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Certi intellettuali non dovrebbero fare cinema. Hanno già il loro campo d'azione (l'eloquio, la scrittura) ed è già tanto che si cimentino nel teatro. Le rappresentazioni cinematografiche sono altra cosa. Se poi ti chiami Lars von Trier, allora è chiaro che puoi permetterti tutto, indipendentemente che tu sia un intellettuale o meno, ma non è questo il caso.
Montaggio nevrastenico e dente avvelenato contro i dogmi del cattolicesimo, Carmelo Bene mette in sequenza visioni deliranti di cattivo gusto, senza capo né coda, tuttavia in grado di soddisfare anticlericali snob e bestemmiatori dal palato fine. Tra l'altro, in barba ai più elementari canoni della fotografia, il film presenta un contrasto d'immagine talmente elevato da brutalizzare anche il più resistente dei pixel.
Far passare una roba simile per capolavoro è puro illusionismo dialettico, come dire che "l'attore non deve interpretare". Ne seppe qualcosa l'ambasciatore argentino in Italia, insozzato di urina durante una rappresentazione teatrale da un attore che scambiò il pubblico presente per il cesso di casa sua. Cose che capitano. Carmelo Bene riteneva che l'attore non dev'essere l'interprete, ma l'Artefice. Oh, quello gli aveva talmente creduto da diventare l'Artefice di una pisciata. D'altronde va anche considerato che Bene credeva nel dogma dell'improvvisazione. Difatti un giorno le autorità gli fecero una bella improvvisata, chiudendogli il suo Teatro Laboratorio.
In sintesi: questo "Salomè" è una buffonata. In passato ebbi duri scambi di opinione per questo mio giudizio. Ricordo quando, nel corso di una cena in cui si parlava di cinema, un fan di questo pseudo-regista mi disse che non capivo nulla di arte e che non sapevo apprezzare l'impatto parodistico di un autore geniale, che ero insensibile al crepitìo di un estro scintillante ma anche allo scintillio di un estro crepitante, che non sapevo gustarmi la sublimazione fastosa del grottesco e inebriarmi della magia raffinata degli effetti cromatici. Dopo una lunga pausa di riflessione, dovetti riconoscere quest'ultimo aspetto.
Buffonata con effetti cromatici.
"Qui si sta parlando di Carmelo Bene come di uno scrittore di scena, si sta parlando di Carmelo Bene come un attore, ma mi pare che l'unica cosa di cui si possa parlare è la sua vera professione, cioè l'antipatico. Come antipatico Carmelo Bene è assolutamente inarrivabile. Ma come scrittore scenico sei di una modestia sconfortante… Le tue partiture, i tuoi collage sono una pacchianeria veramente giovanilistica… Poi mi permetto di dire anche che come attore sei molto modesto… hai un fisico che non sai assolutamente portare... sei anche truccato con una frangetta da parrucchiere di borgata… E insomma, sant'Iddio, vuoi che ancora ci occupiamo di te seriamente..." (Guido Davico Bonino)