greed - rapacita' regia di Erich Von Stroheim USA 1924
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greed - rapacita' (1924)

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locandina del film GREED - RAPACITA'

Titolo Originale: GREED

RegiaErich Von Stroheim

InterpretiZasu Pitts, Gibson Gowland, Jean Hersholt, Chester Conklyn

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 1924
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1924

•  Altri film di Erich Von Stroheim

Trama del film Greed - rapacita'

Un sedicente medici e sua moglie vincono una grossa somma alla lotteria. Tanto basta per rovinare quel poco che resta del loro matrimonio. La donna, pur di non intaccare il gruzzolo, preferisce continuare a vivere in miseria e finisce così a essere uccisa dal marito il quale a sua volta...

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Voto Visitatori:   9,50 / 10 (20 voti)9,50Grafico
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Voti e commenti su Greed - rapacita', 20 opinioni inserite

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stratoZ  @  12/07/2025 13:28:07
   9½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Il capolavoro di Von Stroheim ma direi uno dei capolavori del muto, "Greed" è un film straordinario nel suo descrivere con acuto pessimismo la natura umana, arida e avida, un film in cui i protagonisti sono dominati da una cupidigia a livelli patologici che li porta prima all'ossessione ed infine all'autodistruzione, uno di quei film maledetti del periodo muto di cui non abbiamo una visione completa, tra diverse versioni e ricostruzioni, ma nonostante questo, le parti sopravvissute sono una meraviglia per gli occhi e per i sensi.

Tramite una storia estremamente basilare Von Stroheim mette in scena un film struggentemente amaro, narrando le vicende attorno a tre personaggi principali, quello che potremmo definire il protagonista McTeague, il suo migliore amico Marcus e Trina, inizialmente McTeague possiede uno studio dentistico, un giorno Marcus porta Trina, una donna di cui è apparentemente infatuato, per dei trattamenti ai denti, da qui McTeague si innamora della donna e trova il coraggio di chiedere all'amico se può sposarla, che in un momento di benevolenza decide di rinunciare a Trina e la concede a McTeague, il quale inizia a frequentare Trina e poco dopo le chiede di sposarsi, tutto bene fin quando non arriva il motore scatenante dei disastrosi eventi successivi, ovvero il denaro, l'apparente fortuna di una vincita alla lotteria di ben 500.000 dollari sarà l'atto che distruggerà per sempre la vita dei tre, con un'iniziale invidia da parte di Marcus, che viene divorato dal rimpianto di aver concesso all'amico di sposare una donna che poi avrebbe vinto una somma di denaro tale ma anche con una forte dipendenza creata da questo tesoro - ecco immaginatevi adesso Trina come Gollum che esclama "il mio tessssssoroooo" con la somma vinta, più o meno è questa la sensazione che trasmette - che progressivamente distrugge il rapporto di coppia, la seconda parte di film è tutta una discesa nei meandri dell'animo umano più meschino, avaro ed egoista, con una serie di bassezze tra i personaggi che segnano sempre nuovi livelli, da Marcus che denuncia l'amico per invidia, in modo da fargli chiudere lo studio e lasciarlo senza lavoro, a Trina che sempre più ossessionata dalla somma, che decide di non toccare per preservarla, diventa sempre più avara, non concedendo prestiti neanche alla madre e risparmiando qualche centesimo anche per cose essenziali, costringendo il marito ad uscire a piedi anche quando piove per non sprecare i soldi del taxi, comprando la carne avariata per spendere meno, la narrazione sembra applicare questo paradosso, l'ingente somma di denaro al posto di migliorare la vita dei protagonisti la peggiora notevolmente, e lo si vede sia negli aspetti riguardanti il tenore di vita, con la coppia che progressivamente ha sempre un aspetto più trasandato, tra barba incolta, vestiti strappati, casa lasciata a se stessa, sia negli aspetti emotivi in cui si crea un distacco che diventa insanabile, l'avarizia divora ogni singolo aspetto dei rapporti interpersonali, lasciando come unico compagno il denaro, fino all'inevitabile autodistruzione che avviene in quella meravigliosa sequenza finale nella Death Valley, momento che trovo agli apici del cinema, con la resa dei conti tra McTeague, ormai fuggiasco col denaro e Marcus, nel bel mezzo del paesaggio più arido, con un mood quasi apocalittico in cui ogni forma di vita viene distrutta dall'egoismo umano, il cavallo muore di sete, l'uccellino probabilmente di stenti, la borraccia con l'acqua, fonte di vita viene perforata nel tentativo di fermare il cavallo col bottino, in questi gesti vi è una certa cecità dell'animo che non riesce a ponderare l'importanza degli elementi, l'avarizia estrema da priorità al denaro anche rispetto a ciò che è essenziale per vivere, dopo la distruzione dei rapporti interpersonali, la perdita dell'acqua in un contesto simile è la definitiva pietra tombale sulla vita e sull'animo dei due.

E poi c'è la regia di Von Stroheim che è semplicemente straordinaria, che mischia un linguaggio realista con una componente simbolica visionaria da urlo, poco da fare, il film è pieno di simboli, visioni, metafore, una più bella dell'altra, la stessa Death Valley è il contesto ideale del confronto perché rappresenta l'aridità dell'animo umano che distrugge ogni forma di vita, così come la speranza di redenzione, il simbolo del gatto che attacca gli uccellini in gabbia per mostrare il tradimento di Marcus ai danni dell'amico, la bara che passa sullo sfondo durante il matrimonio che diventa una sorta di presagio sull'esito fatale dell'evento - e c'è da apprezzare tantissimo anche l'uso della profondità di campo che porta a mostrare l'azione su due piani separati, ricordiamoci che si parla di un film del 1924, non era affatto scontata come cosa - fino ad arrivare alle visioni vere e proprie che fungono da perfetto intermezzo, ovviamente la più famosa ed esplicativa, quelle delle braccia rinsecchite dall'avarizia che maneggiano il denaro, da contestualizzare al comportamento di Trina in quel momento che andava avanti di stenti per preservare la somma vinta, fino all'immagine della mano che stritola i due protagonisti, e crea anche una certa sensazione di oppressione, altro momento altissimo.

Greed è un film che ha fatto scuola, incredibile capolavoro che riesce perfettamente a coniugare una narrazione dilaniante, estremamente sentita, che spezzetta l'animo umano ormai arido ad un simbolismo incredibilmente suggestivo.

cort  @  16/12/2020 22:02:36
   7½ / 10
Ho visto la versione da 1.40:
Vedere un film in bianco e nero, senza voci ma solo con una musica di sottofondo potrebbe impaurire, ed è quello che mi è successo nei primi 10 min, ma superando lo scoglio ho iniziato ad apprezzarlo per la regia veramente pensata e piena di significati palesi e alcuni nascosti e le prove attoriali veramente magnifiche. Guardando i commenti sotto apprendo che ho visto circa un quarto di quello che il regista voleva farmi vedere e penso che sarebbe da dividere il film nelle due versioni(da che ho capito c'è quella che arriva a quattro ore).
Comunque da quel che ho visto il film è ottimo ma e palesemente "censurato" e quindi cercherò la versione con i pezzi recuperati!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/04/2019 00:23:42
   9 / 10
Uno di quei film maledetti, forse il piu' famoso e bello di tutti, che non ho avuto la fortuna, come molti, di vedere per intero, o quantomeno la versione di 4 ore voluta dal regista prima dell'ennesimo taglio di produzione.
Soffermandomi su questa "parte" di film visionata posso dire che è un capolavoro ma si puo' dare il massimo dei voti a qualcosa non voluto dallo stesso regista? forse no.
Un film muto, con poche didascalie, che segue la trasformazione di una coppia dopo aver avuto la notizia di una vincita. L'avidita' come non era stata mai inquadrata, un film spietato che non lascia speranza nemmeno con il finale...splendido anche questo.
Indimenticabile il matrimonio con il carro funebre sullo sfondo...

Orikum  @  22/03/2013 10:09:19
   10 / 10
Quando un film di una certa epoca , ti colpisce così tanto.., hai poco da dire. Capolavoro del cinema muto, tutto perfetto. Von Stroheim regista maestoso.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  10/08/2011 23:07:00
   8 / 10
Prima pellicola girata internamente in esterni, RAPACITÀ é famosa sia per la storia che sta dietro alla sua realizzazione sia per il suo considerevole impatto artistico. Un film molto forte, realistico,accattivante e tuttora perturbante.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  12/11/2010 19:26:25
   10 / 10
Oggi non sono in vena di lunghe analisi e disamine sui film capolavori.
Dopo aver letto recensioni ottime(come quella di amterme63 che ringrazio!), non posso che tacere come ho già fatto per "8 1/2".
Il più bel film muto di sempre, insieme a L'Age d'Or di Bunuel, quantomeno, per quanto mi riguarda.

Gabo Viola  @  10/02/2010 20:04:52
   10 / 10
Non ho nulla da dire su Greed, si potrebbe scrivere una tesi di laurea in merito oppure tacere. Oltre cinema come non mai, nel 1924 Stroheim invoglia tutti i dilettanti del secolo a raccogliere pomodori, tutti gli scrittori della domenica, tutti i musicisti da piano bar, tutti i cineasti a la Muccino ad andare a fan **** una volta per tutte. Sparite, teatresi. Ma cosa rimarrà di voi??? Per di-o, cosa??? Questo film lo guarderanno famiglie in viaggio interplanerio tra 300 anni.

pinhead88  @  08/01/2010 23:52:56
   9 / 10
Classico esempio di film "maledetto" e uno dei massimi capolavori mutilati del muto.purtroppo come quasi tutti l'unica versione che sono riuscito a trovare è quella con scene tagliate,senza aggiunte di colore come Von Stroheim aveva previsto in alcune sequenze.comunque basta e avanza per capire che si tratta di un capolavoro.è un film che comunica grande forza espressiva,anche senza utilizzare figure granchè rilevanti.L'avarizia che viene manifestata da Zasu Pitts è una delle migliori espressioni che il cinema muto abbia potuto partorire.

Dr.Orgasmatron  @  07/12/2009 02:24:18
   10 / 10
E' il più grande capolavoro mutilato della storia del cinema. La versione che posssiamo ammirare non è che il 25% circa di quella che Von Stroehim avrebbe voluto far uscire. Basta però e avanza per capire che si tratta di un film epico. Il denaro e la conseguente avarizia sono all'origine di tutti i mali in questo dramma pieno di simbolismi e parallelismi tra uomo ed animale. Chapeau per il tragico finale nella Death Valley. Imprescindibile

DarkRareMirko  @  02/09/2009 23:51:28
   10 / 10
Tra le vette più alte del muto in assoluto, nonchè il miglior film di Von Stroheim.

L'avarizia è una brutta cosa, ma proprio brutta brutta brutta, e questo film, tramite sequenze solo apparentemente retoriche e banali (tipo le continue scene con le mani - cadaveriche mi pare - nel denaro sempre pronte a crogiolarcisi sopra), nonchè con interpretazioni magistrali, ne dà un'ottima rappresentazione.

Da evitare assolutamente la versione tagliata a 135 minuti; solo quella rivisitata e semicolorizzata, da 4 ore (che non sono affatto pesanti, anzi, ma interessanti e ben montate), si avvicina più agli intenti dle grande regista (un pò com'è successo col Caligola di Brass).

Questo è cinema; il denaro non fà la felicità, ma proprio no, soprattutto se molto e soprattutto se è in mano ad un certo tipo di persone.

7 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2009 23.35.55
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roy d'arcy  @  02/09/2009 19:08:28
   10 / 10
anche se mutilato greed comunica una forza espressiva raramente raggiunta al cinema. Ha influenzato Orson Welles, che da von Stroheim riprende la profondità di campo e non poche inquadrature, che sono delle vere citazioni. Anche Jean Renoir deve molto a von Stroheim e a Greed. Renoir riocnobbe sempre la sua grandezza, tant'è che lo lasciò autodirigersi nella Grande Illusione. Anche il tanto celebrato neorelismo italiano aveva avuto un notevole precedente nelle scene giarate nelle strade di San Francisco. Mi rammarico soltanto che non si riesca atrovare un dvd della versione restaurata, visibile a pezzi su youtube. Sarei grato se qualcuno mi aiutasse a trovarlo.

bulldog  @  28/07/2009 02:28:05
   8 / 10
Probabilmente il capolavoro assoluto di Von Stronheim.
Il problema che si pone nel dare un giudizio a questa pellicola è lo stesso che ho avuto per queen kelly,ovvero ho difficoltà a dar un giudizio a un film che il regista aveva partorito di 7h ma che fù poi stato tagliato a 3h dai produttori e adattato infine a un oretta e mezza.
Come si fa a valutare un opera quando il prodotto finale non è quello che voleva l'ideatore?
Vabè a parte questo,do un 8 per la versione che ho visto io.
Realismo e simbolismo si fondono per formare una controversa perla storica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/07/2009 10:50:51
   10 / 10
Ecco l'esempio più lampante di come i produttori possano mutilare un film. Greed di Stroheim è una delle perle assolute del cinema, espressione del talento visionario del regista che come pochi altri ha saputo descrivere la parte oscura dell'animo umano. La parte finale della Death Valley è uno dei momenti migliori di cinema che mi sia capitato di vedere. Memorabile Zasu Pitts nel personaggio di Trina.

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 20:35:07
   9½ / 10
Quasi quasi, nella foga di commentare capolavori su capolavori, mi dimenticavo del film muto forse etichettabile come l'opera più colossale del cinema, storpiata e falciata da tagli che hanno il sapore della bestemmia. Per ulteriori approfondimenti su questa magnificente quanto metaforica opera ricca di simbolismi rimando all'eccellente commento di Ultraviolence78 (complimenti, veramente un piacere leggere un commento simile).

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/07/2009 20.38.13
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Sepultura  @  30/05/2009 02:37:20
   10 / 10
Citando l'ottimo commento che mi precede, questa è davvero un'opera colossale, snaturata dai tagli, ma non scalfita nell'immensità. Chiamarlo film è riduttivo. Il finale è qualcosa di veramente fantastico. Il top di Von Stroheim e una delle migliori pellicole del periodo precedente a "Quarto Potere",che poi farà da spartiacque

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  22/02/2009 21:33:28
   10 / 10
Opera colossale di Eric Von Stroheim, di cui è stato fatto scempio: la produzione dell’epoca ridusse il film, a seguito di tagli –per usare un eufemismo- drastici, dalle 9 ore totali iniziali a meno di un terzo della sua durata, eliminando gran parte delle scene fondamentali ed indi snaturando il prodotto finale del regista (nelle cui intenzioni vi era quella di trasporre pedissequamente e meticolosissimamente il romanzo di Frank Norris “McTeague”), che nonostante tutto è riuscito ugualmente a imporsi come imprescindibile pietra miliare della cinematografia. Solo molti anni più tardi è stato effettuato un restauro della pellicola, attraverso il recupero di vari fotogrammi che sono stati assemblati a guisa di “collage”, da cui è conseguita una estensione della medesima fino a circa 4 ore (la versione più lunga tuttora in circolazione).
In “Greed” Von Stroheim coniuga un realismo durissimo a un ricco simbolismo, disseminato nei vari momenti della storia e spesso legato ad una superlativa vena visionaria, dalla quale originano intere scene. Il fine del regista è quello di mettere in scena un’umanità totalmente inaridita e abbruttita dalla avidità oggettivata, oltre che dal comportamento stesso dei vari personaggi, altresì da disparati simboli, allegorie e metafore; tra i tanti: la scena del banchetto di nozze in cui tutti i convitati sono immersi nella crapula, quella del gatto che guarda cupidamente e rapacemente gli uccellini in gabbia, o ancora quella superba delle braccia scheletriche che giocano con le monete d’oro. La cupidigia sfrenata conduce i tre protagonisti della vicenda ad annientersi vicendevolmente in una climax di ferocia, che culmina nei tre minuti finali del lungometraggio, nei quali si condensano alcuni dei momenti più potenti della storia del cinema (a cui probabilmente si è ispirato Gus Van Sant in “Gerry”). L’animo umano che si specchia nella natura circostante: un deserto sconfinato (quello imponente della “Death Valley”) teatro di morte di due uomini, a cui non rimane più niente, se non proprio quelle dannate monete d’oro che, nell’immagine di esse sparse al suolo desertico, vengono restituite alla loro dimensione originaria: l’inutilità o -“rectius”- perniciosità, in quanto mezzi che favoriscono il degrado dell’individuo fino all’estremo inaridimento.
Un capolavoro assoluto ma allo stesso tempo maledetto, perché sciaguratamente depredato di sequenze importanti (come quella del sogno di Trina) nonché di due intere sezioni (relative alle altre coppie di personaggi della storia). Probabilmente, senza questi tagli, l’opera di Von Stroheim avrebbe assunto una portata diversa, e magari con uno spunto più conciliante (così come sembrano palesare i fotogrammi afferenti alla vicenda dei due vecchietti).

4 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2009 00.09.22
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paolino77  @  07/02/2009 14:43:58
   9½ / 10
La vetta o una delle vette del cinema muto, trasudante di metafore e significati nascosti. Il capolavoro assoluto di Von Stroheim

Jumpy  @  07/01/2008 09:56:56
   10 / 10
Capolavoro del film muto, da cineteca tutta la seconda parte fino al finale... sublime

Duca di Blangis  @  28/03/2006 20:48:16
   10 / 10
Greed è il film più mutilato di tutta la storia del cinema, quando era finito era di circa 10 ore!!! poi è stato ridotto a 4...io ho visto la versione da 2 ore e mezza. Non ci sono parole per descrivere questo film, a mio avviso il MIGLIORE film muto mai fatto...OGNI scena è coinvolgente(NON eisiste un film dove TUTTE le scene sono AVVINCENTI...tutte le scene...tutte tutte!), grottesca, cinica, sadica(il film è un climax di crudeltà ed arriva al punto dove mcTeague morde la mano alla moglie per farsi dare i soldi)...`questi aggettivi portano ad un aggettivo di sintesi finale: realistico!
Von Stroheim, ovvero" l'uomo che amereste odiare" è uno dei più grandi psicologi della storia del cinema; riesce ad ottenere quello che vuole dai personaggi...trattandoli male, infatti trattandoli come cani gli attori vogliono andarsene e proprio allora Stroheim fa il film. Ricordo che un attore alla fine delle riprese nel deserto è stato ricoverato.
Tutto il film è legato alla metafora dei due uccellini in gabbia...la moglie guarda gli uccelli in gabbia, poi con aria triste guarda il suo nuovo marito...
Memorabile la sequenza finale nella valle della morte, dove fino alla fine i 2 personaggi lottano per il denaro...ma poi è troppo tardi...uno muore....la borraccia bucata da un colpo di pistola....il cavallo morto....McTeague(ammanettato al nemico morto) si siede...prende l'uccellino, lo bacia come aveva fatto all'inizio del film e lo lancia via verso la libertà...questo cade morto e metaforicamente si capisce cosa succederà al nostro eroe, vittima del denaro e carnefice dei sentimenti.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/09/2009 22.54.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  15/04/2005 19:25:07
   10 / 10
Sarò molto sincero. Tra tutti i film del periodo muto del cinema "Greed" è sicuramente quello che mi ha trasmesso di più. Direi che in quell'epoca è il mio preferito.

Stroheim fa un film universale che non è solo un saggio indimenticabile sull'avarizia, ma un'opera visionaria e mastodontica praticamente impossibile per l'epoca, sulla triste realtà degli uomini e dell'umanità.

Strhoeim è forse una delle vittime più illustri dei rapporti difficili tra le produzioni e i cineasti genialoidi. Tant'è che alla fine dopo qualche film si dedicò esclusivamente al mestiere di attore, fino alla sua magistrale interpretazione in "viale del tramonto", dove il regista Billy Wilder scelse per lui non a caso, la parte del maggiordomo ex cineasta che aveva lavorato in passato con la Swanson (cosa vera tra l'altro, in "queen kelly"). In sostanza una dedica a un cineasta di cui avremmo potuto vedere veramente tanti capolavori.

"Greed" all'inizio durava 4 ore, poi accorciato a 3. Alla fine la produzione lo tagliò fino all'attuale durata. 6 mesi di riprese, un budget mastodontico per l'epoca.
Nonostante i tagli, e nonostante il regista disse che alla fine non rimaneva molto di quello che lui originariamente voleva, "Greed" rimane uno di quei film di cui non si può fare assolutamente a meno.
E come dicevo all'inizio, rimane uno di quei film muti che mettono i brividi anche oggi che sono passati 80 anni.
Penso che l'epilogo amaro ambientato e girato nella Death Valley in Nevada, non lo dimenticherò mai.

9 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2009 20.41.26
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