race: il colore della vittoria regia di Stephen Hopkins Francia, Germania, Canada 2016
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race: il colore della vittoria (2016)

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locandina del film RACE: IL COLORE DELLA VITTORIA

Titolo Originale: RACE

RegiaStephen Hopkins

InterpretiStephan James, Jason Sudeikis, Carice van Houten, Jeremy Irons, Amanda Crew, William Hurt, Eli Goree, Giacomo Gianniotti, Jonathan Aris, Jon McLaren, Moe Jeudy-Lamour, Shamier Anderson, Shanice Banton, Tim McInnerny, Nina Lauren, Jesse Bostick, Tim Post, Barnaby Metschurat, Larry Day, Arthur Holden, Karl Graboshas, Jeff Burrell, Anthony Sherwood, Alexander Yassin, Jonathan Higgins, Jaa Smith-Johnson, Jeremy Ferdman, Bruno Bruni Jr., Steffen Mennekes, Manuel Sinor, Chantel Riley, Daniel Harroch

Durata: h 1.24
NazionalitàFrancia, Germania, Canada 2016
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2016

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Trama del film Race: il colore della vittoria

A 35 anni dalla sua morte, Race - il colore della vittoria racconta la storia di Jesse Owens, l'atleta vincitore di quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936 attraverso la voce di sua figlia Marlene, promettendo di smentire alcune falsità sulla vita del campione come, ad esempio, di quando il Führer non volle stringergli la mano. Ambientato tra Berlino e Montreal, Race rivela al mondo la versione del suo protagonista, non ascoltato in vita, su come a evitarlo non fu il cancelliere tedesco quanto l'allora presidente americano Franklin Delano Roosevelt, che non lo ricevette mai alla Casa Bianca, timoroso della reazione che avrebbero avuto gli Stati del Sud in piena campagna elettorale. Nato e cresciuto nell'America della grande depressione, permeata dal razzismo e dall'immobilismo sociale, Owens divenne leggenda nel 1936, quando, nello stadio Olimpico di Berlino vinse i 100 metri, il 3 agosto, il salto in lungo, il giorno dopo, ancora il 5 i 200 metri e, il 9 agosto, la staffetta 4x100. Quattro medaglie d'oro che azzerarono la fama del beniamino di Adolf Hitler, l'atleta tedesco Luz Long, e che sconvolsero l'opinione pubblica, annebbiata dal mito della supremazia della razza ariana.

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Voti e commenti su Race: il colore della vittoria, 24 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

TheLegend  @  12/06/2016 15:57:36
   5½ / 10
Solito film romanzato e poco sincero studiato a tavolino per esaltare l'atleta di turno.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/04/2016 02:05:23
   5 / 10
Un film sicuramente NON riuscito. Niente da dire sulla dignita' della confezione/realizzazione, ma nel suo insieme Stephen Hopkins non ci risparmia alcun luogo comune sul genere, la competizione, il riscatto, la gloria, la vittoria...un film di maniera che a tratti mi ha anche emozionato nonostante faccia di tutto, con il suo rigore didascalico, per non provocare alcun sussulto emotivo. Stephen James e' un Jesse Owens belloccio ma statico, le figure di Goebbels e Leni Riefenstahl sono ridotte a macchiette (soprattutto il primo), e il film e' totalmente privo di sfumature, proprio come accade in certi film costosi e prevedibili di Richard Attenborough. "RACE" ha almeno due aspetti interessanti che non vengono sfruttati bene, il primo e' il personaggio di Jeremy Irons, un falso progressista liberale in realta' piu' burocrate che sincero. Il secondo e' il fatto che Jesse Owens entri nella Gabbia dei Leoni (le Olimpiadi di Berlino del 1936 in pieno regime nazista) mentre prova gia' sulla
sua pelle di (afro)americano il razzismo "legalizzato" e indisturbato che vige sugli States.
Clint Eastwood, nel suo post-bellico "Flags of our feathers", ha raccontato meglio questo conflitto vigente tra la Gloria e il razzismo. Invece Hopkins sceglie una via narrativa piu' romanzata e retorica che reale, realizzando un film soddisfacente ma arido, dove conta la spettacolarizzazione del Mito di Owens, e non molto altro. Il momento peggiore e' proprio il confronto con l'avversario tedesco, Pedina di un'ideologia di devastanti atrocita'. E tantopiu' il film non riesce a superare l'ambiguita' ideologica della Riefenstahl, che non era certo una Pedina di nessuno, e avrebbe avuto tutto il diritto di ribellarsi al Reich, insomma la Storia e' leggermente diversa e molto meno accomodante. Consiglio ancora caldamente "Jesse Owens Story" del 1984, un film tv che almeno racconta i fatti senza troppe liberta' narrative

ivanello  @  09/04/2016 17:37:11
   5½ / 10
In fondo il film si lascia guardare. Ma il tutto è condito dalla sensazione di deja vu, non tanto per la storia (che, in quanto storia vera, è per definizione originale), ma per il modo retorico in cui è raccontata. Un film che dovrebbe emozionare, avrebbe potuto farlo e che, invece, fallisce nel suo intento principale. Anche gli interpreti non mi sono piaciuti per nulla (in particolar modo il tipo che fa l'allenatore, faccia da serie tv comica americana). E poi il tutto non è ben amalgamato. J. va all'università, ma è negro. J. è fidanzato ma ha problemi. J. non è accettato dalla famiglia di lei. J. sorprende tutti. Ci sono le olimpiadi, J. può vincere ma c'è Hitler. E gli ebrei. E gli accordi politici dietro i giochi. E la regista brava. E poi c'è Goebbels. Se lo avessi interpretato nei termini descritti dal tipo dietro di me al cinema che, stando a quello che diceva al telefono, stava guardando "THE race" ("DI" Jesse Owens, noto regista), quindi immagino un film sulle corse, forse lo avrei apprezzato di più. Evitabile.

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