Due uomini sono amici da una vita ma a un certo punto, proprio quando si trovano insieme su una remota isola irlandese, uno dei due decide di voler troncare l'amicizia, generando una situazione strana e sgradevole.
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VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film commedia o musicale, Miglior attore in un film commedia o musicale (Colin Farrell), Miglior sceneggiatura (Martin McDonagh)
Colgo l'occasione per spiegare la faccenda (forse) una volta per tutte. L'antropologia di Nietzsche è dualistica contrapponendo i nichilisti attivi ai passivi: mentre gl'uni accettano lo status quo per "amor fati", gl'altri non riescono ad adattarvisi non possedendo un'indole che consenta loro d'accettare il survivalismo col suo processo degenerativo fino all'estinzione. Sin qui l'umanità ha dimostrato di rientrare in tale categoria binaria, idem l'intera cultura planetaria. L'esistenzialismo novecentesco è stato un fenomeno di massa ch'è andato scomparendo nella seconda metà del secolo. Ancor prima troviamo l'epica greca da Omero a Esiodo, la filosofia presocratica, la tragedia ateniese giunta al punto di non ritorno con l'"Edipo a Colono" di Sofocle nel 401. In ambito ebraico, l'ulteriore radice del pensiero occidentale, troviamo il disfattismo del Qohèlet. Il problema di costoro consiste nel fatto che hanno sempre e solo saputo o lamentarsi o protestare, non suggerendo mai nulla di costruttivo. I nichilisti attivi sono invece epicurei, oraziani, giovenaleschi, cantori del "carpe diem". Pure l'arte e quindi il cinema sono riconducibili alle due tipologie nietzscheane, e singoli autori o singole opere possono persino oscillare instabilmente fra un polo e l'altro. "Tertium datur"? In effetti sì. Nel 524, l'anno prima d'essere ucciso, Boezio espone nel "De consolatione philosophiae" un dilemma che troverà una formula più rigorosa con Leibniz negli "Essais de Théodicée", scritti nel 1705 e pubblicati nel 1710: "Si Deus est, unde malum? Si non est, unde bonum?". Per atei, materialisti e immanentisti si spalancava l'opportunità d'analizzare il secondo corno del dilemma. Quanti ne hanno approfittato? Quanti finalmente hanno iniziato a fornire una proposta? A mia conoscenza, un unico pensatore: Ernst Bloch, cominciando dal suo libro principale edito nel '59. Cioè il nostro tentativo d'esordio al di là dei nichilismi attivi e passivi data ad appena pochi decenni fa, e nessun altro studioso ha affiancato Bloch nell'inedito filone di ricerca da lui inaugurato. Shockante, sconvolgente, devastante. Con ciò pure McDonagh non può non rifarsi alla "disperazione di Kierkegaard" (Federico Pontiggia), alla "crepuscolarità funerea di Beckett" (Enrico Azzano), "non per niente Samuel Beckett è dublinese e certamente uno dei referenti più forti, [...] abilissimo tessitore di trame e dialoghi impastati nell'assurdo" (Emanuela Martini), "sembra una commedia dell'assurdo in costume scritta da Beckett" (Carlo Valeri). E perché non addirittura il Sartre de "La Nausée", 1938? Basta con 'sta retroguardia, dopo decenni e millenni esigo dalla cultura qualcosa che come minimo (ri)parta da Bloch.