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Dal gennaio scorso anche noi italiani abbiamo avuto il "privilegio" di poter recarci al cinema per vedere "Darkness", nuovo film horror diretto dal semisconosciuto regista spagnolo Balaguerò ("Nameless" è l'unico suo film noto). E dal Gennaio scorso noi italiani abbiamo anche il diritto di criticare "Darkness", in quanto rappresenta uno dei peggiori film horror degli ultimi anni. Già l'aggettivo "nuovo" gli sta molto largo: "Darkness", infatti, è un film riciclato dall'inizio alla fine (o quasi). Nell'ultima produzione di Balaguerò (e speriamo rimanga tale) l'originalità è stata del tutto bandita e la carenza di idee o di spunti "diversi" dal solito è cocente.
Se già il titolo non è il massimo dell'originalità la trama fa di peggio: la solita famiglia felice che si trasferisce (senza alcun motivo spiegabile) nella solita casa di campagna, naturalmente isolata dal resto del mondo. E "sorprendentemente", nella casa cominciano a verificarsi strani fenomeni. In sintesi, una storia già sfruttata e spolpata fino all'osso da circa un migliaio di altri film dell'orrore, alcuni dei quali anche ben riusciti ("The others" tanto per citarne uno dei migliori). Ma le scopiazzature di questo film nei confronti dei predecessori non finiscono qui: il padre comincia ad impazzire dopo il trasferimento ("Shining"), gli oggetti nella casa si spostano da soli ("Poltergaist"), la casa nasconde segni esoterici ("Lost souls"), alcuni anni prima la stessa casa è stata teatro di un massacro di bambini ("Haunting"), il bambino è il primo ad avvertire strane presenze ("The others") e si potrebbe continuare fino all'infinito a elencare le numerosi parti "già viste", che culminano nella scena in cui si vedono due bambini affiancati sull'attenti identici alle gemelle presenti in "Shining": offensivo per un cultore di film horror.
L'assenza di originalità è accompagnata dalla presenza di evidenti incongruenze all'interno della trama: perché Carlos non mostra la foto ai genitori di Regina? Qual è il ruolo dei signori con gli occhiali da sole nella foto? Cosa centra nel film la donna-ragno? E quanto diavolo dura l'eclissi alla fine del film? Ma tutte queste domande rimarranno nella mente dello spettatore anche dopo la fine del film, visto che gli sceneggiatori non hanno pensato alle risposte.
Ma il fine principale del genere horror è quello di incutere paura nello spettatore ma, anche in questo caso, "Darkness" delude, anche se in maniera minore. Le scene di maggior spavento sono affidate alle apparizioni nel buio, o in contemporanea con un lampo, delle anime dei bambini uccisi nella casa alcuni anni fa: pregevolmente terrorizzanti inizialmente, ma alla lunga il loro utilizzo risulta troppo eccessivo. Sotto questo punto di vista si salva, però, il finale: estremamente angosciante e abbastanza originale.
Il montaggio, da parte sua, dovrebbe aiutare a creare suspence, ma cade ben presto nel patetico e nel comico riproponendo con eccessiva rapidità le stesse sequenze per circa un migliaio di volte. Alcuni degli attori sono totalmente fuori parte (su tutti il marito e la moglie) mentre gli altri (fra cui il "nostro" Giancarlo Giannini) recitano sufficientemente bene. Altro discorso va fatto per la sceneggiatura, una delle peggiori mai "viste" in un film: i discorsi sono scontati e banali dall'inizio alla fine.
In definitiva, "Darkness" è un film retto su basi troppo deboli; i difetti riscontrabili durante e postumi alla visione sono molteplici, troppi considerando la campagna pubblicitaria realizzata per la sua promozione. Dopotutto è un film che si può riassumere in poche parole: il solito "cattivo" di turno che vuole far trionfare il male per qualche oscuro motivo e la solita casa isolata da tutte le altre. Il film è tutto qui, non è un po' troppo poco? Ingiustamente sopravvalutato...
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Recensione a cura di Gabriele Nasisi - aggiornata al 14/05/2003
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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