staying alive regia di Sylvester Stallone USA 1983
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staying alive (1983)

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locandina del film STAYING ALIVE

Titolo Originale: STAYING ALIVE

RegiaSylvester Stallone

InterpretiJohn Travolta, Cynthia Rhodes, Finola Hughes, Steve Inwood, Sylvester Stallone

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 1983
Generemusical
Al cinema nel Luglio 1983

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Trama del film Staying alive

Tony Manero, ragazzo di periferia, si trasferisce a Manhattan sognando di fare del ballo la sua professione. Jackie, la sua fidanzata, lo introduce a Broadway, dove il ragazzo ha una storia con Laura, capricciosa prima ballerina. Le doti artistiche di Tony vengono notate ed egli è scritturato come primo ballerino. È l'inizio di un trionfo...

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 •  LA FEBBRE DEL SABATO SERA, 1977

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Voto Visitatori:   6,13 / 10 (20 voti)6,13Grafico
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Voti e commenti su Staying alive, 20 opinioni inserite

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Project Pat  @  27/07/2015 13:43:35
   5 / 10
Più videoclippato rispetto al primo, meno profondo, originale e sentito rispetto ad esso. Tolte le luci e le coreografie, il resto è infatti inconsistente checché se ne dica, contrariamente invece al classico di Badham che riusciva a farsi apprezzare anche (e soprattutto) al di fuori di esse. La regia di Stallone comunque non è male.

BlueBlaster  @  15/03/2015 03:45:00
   4 / 10
Se la "Febbre del sabato sera" ruotava attorno a Manero ma analizzava un contesto sociale in modo notevole, in questo caso invece la pellicola è un toale sfruttamento del personaggio interpretato da Travolta.
Film stucchevole e perbenista con dialoghi scontati e troppe coreografie...sceneggiatura cretina e regia mediocre per Stallone.
Bravino Travolta, sicuramente notevoli le sue prestazioni fisiche, ma per il resto è una mezza porcata alla "Footloose"

Dick  @  23/01/2015 19:36:16
   5 / 10
Il film che spacca in due la carriera di Stallone. Diventato successivamente il rivale di Schwartzy, ha in realtà avuto un inizio di carriera decisamente diverso da questi. Cresciuto come molti altri registi e attori con il mitico Roger Corman, presenta un progetto a basso budget come "Rocky" e successivamente il poco fortunato "Taverna paradiso" per interpretare quindi un film d' impegno come "F.I.R.S.T.". Successivamente accetta un progetto indipendente come "Rambo".
A questo punto che fa? Decide di dirigere il sequel di un film come LFDSS che raccontava in maniera amara una certa gioventù. Lo fa purtroppo in maniera patinatissima e piuttosto superficiale a mio avviso. Il protagonista poteva chiamarsi in un altro modo ed era uguale! Fatico ancora oggi a vederlo come sequel del suo precursore. Da qui in poi purtroppo ha intamarrito il suo cinema.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  20/12/2013 11:17:38
   3 / 10
Beati gli anni '80, così spensierati...

Qui però si sfiora il ridicolo con dialoghi stupidi e personaggi incoerenti. Stallone è meglio che tenga in mano un mitra anziché una penna o una macchina da presa (campo/controcampo, campo/controcampo, campo/controcampo, e così sia nei secoli dei secoli).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/03/2013 17:14:15
   4½ / 10
Tra un "Rocky" e un altro Stallone trova il tempo di dirigere il seguito del cult "La febbre del Sabato sera" tentando di riportare ai fasti il personaggio di Tony Manero...
Ma il periodo nero della carriera di John Travolta coincide anche con questa pellicola sentimentale che non brilla certo per originalita'.
Praticamente si narra di un triangolo amoroso all'interno di uno spettacolo di Broodway...per contorno le musiche dei Bee Gees, unico motivo di interesse.
Il regista è presente in un cameo in stile Hitchcock.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/09/2011 13:42:58
   5½ / 10
Stallone dirige un videoclip lungo 90 minuti che poco ha a che fare con il film cult "La febbre del sabato sera".
Film troppo patinato.
Tony Manero incarna sia l'american dream sia il motto anni Ottanta "volere è potere".
Molto bella la coreografia finale.

scantia  @  22/12/2010 04:44:09
   4 / 10
Stallone infettato dalla febbre del sabato sera è vittima del delirio tipico delle alte temperature e fornisce una versione del cult riveduta e corretta alla sua maniera. Via ogni implicazione sociale, via l'ambiguità del personaggio, via la drammaticità del finale ineluttabile, tutto ciarpame poco adatto all'edonismo mediocre di un autore che da lì a qualche anno ci regalerà perle cinematografiche del calibro di Cobra.
Il suo Tony Manero diventa il nuovo simbolo dell'american dream pertanto non può fallire, e il valore di questa melensa operazione di riscatto è perfettamente rappresentato dal balletto finale che lo lancerà presumibilmente nell'olimpo di Broadway, un concentrato della peggiore estetica kitsch made in 80's.
Insomma, il solito inno al culto dell'impegno maniacale per il raggiungimento dello scopo prefissato, su cui Stallone ha confezionato tutti gli insulsi Rocky, che in questo caso ha come unica conseguenza la distruzione di un'icona pop snaturata persino nella sua fisicità, con un Travolta pompato, sbrilluccicante e oleoso alla stregua del più squallido spogliarellista da 8 marzo.
Negativo e irritante come tutte le operazioni cinematografiche partorite dalla mente binaria di Stallone

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/01/2015 19.41.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/07/2007 22:49:51
   5½ / 10
Tony Manero a Manhattan. sei anni dopo il classico di Badham, meno affine alle implicazioni sociali del "vecchio" film e decisamente postmoderno nell'edonismo sfrenato anche del rituale coreografico sulla scia di "fame!".
La cosa sorprendente è che tutto cerca vanamente di ricostruire i fasti del primo film, e il regista è nientemeno che Stallone, apparentemente quanto di più lontano da Broadway e affini si possa concepire.
Errore: forse Manero diventa una variazione glamour di Rocky.
Ne esce un film ridondante e tronfio, vero omaggio ai videoclip e quasi commovente nel tentativo di riabilitare i Bee Gees e altri gadgets caduti nell'oblio già allora, oppure un vettore per l'inconsistente Frank Stallone, fratello del regista e cantante imbarazzante. .
Eppure, nel trionfo kitsch di un'operazione che a volte sembrerebbe girata da Freddie Mercury in persone, tanto è enfatica e magniloquente, un paio di coreografie sono davvero da Antologia, soprattutto quella finale.
Un film-culto suo malgrado, girato con grande professionalità ma anche senza la giusta consapevolezza dei limiti

6 risposte al commento
Ultima risposta 02/08/2007 21.03.45
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  14/01/2007 11:01:41
   5 / 10
Seguito di 'Saturday night fever', risulta una inutile operazione commerciale, dalla fotografia scintillante e l'estetica da videoclip.
Il tentativo del rilancio di un Travolta iperpompato fallirà e il buon John dovrà aspettare qualche altro annetto, e mettere su un po' di pancetta, affinchè venga riconosciuto il suo talento di attore.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/07/2007 13.00.29
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