professione assassino (1972)

Interessante il primo quarto d'ora e un po'movimentato il finale. Nel mezzo solo sonno, dialoghi orribili, personaggi monodimensionali e una trama raffazzonata. Per quanto il remake con Statham sia ben lontano dall'essere un capolavoro, almeno aveva personaggi interessanti e l'azione si può chiamare tale. Indimenticabile la colonna sonora, veramente fastidiosa.

Le regole del gioco trasmesse dal maestro all'allievo, il rapporto di complicità ed amicizia tra questi, ed il carisma dei due attori che li impersonificano (incredibilmente simili) sono le uniche tre cose memorabili, fino ad un certo punto, di questo thriller che tra l'altro segna la seconda di una lunga collaborazione tra Bronson e Winner.
Lo svolgimento è soporifero, di tensione ce n'è poca, e quelle due/tre scene d'azione risultano piuttosto fiacche anche per gli standard dell'epoca.
Il potenziale c'era, ma tutto viene trattato in maniera abbastanza superficiale con la conseguenza che ci si annoia abbastanza in fretta. A peggiorare le cose ci sono i quarant'anni che si porta sul groppone, si sentono tutti.
Ci spezzo un paio di lance a favore per la sequenza iniziale, un quarto d'ora senza dialoghi, e per quella finale, molto soddisfacente. Per il resto niente di che, Bronson a parte ovviamente che rimane sempre un mito.

Di solito sono molto diffidente sui remake, ma stavolta sono più propenso ad indirizzare chi legge verso il rifacimento con il durissimo Jason Statham, certo meno profondo e più rozzo dell'originale ma senza dubbio anche di maggior intrattenimento.

Da recuperare solo per cultura o se siete seguaci di Bronson.