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Probabilmente William Wyler quando decise di realizzare il film ROMAN HOLIDAY (vacanza a Roma e non vacanze come nella nostra traduzione) non pensava che stava dando vita a un vero e proprio cult della cinematografia mondiale.
In fin dei conti gli elementi giocavano in suo favore solo in parte: c'era Gregory Peck, attore all'apice del successo dopo i film interpretati a fianco di dive del calibro di Ingrid Bergmann, Susan Hayward e Jennifer Jones, c'era il comprimario Eddy Albert, c'era lo scenario naturale offerto da Roma ma la parte della protagonista era stata assegnata ad una debuttante, l'allora giovanissima Audrey Hepburn che invece seppe dare al suo personaggio la grazia algida e l'allure adeguati per il ruolo.
VACANZE ROMANE è importante anche per il ruolo assunto dal nostro paese: girato interamente a Roma sia in interni che in esterni, da' la stura alla Hollywood sul Tevere, cioè a produzioni americane girate a Cinecittà attratte dai costi ridotti e anche dalle valide maestranze e inconsapevolmente fa da testimonial turistico per il Belpaese attirando ricchi turisti americani ormai definitivamente convinti che l'Italia non è più un cumulo di macerie e di sciuscià come nelle descrizioni crude dei film neorealisti tanto amati proprio negli Stati Uniti.
Al di là della trama del film e con il beneficio di chi parla di esso cinquant'anni dopo occorre infatti dire che con VACANZE ROMANE l'Italia mostra al mondo un lato più positivo, di nazione ormai uscita dal tragico dopoguerra, non a caso i comprimari italiani sono tutti dei lavoratori: i poliziotti efficienti e pronti a intervenire, il cocomeraro grasso, il giovane coiffeur con qualche velleità ma c'è anche un aspetto che rimarrà come un marchio in tutti gli altri film americani o anglosassoni girati da noi e cioè l'aspetto folkloristico che vuole l'italiano caciarone, dedito a balli e divertimenti ma anche rissoso. Paolo Carlini, l'attore che interpreta il parrucchiere, incarna inoltre il classico italiano visto da oltreoceano: capelli neri, baffetti, aspetto magro e nervoso e soprattutto una dubbia maglietta a righe che si continua a vedere tuttora nei film di produzione recentissima (vedasi Sotto il sole della Toscana o Il talento di mr. Ripley). Non a caso Roma è per la giovane principessa Anna (sembra che il personaggio fu ispirato dalle vicende dell'allora giovanissima principessa Margaret, sorella ribelle di Elisabetta II) un'occasione di fuga e di libertà proprio perché l'Italia è da sempre per gli anglosassoni (e per gli americani) una terra scevra da ogni obbligo.
Tornando al film, i suoi interpreti sono tutti perfettamente in parte, dalla giovane Hepburn allo scanzonato Peck e ad Eddie Albert, comico di gran successo negli anni Cinquanta; inoltre un plauso è d'uopo al grandissimo William Wyler capace di passare con grande disinvoltura da trasposizioni di romanzi come in La voce nella tempesta a film neorealisti come I migliori anni della nostra vita a commedie leggere un po' furbe come VACANZE ROMANE, primo di una lunga serie di incursioni nel campo leggero.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 13/04/2005
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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