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Calma, calma, calma. Non tiriamo fuori Bunuel e Fellini, non bestemmiamo. Con tutto il rispetto per le opinioni di chi mi precede, io non parlerei di capolavoro. Cavallone è stato un regista piuttosto insolito e sfortunato del panorama "meteoritico" italiano degli anni '70. Veniva dai "caroselli", ma conosceva il mestiere. Questo film è un'operazione insolita ispirata a certi testi letterari che neanche ricordo. Cavallone voleva descrivere il meccanismo liberatorio provinciale durante le feste patronali. In pratica durante queste feste tutti gli istinti repressi dei cittadini venivano fuori. Assistiamo così a quattro o cinque storie che si intersecano: un macellaio che penetra un quarto di bue, un padre incestuoso che mette incinta la figlia, un prete equivoco, la moglie di un comunista che da' i numeri, la moglie gelosa di un contadino ubriacone che si concede al primo che capita. Il film è sulla falsariga di "Salò" però qualche volta strizza l'occhio al noleggio, mettendo qua e là un pò di fica e tette... All'epoca il pubblico pipparolo ci andava a nozze. La trasgressione era per i popolani solo questa. Eppure Cavallone aveva delle idee, voleva andare a fondo nella questione. Non è stato capito, comunque la possibilità di riscoprirlo in dvd e' di per se' un miracolo..