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Il titolo potrebbe ricordare feroci scontri stradali di spielberghiana memoria, in realtà questo "Duel" è un corto realizzato dal regista ceco Pavel Koutsky. Classe '57, l'autore, crea un'opera in cui è chiaro il richiamo al contesto storico e sociale vissuto personalmente, costretto ad un'omologazione atta a creare cloni in serie, persone incapaci di sviscerare un proprio pensiero, burattini usa e getta al servizio dello stato. La ribellione è possibile e Koutsky anima il proprio istinto sovversivo attraverso la disubbidienza di un ragazzino, che dopo anni di indottrinamento forzato trova il mondo di farsi valere come entità unica pesante in autonomia. Nessuna violenza a sottolineare il valore educativo del girato, ma anzi, una protesta giunta proprio attraverso quella cultura di cui spesso ai potenti conviene rivelarne una minima parte, per di più spesso manipolata. Epilogo ottimista anche se il male resta in agguato. Koutsky è considerato con Jiri Barta e Jan Svankmajer uno dei più grandi registi della Repubblica Ceca: in questo caso offre una riuscita fusione tra disegno animato e oggetti reali di uso comune.
L'omologazione ed i suoi pericoli, specialmente nella fase di apprendimento. Ottima l'idea della catena di montaggio, stilisticamente ricorda i lavori di Svankmejer.