cast away regia di Robert Zemeckis USA 2000
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cast away (2000)

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locandina del film CAST AWAY

Titolo Originale: CAST AWAY

RegiaRobert Zemeckis

InterpretiTom Hanks, Helen Hunt, Paul Sanchez, Lari White, Nan Martin

Durata: h 2.20
NazionalitàUSA 2000
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2001

•  Altri film di Robert Zemeckis

Trama del film Cast away

Chuck Noland, ingegnere della Federal Express, abituato a tempi e luoghi scanditi dagli impegni di lavoro, che si ritrova su un'isola deserta dopo essere scampato ad un disastro aereo. Costretto a lottare per sopravvivere, Chuck impara a guardare il mondo da un'altra prospettiva. Risolto il problema del cibo, dell'acqua e di un rifugio, l'ingegnere deve lottare contro la solitudine e la disperazione. Il suo unico compagno non è Venerdì, ma una palla da volley soprannominata Wilson... La prigionia coatta dura quattro lunghi anni, finché Chuck non riesce a fuggire dall'isola e a tornare nel mondo civilizzato. Ma reinserirsi rappresenterà l'avventura più difficile.

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Voto Visitatori:   7,46 / 10 (291 voti)7,46Grafico
Miglior attore in un film drammatico (Tom Hanks)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Tom Hanks)
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Voti e commenti su Cast away, 291 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Spotify  @  14/03/2017 23:15:08
   7½ / 10
Ennesimo bel film di Robert Zemeckis. Ovviamente conoscevo la fama di "Cast Away", però, era una pellicola che imperdonabilmente, ancora non avevo visto.
Zemeckis si conferma per l'ennesima volta un regista sorprendente, in quanto da una trama semplice e lineare, riesce a tirare fuori una storia appassionante, toccante e avente anche un po' di suspance. Si pensi che anche "Ritorno al Futuro" è un film che oggettivamente ha una trama molto easy, poi però, come tutti ben sappiamo, il director è riuscito a realizzare il capolavoro che tutti noi conosciamo.
Ma torniamo a "Cast Away". Zemeckis firma un vero e proprio "Robinson Crusoe" in chiave moderna. Una pellicola di sopravvivenza, di sofferenza umana, di selvaggia avventura.
La trama ruota attorno a Chuck Noland, top manager di una nota compagnia di trasporto merci. L'uomo è prossimo a chiedere la mano della sua fidanzata Kelly ma prima, deve fare un viaggio di lavoro in Thailandia. Durante la trasvolata, l'aereo su cui si trova Chuck, precipita nell'oceano pacifico. Il protagonista riesce miracolosamente a salvarsi ritrovandosi però, in mezzo al mare in tempesta. Noland alla fine riesce ad arrivare ad un isola. Qui l'uomo realizza che il posto è completamente incontaminato, non è popolato da alcun essere umano ne tanto meno da animali. Ci sono solo lui, l'atollo e il mare. Inoltre per giunta, quest'isola è l'unico pezzo di terra presente in un ampissimo raggio di miglia e miglia quadrate, quindi le speranze per il ritrovamento di Noland sono pressoché remote. Chuck allora, passati i primi giorni, nei quali cerca di capire come lasciare quel posto, si convince pian piano che resterà in quell'oasi per sempre. Così, per non restare solo, si crea un amico inanimato, Wilson, il quale altro non è che un pallone che faceva parte delle consegne da fare e che il mare ha portato a riva. Passeranno anni prima che Noland riesca a lasciare la sperduta isola.
"Cast Away" è senza dubbio una pellicola commerciale, vedi i maestosi effetti speciali, vedi la striminzita trama, vedi l'ambientazione esotica ecc... Insomma, gli ingredienti del blockbuster ci sono tutti. Malgrado ciò, se un film è commerciale, può risultare lo stesso bello ed avvincente ed è proprio il caso di quest'opera qui. Zemeckis, attraverso pochissimi dialoghi e un pezzo di terra in mezzo al mare, riesce a concepire un lungometraggio che, nella sua ordinarietà, colpisce lo spettatore e lo porta a far compagnia a Tom Hanks sull'isola.
Lo stesso Hanks è la marcia in più vera di cui è provvista la pellicola. La prova dell'attore di Concord è superba. Il realismo espresso è impressionante, sembra che Tom sia un naufrago reale. Poi l'interprete riesce a caratterizzare il protagonista come lui solo sa fare, gli da quell'impronta inconfondibile. La versatilità è un altro fattore che rende la performance di Hanks unica e che del resto ha sempre caratterizzato in maniera importante la carriera dell'attore. Lo spettatore può vedere come dagli occhi dell'uomo, traspare una sofferenza incredibile ma, allo stesso tempo, l'attore riesce anche a far ridere l'astante grazie ai simpaticissimi siparietti con "Wilson". Siparietti che tra l'altro, a prima vista, potrebbero risultare sciocchi e infantili, ma in realtà vengono rappresentati in maniera straordinaria da Hanks, il quale, in tali contesti, crea un'atmosfera magica con uno sguardo o un dialogo. Pure su questi ultimi fattori niente da dire, perfetti entrambi, alcune espressioni sono da manuale. Altra cosa da sottolineare, è come Tom non abbia problemi a recitare completamente da solo, anzi, sembra che si trovi estremamente a suo agio e infatti riesce a riempire perfettamente ogni scena.
La regia di Zemeckis è pazzesca, regala delle emozioni veramente forti. Innanzitutto c'è una grandiosa direzione del protagonista. Hanks è fatto calare in maniera più che credibile nei panni di Chuck Noland e i risultati finali si sono visti.
Zemckis riesce a farci provare una forte empatia per Noland, specialmente quando questi trascorre i suoi primi, forzati, giorni sull'isola. Il regista riesce a farci immedesimare nei panni di Chuck.
Un grande plauso va fatto alle scene più concitate, come ad esempio quella del disastro aereo. Prima di tutto ci sono degli effetti speciali da paura, però di questo ne parlerò dopo in quanto ora, voglio soffermarmi sulla seqenza in se. A guardarla mi sono venuti letteralmente i brividi, sembra davvero di trovarsi sull'aereo e di conseguenza si avverte quasi un senso di impotenza di fronte a quello che assistiamo. Zemeckis durante tale ripresa, non trascura neanche il minimo dettaglio, rende tutto perfetto, riuscendo a far battere il cuore all'impazzata persino ad un astante solido come me. Anche quando il protagonista finisce nel mare in tempesta, è una scena da brividi. Onde enormi (forse troppo) ci assalgono e non ci lasciano scampo col director che sembra non volerci dare tregua. Scena mozzafiato.
Non mancano poi durante il corso della pellicola, altre sequenze tecnicamente strabilianti...
spoiler
A tanta magnificenza, vanno, come dicevo prima, associati degli effetti strepitosi e parecchio avanzati visto l'anno del film. Sono stati creati divinamente dai signori Ken Pepiot e John Frazier e usati in modo impeccabile da Zemeckis.
Il ritmo è fluido, 2 h e 15' che non si sentono per niente. La narrazione è ovviamente molto lineare, però il regista non abbassa mai il tiro e sa come tenere alta l'attenzione. Un fattore che determina lo scorrere fluente del film, è l'ambientazione. Il director la rende protagonista assoluta. Si viene rapiti dalla bellezza di quest'isola, la quale, intelligentemente, non ci viene fatta esplorare all'interno ma ci è mostrata solo la spiaggia e le varie insenature. Giustamente Zemeckis non stava girando un documentario sulla natura ma un film drammatico, quindi non ha ritenuto opportuno perlustrare tutto l'atollo. E poi, sono sufficienti quei pochi metri di spiaggia a lasciarci a bocca aperta. Tuttavia, il buon Robert, genialmente, rende l'isola un posto tanto affascinante quanto mortale. Infatti, prima di tutto è una location isolata dal resto del mondo, non è abitata da nessuno, ha pochissimo cibo e per di più è continuamente soggetta a tifoni di forte intensità.
La fotografia funziona bene. E' accesa, ha colori brillanti, nelle scene notturne è stupenda e si sposa alla grande con la scenografia.
Colonna sonora bellissima, non è molto presente, ma quando arriva, descriva essa stesse le sequenze. Usata con maestria dal regista.
La sceneggiatura è sicuramente parecchio striminzita ed è più lineare di una fune tesa. Tuttavia, presenta una grande stesura del personaggio principale, dei dialoghi che lasciano il segno e un impianto narrativo quadrato.
Unica delle poche cose che non ho apprezzato tanto, è stato il finale, e per finale intendo tutto ciò che accade dopo che Noland riesce a tornare a casa. Ho trovato questo, conclusivo, passaggio, un po' sbrigativo e lasciato al caso. Mi aspettavo un epilogo più elaborato o comunque più corposo e invece mi è sembrato senza sostanza. Ad esempio il confronto tra Chuck e Kelly è rapidissimo e si conclude quasi in maniera tronca. Peccato, qui Zemeckis, dopo aver fatto gli straordinari, scivola.

Conclusione: un bel dramma avventuroso, un film di intrattenimento che sa come soddisfare lo spettatore. Un grande attore, una fantastica ambientazione, un plot essenziale e una regia tecnicamente da urlo. Questi sono gli ingredienti di "Cast Away", un Robinson Crusoe contemporaneo che entra di diritto tra i cult degli anni 2000. Guardatelo, ne vale la pena.

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