Harry, realizzato nel lavoro, ma con una situazione familiare precaria, incontra per caso Georges, un ragazzo down scappato da un istituto. L'uomo lo invita a casa sua e gli si affeziona. Tra i due, diversi sotto ogni punto di vista, nasce un legame molto profondo. Grazie a questo incontro la vita di Harry cambierŕ radicalmente.
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Per molti può sembrare un film buonista, moralista, e ipocrita, ma invece è un film stupendo che fa capire tante cose della vita. Questo film fa capire che la società ha fatto diventare le persone dei robot, le persone sono diventate insensibili, i rapporti interpersonali sono disastrosi, ed è tutto un lavorare e guadagnare soldi, dimenticandosi delle cose semplici e belle della vita! A Harry, (il protagonista di questo film), tutte queste cose gli e le farà ricordare Georges, un ragazzo down! Da vedere!
La strana coppia al cinema è un connubio spesso vincente.Ne "L'ottavo giorno" ad incontrarsi,perdersi ed inevitabilmente ricongiungersi e capirsi reciprocamente, come collaudatissimo canovaccio prevede,sono un uomo d'affari e un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. Due persone ai margini della società,alienati con modalità diverse e in rapporti problematici con l'altro sesso si accorgeranno di avere bisogno l'uno dell'altro.Se per Georges la condizione d'insofferenza non dipende certo da una scelta, per quanto riguarda Harry il suo è un isolamento sancito da una vita cadenzata da ritmi ossessivamente regolari in cui non vi è spazio per i sentimenti,non per nulla è stato lasciato da moglie e figliolette. Van Dormael non scansa passaggi in cui il sentimentalismo a buon mercato abbonda, al tempo stesso però riesce a delineare una toccante storia di amicizia,intensa e profonda nella quale è paradossalmente il più debole ad istruire inconsciamente l'altro,che per la prima volta si erge da punto di riferimento al di fuori del proprio ambito professionale. Il lavoro del regista belga è poi sempre sfumato da una certa propensione al surreale,lasciata da parte la scena del topo canterino abbastanza mal riuscita,le restanti parentesi oniriche (e non) sono intrise di una seducente leggerezza.Van Dormael offre parecchie circostanze in cui l'ingenua bontà di Gorges fa a pugni con un mondo sempre troppo crudele con i "diversi" , a tratti sembra soffermarsi un po' troppo gratuitamente sulla sofferenza (il finale poi è un colpo davvero basso), per fortuna ordisce scanzonati excursus che stimolano il sorriso.Inoltre crea momenti emotivamente forti,come quello della spiaggia illuminata dai fuochi d'artificio ed altri più riflessivi,come il minuto di silenzio che i due amici si "prendono tutto per loro". Abbastanza insulse le critiche riguardanti la presunta strumentalizzazione di Pascal Duquenne (Georges) al quale a mio avviso è stata concessa un'opportunità quasi irripetibile.Inoltre viene data voce a chi solitamente non ne ha attraverso un racconto che mette in luce sia il tormento che la grande voglia di esserci. Ruffiano forse,ma anche maledettamente commovente.
Se un film suscita sentimenti di bontà e tenerezza allora è il solito polpettone commericale romanticoide. Se poi piace ai più allora non è un buon film perchè fa fico cantare al di sopra o fuori dal coro: non è bello allinearsi alla massa che riconosce - appunto in massa - di aver apprezzato un bel film. Un film è un comporomesso di arte e messaggio e sostanza che esprime attraverso le immagini e poi i dialoghi. Questo film è una profonda riflessione su noi stessi, sul senso della vita, sulla senso della "sanità" e sulla vita frenetica che si sviluppa nel quotidiano occidentale ed industrilizzato...Quando non ci sono amazzamenti o scene di sesso si storce subito il naso... Ben povera cosa siamo diventati... Dopo averlo visto vi sentirete più ricchi e più veri, un film che non ti butta giù (e ce ne sarebbero di motivi invero nel film...)
Van Dormael ha il proprio stile che può piacere o meno ma è quello. E ciò è un punto a favore del regista che esprime la propria personalità e il proprio modo di intendere il cinema indipendentemente da ciò che richiede il mercato. L'Ottavo Giorno è un film poetico, difficile per le tematiche affrontate e commovente. C'è quella piccola dose di buonismo e romanticismo tipiche dei film di Van Dormael ma ciò non disturba. Un gradino sotto Mr. Nobody ma comunque un buon film.
sinceramente non trovo ruffiano e buonista questo film, chi conosce lo stile di jaco van dormael non potrebbe mai dire una cosa del genere, visto il suo stile clownesco tra poesia e ironia.
uno dei film piů commoventi e belli di sempre! Il significato della vita, la creazione, le musiche, la poesia, i colori e gli odori, l'amore tra due persone diverse. Un'emozione unica, un'esplosione di sentimento e angoscia di vivere, Georges č davvero cosa buona.....
Bellissimo film con fantastici attori, su tutti il ragazzo down. Un film che parla di diversità e che purtroppo...spesso rispecchia le realtà. Ironico, dolce e un pò amaro è senza dubbio un film da vedere. I momenti divertenti si alternano a quelli tristi senza mai annoiare lo spettatore che viene trasportato dalla meravigliosa vicenda. Dategli un'occhiata se ne avete l'occasione.
l'ho visto piu di una volta,e quanto ho pianto mi ricordo... grazie alla bravura dei protagonisti(sara il primo film con un ragazzo down che ha un ruolo cosi importante in un film),ma anche grazie alle bellissime musiche che ti fanno partecipare con emozione ai giorni della creazione che fanno da apertura e chiusura al film... la visione di questa pellicola è piacevolissima e la consiglio a tutti!