James Bond è impegnato in un'esercitazione durante la quale però deve eliminare un agente che gli ha sparato sul serio. Dopo questo prologo viene inviato a Bratislava per organizzare la defezione di Georgi Koskov, un generale del Kgb. Qui sventa un attentato organizzato da una graziosa violoncellista-spia. Si reca quindi in Afghanistan dove scopre che dietro a tutto si cela proprio Koskov.
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In Zona Pericolo cambia il fattore Bond, cioè il cambio di attore con Dalton al posto di Moore e la differenza si nota subito, grazie al buon curriculum dell'attore e sfumature più realistiche e dure rispetto al suo predecessore dotato di un più spiccato senso dell'umorismo. Quello che non cambia è la narrazione della storia, attenta sicuramente all'attualità politica dell'epoca (guerra in Afghanistan fra societici e resistenza mujaheddin), ma povera di inventiva tanto che non c'è un vero proprio villain di spicco. La regia di Glen è professionale vista la sua esperienza con la serie, ma rimane un piatto dove l'ingrediente principale è cambiato ma il sapore rimane sempre lo stesso.