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Da Jean Rollin, specialista del cinema vampiresco, una riflessione romantica sul tema venata da un erotismo piuttosto sottile. Una storia d'amore che affonda le proprie radici nell'infanzia di Frederic, accolto da bambino all'interno di un fatiscente castello e qui accudito durante la notte da un'affascinante ragazza. La foto del luogo riporta a galla ricordi rimossi dai quali il protagonista comincia ad essere tormentato. Esperienza onirica o realtà? Frederic comincia ad indagare, scopre che il luogo esiste realmente ma qualcuno durante una notte da incubo farà di tutto affinché non comprenda dove sia collocato. Rollin esibisce una regia ammirevole nel dare risalto alle ambientazioni, soprattutto lo scenario delle rovine e quello urbano degradato si apprezzano non poco. La messa in scena è quindi di grande impatto, mentre la narrazione pur fiaccata da passaggi non sempre collegati alla perfezione affascina insistendo su tempistiche flemmatiche. A sminuire i pregi della pellicola c'è una recitazione mai all'altezza e un' elaborazione delle scene più movimentate decisamente scarsa, addirittura penosa da quanto innaturale in certi momenti. Il finale è invece ben sviluppato con appassionata quanto originale conclusione a suggellare il passato. "Levres de sang" è meritevole in quanto suggestiva alterazione della classica figura del vampiro, del suo habitat e del suo modo di agire, purtroppo indebolita da magagne quasi dilettantesche di varia natura.