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Il 2007 passerà alla storia della cinematografia italiana come l'anno dei sequel "furbi". Dopo il successo commerciale di pellicole "carine" come "Manuale d'amore" e "Notte prima degli esami", registi e produttori si sono affrettati a realizzare una seconda parte per sfruttare l'onda precedente ma, come insegna l'esperienza spesso e troppo volentieri il seguito delude le aspettative, fallisce, allontana.
Il caso della nuova pellicola firmata da Fausto Brizzi è evidente. L'anno scorso il Nostro aveva realizzato un caso cinematografico interessante affrontando un periodo non tanto distante dall'epoca attuale, infarcendolo di motivetti orecchiabili e ancora fischiettati ed ascoltati e conquistando tutti i post-trentenni presi da un'irrefrenabile ondata di nostalgia.
Quest'anno si è basato molto sui giovani attori dell'altro film cambiando però la protagonista femminile, ma lo spirito della storia del 2006 è ahimè svanito.
Il cameratismo, l'amicizia, la paura per gli esami qui sono venuti quasi completamente meno ,con questa scelta forse Brizzi vuole metterci un pizzico di venatura polemica verso la riforma Moratti che ha svuotato completamente di qualsiasi pathos gli esami di stato, quindi vediamo i giovani protagonisti alle prese con mare e amorazzi piuttosto che con i libri.
Il cambiamento epocale che si è avuto nel passaggio tra gli anni Ottanta e il "Duemila e qualcosa" è segnato fondamentalmente dai telefonini onnipresenti oggi e sconosciuti allora.
Il romanticismo, l'imbranataggine che caratterizzava il Luca del primo film è sostituito da una maggiore sfrontatezza e incoscienza, mascherate dietro il visino da bravo ragazzo dell'interprete Vaporidis e anche l'intero film è sicuramente meno edulcorato con ragazze fin troppo disinvolte e disinibite contrapposte all'aria da finta educanda della Capotondi, protagonista femminile dell'anno scorso che pure però faceva la sua figura da ragazza sicuramente emancipata per la sua epoca.
Il fallimento dell'istituzione-scuola (nell'ottica del regista) è rappresentato dal passaggio di consegne da un Faletti professore decisamente autoritario e severo alla professoressa Autieri, carina e amicona dei ragazzi, ma soprattutto psicologicamente ed emotivamente fragile.
Adulto niente affatto autorevole è Giorgio Panariello, padre toscano di Luca, simpatico nella sua parlata ma poco all'altezza rispetto al Faletti dell'anno precedente mentre i nuovi nonni, moderni e attivi, tanto diversi dai loro coetanei di venti anni prima hanno come portabandiera l'ex sciuscià Interlenghi, irriconoscibile per aspetto e anche per spessore recitativo.
L'occhio agli anni Ottanta è ancora vivo in un paio di citazioni che chi è più attento può cogliere senza problemi: il Pruzzo citato dalla tifosa al balcone e il gesto plateale di Luca che riprende smitizzandolo e svuotandolo del suo significato un'immagine simbolo del 1989, l'anno in cui era ambientato il primo film.
Accanto ai protagonisti veri della storia altri che si sono conquistati la partecipazione sul campo qualche mese prima: gli azzurri campioni del mondo, interpreti delle scene più emozionanti dell'intera pellicola, a suggello di una sbornia collettiva ormai passata alla storia.
Per seguire il filo rosso della Nazionale di calcio Brizzi è riuscito a far spostare la prova scritta degli esami da metà giugno, suo periodo canonico ormai dal 1985, al 5 luglio giorno successivo alla semifinale Italia-Germania, potenza del cinema e del calcio, vero motore dello stivale italico...
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 05/03/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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