intuizione del "fumo rosso" della ciminiera che si staglia nel bianco e nero della pellicola, poi ripreso tra gli altri da Spielberg in "Schindler's List". Indimenticabile.