diary of the dead - le cronache dei morti viventi regia di George A. Romero USA 2007
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diary of the dead - le cronache dei morti viventi (2007)

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locandina del film DIARY OF THE DEAD - LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI

Titolo Originale: DIARY OF THE DEAD

RegiaGeorge A. Romero

InterpretiMichelle Morgan, Joshua Close, Shawn Roberts, Amy Lalonde, Joe Dinicol, Scott Wentworth, Phillip Riccio, Tatiana Maslany

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 2007
Generehorror
Al cinema nell'Ottobre 2009

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Trama del film Diary of the dead - le cronache dei morti viventi

Un gruppo di amici, studenti di cinema al college, si avventurano nei boschi della Pennsylvania per girare un film horror a basso costo che utilizzeranno come progetto per la scuola. Durante le riprese però, i notiziari iniziano a riportare una scioccante ultim'ora: i morti stanno tornando in vita. L'incredulità dei ragazzi durerà ben poco, e presto dovranno cercare di evitare il reale orrore che si trovano di fronte e tornare alle loro case. Nel frattempo il Governo degli Stati Uniti passa rapidamente dal diniego a goffi quanto inutili tentativi di rassicurazione, fino al momento in cui i media smettono di funzionare. I ragazzi in fuga si renderanno presto conto che non hanno più una casa alla quale tornare, e l'unica forma di reazione che riescono a mettere in atto è il riprendere con le loro videocamere la follia, il caos e l'inferno che li circondano.

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Voti e commenti su Diary of the dead - le cronache dei morti viventi, 113 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  27/05/2008 13:55:20
   6½ / 10
L'ultima pellicola di Romero è un prodotto completamente slegato alla famosa quadrilogia:cronologicamente siamo agli inizi, The Land Of The Dead è solo un lontano ricordo,niente più zombie capaci di riorganizzarsi (per quello che considero uno dei film più snobbati degli ultimi anni),ma solo un gruppo di ragazzi alle prese con "la genesi".Pur avendo ben stampata in mente questa caratteristica prima della visione,non posso ignorare il fattore "deja vù",perchè Diary Of The Dead è tutto tranne che un film innovativo:manca un vero e propio lampo di genio (vedi il personaggio di Big Daddy in Land...),tutto scivola via in maniera dannatamente prevedibile,con l'unica variate affidata alla tecnologia (con sterile critica al mondo dell'informazione nell'era di yuo tube e internet).Gli aspetti positivi viaggiano paralleli alle numerose cadute di tono (come già scritto da Phemt nel suo commento "amish e professore su tutto"),ma il tocco del regista è cmq tangibile e come da copione la pellicola risulta cupa,apocalittica e senza speranza (e in questo Romero non ha rivali).
Lontano dai risultati raggiunti dai recenti Rec e Cloverfield, "Diary" soffre di due fattori fondamentali:la tensione e il cast...ok,è un low-budget,ma un gruppo di idioti del genere è improponibile,non c'è un cristiano che sia uno davvero in parte e in molte sequenze le prove attoriali non reggono assolutamente la drammacità degli eventi,con parecchi attacchi ultracitofonati e zero salti sulla sedia.Ottimo il make-up degli zombie,straordinaria la sequenza finale delle telecamere,buona la colonna sonora ma purtroppo non è il capolavoro che mi aspettavo...sicuramente deluderà parecchi fan di vecchia data e annoierà quelli di ultima generazione:io lo promuovo con rieserva.

alexey80  @  27/05/2008 07:23:30
   8 / 10
Da appassionato di lunga data delle opere del buon vecchio George (in realtà sono rimasto scioccato da quando vidi per la prima volta Dawn of Dead...avevo tipo 6/7 anni eheheh), devo dire che, pure essendo slegato in apparenza dalla quadrilogia, questo film pur con un basso budget, pur con tutte le lacune che magari lo affliggono (carenze attoriali da parte del cast / alcune cose "tirate" nella sceneggiatura) ben riporta le idee che sono alla base della "filosofia" romeriana.
A me ha lasciato un senso di sconforto, ancora prima che di terrore. Sconforto anzitutto per questa umanità che forse non si merita di essere salvata, e sconforto per la critica che Romero fa anche della cosidetta "informazione libera" di internet o dei nuovi media in generale...si sa che zio George si diverte ad utilizzare la disgregazione della società umana dovuta alla minaccia "morto vivente" come un "paesaggio" per potervi pennellare delle critiche al tritolo nei confronti del nostro "modus vivendi" occidentale.

Qui si è voluto sottolineare in maniera marcata il "potere" dei media, e la dispersione/falsificazione della realtà che essa provoca nella nostra modernità, critica peraltro già inserita a più livelli nelle precedenti pellicole dell'autore.
Il messaggio a me è arrivato forte e chiaro, e visto che il cinema di Romero per me si sviluppa sopratutto su quello che lui vuole esprimere, direi che un 8 pieno se lo è meritato.
Se posso permettermi un appunto al commento precedente il mio, beh se una cosa funziona, non vedo perchè cambiarla eheh.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/05/2008 02.22.29
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Macs  @  26/05/2008 23:34:15
   7½ / 10
Dunque che dire, a quanto pare sono anch'io tra i primissimi ad aver visto il nuovo lavoro del buon George A. Visto in inglese e senza sottotitoli (da vero appassionato ehehehe). Mi riallaccio al commento di Phemt per dire che sono in gran parte d'accordo. Concordo su una certa pochezza degli attori, e un approfondimento psicologico pressoché inesistente (il mio voto è abbassato da una certa inverosimiglianza nelle reazioni, diciamo "leggere", delle due ragazze, a seguito dei fatti estremamente tragici da cui sono loro malgrado colpite). Per la verità ho apprezzato più la seconda parte del film, da quando il gruppo si allontana dall'hangar dei sopravvissuti e arriva al "castello". Romero non può fare a meno di caricare i toni di critica sociale del suo film (mentre nella "Terra" la critica era più politica), con un fortissimo attacco al sistema Web-mediatico e militare. Ma con l'ultima, splendida frase - che segue una scena di macabro e gratuito sadismo a danno di una "morta" (guai a parlare di "zombi"!) - la sua critica si fa universale: "Siamo davvero degni di essere salvati?" Now, YOU tell ME. Il problema dell'evoluzione recente della poetica di Romero è sempre lo stesso: il pericolo di scadere nella facile retorica. Questo film qua e là presenta questo difetto: un po' troppo spesso si insiste sull'inutilità o la bieca scioccheria di continuare a riprendere l'orrore anziché cercare di fermarlo. Ma il messaggio di Romero è ormai sempre più amaro e disilluso: forse non c'è davvero più motivo per continuare a lottare e provare a salvare un'umanità stravolta, che è solo capace di autodistruggersi. L'unica cosa che ha davvero ancora senso fare, è registrare, con algida freddezza, il dilagare della lucida follia, di cui il morbo dei "morti" rappresenta - nella poetica Romeriana - la potentissima, sconvolgente metafora cinematografica.

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phemt  @  25/05/2008 10:52:06
   8 / 10
Romero non sarà uno dei più importanti registi della storia del cinema ma di fatto ha cambiato quella del genere horror quando nel 1968 con La Notte dei Morti Viventi diede vita al mito degli zombi rinnovandone la loro figura (al tempo ancora legata al mito del vodoo), usandoli in massa e sfruttando perfettamente la situazione d’assedio che insieme alla fuga sarà il cardine di tutti gli zombi movie che seguiranno…
Romero continuerà il suo personale percorso cinematografico con altri tre capitoli che delineano meglio la sua “poetica zombesca” tra albe, giorni e terre… Poi all’improvviso la notizia che invece del tanto atteso quinto capitolo cronologico Romero decideva di fare un passo indietro (addirittura le prime news parlarono di una sorta di spin-off) con questo Diary of the Dead… Che però spin-off non è, ma bensì un modo come un altro per raccontare una storia già raccontata (la scoperta progressiva del morbo) da un nuovo punto di vista e l’occasione per Romero di fare una riflessione sull’attuale sistema mass-mediatico mondiale…
Diary of The Dead parte da un’idea di base potenzialmente straordinaria… Romero opta per uno stile documentaristico ma ibrido: c’è la camera a mano ma anche la colonna sonora e la ripresa è ferma anche nelle scene più concitate… La scelta per questo stile ibrido onestamente non mi ha convinto del tutto: forse il film avrebbe reso di più con uno stile alla Rec ma secondo me è comunque, nel complesso, ottimamente riuscito per quanto non sia il capolavoro annunciato che mi aspettavo e per quanto soffra di qualche difetto qua e là…

Partiamo dai pregi… Le caratteristiche degli zombi movie di Romeriana memoria ci sono tutti: la fuga, l’assedio, la critica verso i mass media, la definizione poco accurata dei ruoli, il salto della classica dicotomia buoni-cattivi, lo splatter ecc… Nessun mezzo mass-mediatico la fà franca di fronte all’ultimo film di Romero: il regista statunitense se la prende in egual misura con la tv, la stampa, la radio e il mondo di internet e anzi è proprio su internet che è concentrato il film… D’altronde noi siamo la generazione figlia di youtube e formata da mentecatti che non hanno meglio da fare che registrare porcate e metterle ondine… I protagonisti di Diary of the Dead sono praticamente loro, persi in un delirio di voyeurismo mascherano la sopravvivenza umana con la soddisfazione di 75000 click in 8 minuti… Da questo punto di vista “critico” il film funziona alla grande; è lampante come per Romero non esista un mezzo di informazione credibile ed affidabile e la critica è aperta verso tutta la società moderna, verso le menzogne del governo e della casta giornalistica, verso i militari (che anche qui come in tutti i Romero movies non ci fanno una bella figura) fino a noi spettatori…
Dal punto di vista tecnico il film è molto curato (regia e fotografia ottime, anche se la cosa continua a cozzare un po’ con lo stile documentaristico) e lo splatter è giusto, anche se Romero ha alla fine ceduto alle lusinghe degli effetti digitali in un paio di occasioni…

Ma ci sono anche difetti: prima di tutto le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi; ok alcune sono funzionali e si ricollegano a quanto detto sopra ma altre sono abbastanza fiacche o poco sensate… La maggior parte dei personaggi sono semplicemente carne da macello (non per nulla è il primo zombi movie di Romero dove non è protagonista un uomo di colore che in realtà compare brevemente ma che ha una storia a sé parallela a quella che vediamo noi) mentre chi è un po’ più caratterizzato finisce per esserlo in maniera blanda o al limite del trash (il professore e l’amish su tutti)… E il cast poco esaltante di certo non aiuta affatto da questo punto di vista…
Anche i dialoghi sono spesso poco convincenti e il film a tratti sembra vivere su qualche luogo comune o frase fatta di troppo per non parlare di qualche comportamento non proprio sensatissimo…

D’altra parte forse il ritmo non sarà sostenuto come gli zombi movie di ultima generazione ma personalmente ho apprezzato tantissimo il sottotesto malinconico e pessimista che si respira fin dai primi minuti del film… Non mancano poi un paio di genialate (la parte ripresa attraverso i monitor del circuito interno per esempio), scene estremamente ben girate (notevole l’irruzione nella casa dei due vecchi) e più in generale diversi momenti molto riusciti (il clown o la piscina)…
Dove Romero mi ha un po’ deluso è nella gestione metafilmica della pellicola: avrebbe potuto sfruttare meglio questa opportunità per prendere in giro tutti gli infiniti cloni nati dalle sue pellicole o per allentare la tensione (che poi non è che sia così corposa), invece lo fa giusto un paio di volte (quando c’è di mezzo lo zombi-mummia) ma la cosa sembra mancare un po’ di mordente e, visto come poi Romero la butti vistosamente sull’ironico, rimane un po’ l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere…

Il finale, per chi non l’avesse ancora capito, mostra la grossa differenza tra gli zombi movie di Romero e la stragrande maggioranza degli altri film del genere: niente buoni contro cattivi, ma vivi contro i morti… D’altronde lo stesso Romero lo ripete spesso: “Nei miei film i cattivi non sono mai gli zombi”…

Film difficile, forse un pelo troppo “tecnico” e sofisticato… Deluderà chi ama i popcorn movie, esalterà altri! Personalmente l’ho apprezzato anche se speravo in qualcosa di indimenticabile… Ora si beccherà molte critiche ma fra qualche anno diventerà un Cult a meno di sequel (molto probabili) che lo offuschino o lo rovinino…

P.S. Nel film non viene mai pronunciata la parola zombi, Romero compare in un cameo e tra le voci registrate ci sono quelle di Del Toro, Tarantino, Craven e Simon Pegg…

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Ultima risposta 26/05/2008 12.56.34
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