il bidone regia di Federico Fellini Italia 1955
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il bidone (1955)

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locandina del film IL BIDONE

Titolo Originale: IL BIDONE

RegiaFederico Fellini

InterpretiBroderick Crawford, Giulietta Masina, Richard Basehsart, Franco Fabrizi

Durata: h 1.44
NazionalitàItalia 1955
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1955

•  Altri film di Federico Fellini

Trama del film Il bidone

Augusto è un truffatore di modesto calibro che agisce in società con Roberto e Picasso. Quando la moglie di Picasso comincia ad avere dei dubbi sull'attività del marito, questi tronca ogni rapporto con i complici. Augusto, invece, che da tempo ha lasciato la famiglia, per aiutare la figlia compie un'altra truffa. I suoi nuovi compari non glielo perdoneranno...

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Voto Visitatori:   7,53 / 10 (18 voti)7,53Grafico
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Voti e commenti su Il bidone, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  26/11/2024 14:18:31
   7½ / 10
Un film feroce e crudo non solo nella messa in scena ma soprattutto in quello che racconta e nella caratterizzazione dei personaggi, cinici, carogne e con pochi ideali.
Un Fellini cinico e spietato alla regia di questo che forse è un suo film minore ma che è in possesso di un grande presa emozionale, una vasta gamma di sentimenti in contrasto tra loro che non lasciano indifferenti e che contribuiscono alla riuscita della storia.
Verdone racconta che la scena del portasigarette d'oro rubato e poi restituiro da Fabrizi lo ispirò per una scena simile nel suo COMPAGNI DI SCUOLA.

Wilding  @  02/09/2024 22:39:32
   7½ / 10
Andavano approfondite più di una questione, allora si parlava di capolavoro, visto il senso d'incompletezza che mi ha lasciato sul finire. E' un film comunque bellissimo.

DankoCardi  @  06/09/2023 19:40:25
   7½ / 10
Sono d'accordo con chi sostiene che si tratti di un film minore di Fellini, infatti non si trova mai neppure per un momento una singola scena che riporti agli elementi tipici del sognatore di Rimini, ma tutto scorre sotto un rigorosissimo e serio realismo; la sceneggiatura, poi, non è perfetta con i personaggi di Richard Basehart e Giulietta Masina che ad un tratto scompaiono del tutto. Ciò non toglie che sia comunque un bel film con l'analisi di un gruppo di "bidonari" mascalzoni e delinquenti senza scrupoli ma visto dal di dentro con i loro problemi, a modo loro umani, alcuni che vorrebbero un fetta della torta del boom economico fatti di macchinoni americani e feste di gala, altri che che desiderano solo dare ai figli un futuro migliore del loro (curiosamente una cosa simile la faranno anni dopo Mario Puzo e Coppola che con "Il Padrino" mostrano una famiglia mafiosa dall'interno). Nella pellicola poi ci sono una serie di tanto interessanti quanto inquietanti stangate che potrebbero capitare a tutti. Quando però, contrariamente a quello che succede nel precedente "La strada" si pensa che finalmente sia arrivata una redenzione allora colpisce un risvolto quasi agghiacciante che ci ricorda che la vita non è una favoletta e che chi nasce tondo non muore quadrato.
Nel film si cita due volte Terni...la mia città!

Goldust  @  04/10/2021 11:06:47
   7½ / 10
Un Fellini ancora vicino al realismo per un racconto pieno di cinismo che non lascia scampo a nessun personaggio protagonista. Mai il regista aveva affrontato un tema utilizzando toni così pessimistici e mai si era spinto in una critica sociale così feroce ( l'Italia del boom economico è ancora un miraggio e l'arte di arrangiarsi è ancora all'ordine del giorno ) verso un certo tipo figure prive di moralità. Esemplificativa in tal senso la sequenza del veglione in casa del bidonaro arricchito, vero evnto spartiacque tra i truffatori che ce l'hanno fatta e quelli che ancora arrancano con i soliti mezzucci in cerca della svolta definitiva. Molto lontano dai lavori più celebrati del regista ( che non ho mai amato fino in fondo ) e accolto ai tempi dell'uscita con una certa freddezza, è per me uno dei suoi lavori migliori e più autentici. Certo non è un Fellini doc, ma questo è un altro discorso.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/12/2019 01:05:48
   8 / 10
Film di Fellini interessante anche se considerato per anni come minore.


Ebbe la sfortuna di uscire tra due capolavori ovvero La strada e le notti di Cabiria entrambi prodotti da De Laurentiis e vincitori di Premi Oscar.


Qui produsse Goffredo Lombardo convinto di vincere il Festival di Venezia. Ma ciò non accadde anzi fu molto criticato il film che fu anche un mezzo fiasco ai botteghini.


Sicuramente un film da rivalutare infatti fu fonte di ispirazione per molti film a venire tra i tanti Risate di Gioia di Monicelli con Totò e la Magnani.

Bene il protagonista Broderick Crawford doppiato da Arnoldo Foà(al suo posto doveva esserci nientemeno che Humphrey Bogart ) bene gli altri attori con menzione per Franco Fabrizi e Riccardo Garrone più una particina per la Masina.


Sceneggiato da Flaiano,Fellini e Pinelli.


Molto toccante la scena della ragazza paralitica, verso il finale del film, che mette in discussione le sicurezze truffaldine del protagonista che bidonava la povera gente e che in questo caso si sente in colpa.


Musiche, che sono una garanzia, di Nino Rota

Filman  @  17/06/2019 16:30:33
   7 / 10
Ne IL BIDONE i tre delinquenti protagonisti sono talmente miserabili da derubare i più deboli, e qual è lo sfondo comune nell'arte verista italiana se non proprio la miseria sociale? Federico Fellini ci fa quindi ammirare il contesto rurale del suo tempo e vorrebbe accostarlo all'edonismo cittadino, mostrando forse una versione interiore della povertà umana, ma riesce perlopiù a concludere un film di genere che appassiona ed emoziona, allontanandosi dalle più strazianti soluzioni neorealiste.

Dick  @  12/09/2016 22:40:58
   8 / 10
Tra i meno citati di Fellini, è comunque interessante per come narra in maniera seriosa e senza tanti fronzoli la figura del truffatore, purtroppo sempre d' attualità e il ritmo non cala mai.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  07/03/2013 22:30:36
   7 / 10
Secondo me "Il bidone" non è un film ben riuscito. Il problema sta soprattutto nel fatto che la storia ha scarso sviluppo, è troppo statica, i personaggi e le vicende tendono ad avvitarsi su stesse, a ripetersi senza sbocco. Si indugia poi in lunghe scene descrittive di incontri, di feste, del cinico e fatuo ambiente altoborghese romano, senza avere però la sintesi e il mordente delle simili scene in "I vitelloni" e "La dolce vita". Nel "negativo" c'è anche da annoverare una prova non molto convincente degli attori (con l'eccezione di Franco Fabrizi).
Nonostante ciò il film è girato e ambientato con grande gusto e arte. La mano registica di Fellini è una grande mano e lo si vede pure in questo film.
Dal punto di vista contenutistico "Il bidone" vede i temi cari a Fellini (contrasto realtà-illusione, corruzione-semplicità, volontà-inazione, speranza-scacco, egoismo-solidarietà) esposti in una forma fortemente neorealista (tema della famiglia, della malavita, del sentimento, un'ambientazione nel mondo povero e degradato ma dignitoso, ecc.).
Purtroppo l'accoppiata non è perfettamente riuscita, in quanto alcune scene (quelle più sentimentali e strappalacrime, come quelle che vedono il figlio assistere all'umiliazione del padre) appaiono troppo forzate. Il tocco magico e poetico tipico di Fellini appare comunque qua e là, come ad esempio nelle classiche scene notturne girate in città e paesi deserti, oppure nelle campagne spazzate dal vento. Troppo poco però.
Tipicamente felliniano è poi il connubio satira, sarcasmo - tristezza, malinconia. I personaggi sono sì comici e tipici, ma allo stesso tempo dimostrano sensibilità, rimpianti, sofferenza interiore e questo li rende molto umani. Questo aspetto della storia si evidenzia nella seconda parte del film e sfocia in un finale amarissimo, fra i più pessimisti del cinema di Fellini, una vera mazzata alle illusioni e alle speranze. Un finale anomalo per l'epoca e decisamente coraggioso. Il crimine non paga, ciò che è lasciato è perso, è difficile rimediare ai propri errori, questa l'amara sensazione che ci lascia questa imperfetta opera di Fellini.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  03/06/2012 21:56:37
   7 / 10
Avendo ovviamente rivalutato col tempo l'impatto e la bellezza de I Vitelloni (cui darei minimo un sette e mezzo adesso), questo è il Fellini minore per eccellenza, quello meno citato di tutti. Strano perché pur essendo vero che nella prima parte della sua carriera al Bidone toccò il peso di stare in mezzo ai capolavori del primo Fellini (La Strada e Le Notti di Cabiria) è pur vero che qualitativamente offre molti più spunti dell'acerbo primo lungometraggio felliniano Lo Sceicco Bianco.
Anzi, Il Bidone è una storia ambigua ma anche tra le più amorali, ciniche, disincantate e feroci del regista più grande della storia del cinema italiano (e non).
Crawford è gigantesco, il finale è un pugno nell'occhio e fa male.
Alcune sequenze fungono da prova (d'orchestra) per i successivi lavori del Nostro (quella della festa è La Dolce Vita, impossibile non notarlo, e già nei Vitelloni se ne intravedevano i germi). Ma è un lavoro imperfetto, poco sviluppato in tante sue storie che si risolvono troppo facilmente con le truffe ciniche ai danni dei poveracci. Poco sviluppo dei personaggi insomma.
Ma bisogna dire che la colpa fu dei produttori che costrinsero ad accorciare (mutilare) il film a Fellini stesso, che ammetteva cosi l'ambiguità di un film non completamente riuscito, per sempre costretto a sottostare nella categoria dei "minori" non per colpa di Federico.

"Come poi risultò, il film era troppo ambiguo per il pubblico; se non altro, così disse il produttore, che pretese di accorciare la versione originale che durava due ore e mezzo, il che però non lo rese meno ambiguo. Mi fu detto che era necessario se volevo avere una qualche possibilità al Festival di Venezia di quell'anno. Per me non era un motivo sufficiente, ma i produttori sembrano amare i festival cinematografici. Ricevimenti. Ragazze. Quel che venne ignorato – peggio che ignorato – è che fui costretto a tagliare ulteriormente per ridurre la durata prima a 112 minuti, poi a 104 e a meno ancora, perché così esigeva la distribuzione in America. Là venne proiettato solo dopo i successi de Le notti di Cabiria, La dolce vita e Otto e mezzo. Tagliare Il Bidone fu per me un'esperienza molto triste e senz'altro lo danneggiò. Non volevo tagliarlo. Quando lo avevo completato era il mio film, quello che avevo fatto io. Costretto a tagliare, non ero sicuro su cosa togliere. In altri momenti avrei tagliato altre parti. Qualsiasi cosa eliminassi, sapevo che più tardi avrei avuto dei rimorsi. Feci il "taglio finale" ma ormai nulla importava più"

Chissà, con la versione corposa e completa di due ore e mezza saremmo stati sugli standard felliniani... insomma, un otto e mezzo ci stava tutto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/02/2011 21:20:29
   8½ / 10
Un Fellini davvero pessimista racconta le vicissitudini di una banda di truffatori che sfrutta la debolezza delle persone semplici senza un minimo di pieta'!
Un dei suoi film piu' pessimisti con un tocco di neorealismo perche in quel periodo pur di arrivare al proprio scopo economico non si riesce a guardare al prossimo...o almeno non ci riesce il nostro bravissimo protagonista!
Il finale è splendidamente crudele!
Un Fellini meno conosciuto,ingiustamente!

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  26/08/2009 15:23:13
   7½ / 10
Buon prodotto del maestro.
Un film poco conosciuto di Fellini ma sicuramente di ottima fattura.
Ottima rappresentazione del crudo cinismo dei truffatori, dei vigliacchi buoni solo a rubare a dei morti di fame.
Un film che merita senz'altro una visione.

Mr.619  @  25/08/2009 11:11:43
   8 / 10
Pellicola fioca ed opaca, dalle multitonalità cromatiche e deittiche, come avrebbero ben detto nel capolavoro felliniano 8 1/2, " senza speranza", almeno per coloro che ancora rifuggono la propria interiorità nei meandri dei recessi coscienziali e morali di una umanità, sembra voler dire Fellini, oramai decaduta e rinvenibile solamente nel ribaltamento metaforico delle categorie, degli accidenti e delle verità soggiacenti il tutto.La denominazione stessa del film, "bidone", è reralmente importante, dacchè non solo indica l'atto del furto o del doloso inganno, ma anche, specialmente in questa tragica opera, la depradazione (privazione) e, pertanto, riconstituzione dell'immane tropo esistenziale e psicologico costituito da una continua ed imperitura catottica riflettiva dell'estremo "pònos" sociale e filantropico, dal quale, naturalmente, ineluttabilemente solo un fattore essenziale può trarre in salvo per rivedere la luce della bontà dell'animo umano: l'amore.

Nutless  @  01/07/2009 18:24:53
   7 / 10
Un dei film meno conosciuti di Fellini, che condivide alcuni temi e luoghi con il precedente La strada e il successivo Le notti di Cabiria, senza però la coesione dei due capolavori. Una pellicola che parla di conversione (anche religiosa, in qualche modo), ma che si fa ricordare per il cinismo graffiante di almeno due scene:

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Invia una mail all'autore del commento wega  @  30/05/2009 12:23:45
   7 / 10
L' ho visto una volta e forse è poco, ma "Il Bidone" mi sembra un film imperfetto e irrisolto nel suo realismo post Rossellini, nel suo surrealismo che solo a scorci si intravede, e nel dramma patetico che nemmeno emoziona tanto. Lo considero un buon film perché comunque, come accade con Renoir, non c'è un minimo di sentenza da parte di Fellini per quanto riguarda le gesta dei suoi protagonisti.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/08/2009 13.50.03
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Jumpy  @  17/11/2008 12:18:13
   8 / 10
Crudo e tendente al neorealismo, supratutto nella seconda parte, è stranamente uno dei film meno conosciuti di Fellini

paride_86  @  29/09/2008 00:38:46
   6½ / 10
Fellini racconta il cinismo dei bidonisti. Il film si lascia guardare, ma è molto lontano dalle vette raggiunte dal Maestro, sia nei temi che nella forma.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  20/01/2008 10:26:16
   8½ / 10
Sembra un film di De Sica girato in Emilia Romagna.
Struggente e poetico, straordinario piccolo affresco di una società bastarda e spietata dove l'Umanità non è che un sentimento di debolezza.
stupisce ancora una volta l'immenso talento raffigurativo di Fellini, forse il genio più efficace del Cinema mondiale in quanto a divulgazione e percezione delle immagini e dell'arte.
Franco Fabrizi è semplicemente fantastico, poco spazio per Giulietta Masina che verrà ampiamente valorizzata nei successivi film del Maestro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  05/08/2006 02:20:06
   7½ / 10
E' il solo film di Fellini che puo' entusiasmare chi non ha mai amato fino in fondo "Il maestro", Perchè è cinico, beffardo, amorale. Immensa interpretazione di Franco Fabrizi. Sottovalutato ai suoi tempi, merita una definitiva rivalutazione

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/09/2016 22.39.13
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