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Tutto un grande MAH. L'idea non era neanche male e se fatto bene poteva essere un bel film...probabilmente non avevano questo grande budget e si vede. Qualche idea è anche interessante ma purtroppo è proprio realizzato al limite del B movie partendo dalla grafica fino ai dialoghi (inesistenti e quei pochi che ci sono banali e scontati). Sembra quasi che abbiano fatto un pò tutto a caso, in modo molto grossolano. Bocciato per quanto mi riguarda.
Spesso noioso, lento, con pochi mezzi e scoppiazzato... Ha qualche momento decente per via delle scenografie o delle atmosfere ma io non lo consiglio. Molto meglio rivedersi "30 giorni di buio", non sarà proprio la stessa cosa ma ha parecchie cose in comune.
non mi è piaciuto proprio quasi per niente forzature hai massimi livelli e non-senso a -mano libera- per un film che invece di perseguire la strada avviata e promettente del survival-estremo la gira sull action al limite del ridicolo come tante-tante-troppe scelte di storyline-dialogni e andamento che piu che preoccuparsi di sopravvivere a un raffreddore l'ignoranza li ha condannati tutti tra momenti salienti e dialoghi-domande-scelte che dovrebbero essere di prima priorita ma che annegano in dialoghi-scelte-azioni ridicole se non era per un articolo del -tal dei tali- guru critico che se la diceva a proprosito di questo film come capolavoro incompreso e via dicendo a me non è piaciuto e penso che per la maggior parte degli spettatori sia gia stato dimenticato
Per 45 minuti sembra che sia il freddo glaciale e qualche testa calda con manie di comando gli unici problemi della colonia di sopravvissuti. Poi, superati i tre quarti d'ora del film, la storia diventa una sorta di survival gore con tanto di inseguimenti e "home" invasion. Situazioni poco logiche, cattivi armati di lame che hanno il sopravvento su uomini con fucili e pistole, caratterizzazione dei personaggi superficiale e presentazione dell'antefatto quasi assente sono tutti segnali di una pellicola ludica che ha voglia di passare al sodo senza tanti preamboli, anche a discapito dell'originalità e della credibilità. I più pignoli (come il sottoscritto) avranno di che lamentarsi, tutti gli altri passeranno un'ora e mezza abbondante di svago senza pretese.
film senza un inizio ed una fine a mio avviso . praticamente una storia inesistente, nessuna caratterizzazione dei personaggi ne una trama sensata. azioni inutili e stupide alterante a scene sanguinose senza un senso . forse la morale dell'autore potrebbe essere stata " siamo tutti animali"? .. inguardabile
Trama scritta in mezza giornata seduti al bar, dialoghi che non esistono essendo quasi tutti monologhi, effetti speciali ridicoli.
Ma la cosa più assurda è il finale: sembra quasi che la troupe sia entrata in sciopero e allora il regista abbia deciso di piantarla e finire il film lì dove erano arrivati con le riprese.
Laurence Fishburne scritturato solo per attirare polli spettatori.
Si salva solo l'atmosfera di tensione dal primo all'ultimo minuto della pellicola. Peccato perché l'dea era buona ma è stava sviluppata troppo grossolanamente.
Film apocalittico che mi ha lasciata perplessa. La sceneggiatura è piuttosto scontata e l'introspezione psicologica dei personaggi praticamente assente. Recitazione non sempre sufficiente. Bella l'ambientazione.
sceneggiatura scolastica, strutturata in tre parti ben definite ( introduzione-parte centrale-finale) prevedibile e condito di tanti dejavù, non sarebbe nemmeno realizzato malissimo, ma è troppo banale, e ben presto finirà nel dimenticatoio
Una glaciazione planetaria decima il genere umano e costringe i sopravvissuti a vivere in piccoli gruppi sottoterra ma un messaggio di soccorso, giunto da una delle "colonie", porta la speranza per una vita di uscita nonché un discreto numero di problemi al seguito… Cosa abbiano in comune Snowpiercer, Aliens, Dead Space (il videogioco), Resident Evil (videogioco e film), 3 Days to Kill (benchmark oramai per le riflessioni introspettive fuori tema) è presto detto: l'ultimo lungometraggio di Jeff Renfroe. La regola somma delle parti trova in questa particolare alchimia la migliore delle confutazioni, ovvero, l'idea di attingere a quanto di buono proposto dai titoli succitati si è rivelato un fallimentare, noioso e piatto tentativo di svecchiare un genere, quello dei survival-disaster-movies ultimamente poco presente in sala (forse era un segnale da non ignorare…). La trama è la solita con il pretesto di provare l'ennesimo gadget ecologista che finisce per raffreddare un po' oltre i limiti del corpo umano, l'umanità che paga per il proprio ardore e finisce sottoterra cercando di sopravvivere in serre create ad-hoc, un gruppo vario di personaggi con carattere smussato ad arte in modo tale da creare anche sui turni di guardia e tanta, troppa, voglia di raccontare un dramma, che regista e sceneggiatore in primis non hanno minimamente sperimentato sulla loro pelle, attraverso le vicende personali dei vari attori. Il protagonista fondamentalmente è uno Sam (Kevin Zegers) che va dapprima a zonzo con un redivivo Laurence Fishburne, mentore/mentore ma anche leader carismatico della prima parte, poi si destreggia da novello Lancillotto con la bella Kai (al secolo Charlotte Suillivan) quindi con una verve da far invidia alla più adrenalinica Milla Jovovich si lancia in un'indomita caccia agli zombie che ricorda uno sparatutto in prima persona poco survival e molto splatter.
La recitazione non è malvagia ma ciò che manca è l'analisi introspettiva dello stato d'animo dei personaggi calati all'interno di uno scenario che non riescono a scaldare con il loro ardore, contribuendo, paradossalmente, al congelamento anche del pubblico in sala. La terza opera di Renfoe, dopo gli anonimi One Point 0, Civic duty, è quindi un passo falso completo, un inno ai luoghi comuni e al "finché vita c'è speranza" con una linearità che viaggia su binari, una sceneggiatura di cui abbiamo affrescato i tratti salienti ed un accompagnamento sonoro, per chiudere il cerchio, sullo stello livello qualitativo.
Fishburne oltre alla sua presenza "fisica" da Matrix porta con sé anche un'altra chicca ma per evitare spoiler rimandiamo direttamente a fine pellicola… Il budget non era da blockbuster, si stima sia stato 16 milioni di dollari, ma non è necessario che vi siano major o multinazionali a finanziare film per poter apprezzare del buon e sano cinema.
Apprezzabile, almeno, la volontà di non includere sponsorizzazioni stile l'ultimo Transformer non sapremo mai se per scelta (forse nel bianco manto nevoso sarebbe stato troppo…) o per necessità (nessuno che si sia fatto avanti…).