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Graziosissima commedia a carte scoperte di Salvatores, che rialza la testa dopo il pessimo "Come di0 comanda" grazie alla sceneggiatura di un ragazzo vincitore di un premio cinematografico. Molto facili i riferimenti a Pirandello, e proprio le parti metacinematografiche sono quelle che funzionano di meno: troppo sempliciotte per raggiungere l'obiettivo, soprattutto nella seconda metà del film. Però i personaggi sono azzeccati e si ride sul serio, anche in modo pecoreccio ma intelligente (come nella parte della massaggiatrice cinese). Certo, il citazionismo si spreca (oltre a Pirandello, tutto l'impianto familiare è preso esattamente da Wes Anderson ed i suoi tenebaum, e non si perde occasione per riproporre la classica battuta de "Il sorpasso" di Risi: "perbacco, bella donna", dopo pesanti insulti alla madre dell'interlocutore), però Salvatores lo dichiara senza remore, ed alla fine questo atteggiamento paga. Molto bravi tutti i protagonisti (la Bilello, poi, è incantevole), con nota di merito al sempre eccellente Bentivoglio. Strepitosa come sempre la tavolozza di colori di cui dispone Italo Petriccione, che si conferma il miglior direttore della fotografia che abbiamo in Italia. Ah, un'ultima cosa: che bellezza vedere un film italiano senza essere bombardati da pubblicità nemmeno troppo occulte di automobili, acque minerali, banche, computer e cellulari. Può piacere o meno, ma Salvatores fa ancora cinema per il gusto di fare film e non marchette.