il destino nel nome (2006)

Delicato e garbato affresco di una famiglia bengalese trapiantata in America.
La storia raccontata dalla Nair si snoda in un arco temporale che vede la nascita e lo sviluppo del rapporto di coppia prima e di quello genitoriale poi, trattando argomenti inerenti alla vita di ognuno, senza enfatizzarli nè essere troppo accondiscendenti, regalando una visione carica di emozioni e sentimenti umani.
Bene il cast, buona la regia, discreto il ritmo che si mantiene su livelli costanti, riuscendo a non calare mai di tono o di intensità, coinvolgendo e interessando lo spettatore.
Forse osa poco mantenendo sempre un profilo sobrio, ma complessivamente è un prodotto discretamente congegnato.

intimo, profondo, interessante....
un film che ha nella sua semplicità il suo punto di forza, con diverse tematiche affrontate in maniera delicata e mai stucchevole...
buone le interpretazioni...ottima la colonna sonora...bel film!

Interessante film che gioca su vari parelleli: India-Usa, genitori-figli, ecc.
Buon film, tocca tematiche imporstanti senza essere troppo pesante, triste in alcuni punti ma mai lacrimoso. Merita una visione.

interessante spunto quello di mira nair , il racconto enciclopedico di una famiglia, quasi una piccola saga oserei dire , impreziosita da una molteplicità di particolari che rendono bene la relatà indiana. in fondo , potrebbe essere una famiglia anche non indiana , magari un po' legata alle tradizioni come ce ne sono tante ...in fondo il figlio ribelle, le difficoltà nel gestire " la vita " di tutti i giorni , è un po' quello che vivie ognuno di noi ....personalmente non ho gradito molto le parti in lingua originale ma non è che abbiano infastidito la comprensione del film ....A tratti è un po' lento ma ogni poarte serve a capire l'insieme .consigliato

Sfumature poetiche e malinconiche riempiono gli occhi di lacrime ed emozionano come poche altre storie sanno fare.
Una piccola perla di film che è stata un'autentica dolce scoperta,una storia raccontata con occhi attenti ed impreziosita da immagine ricche di particolari...sicuramente mi resterà nel cuore per molto tempo!
QUESTA è LA MAGIA DEL CINEMA!

i luoghi sono affascinanti e la fotografia è bellissima...il film riesce a dare l'atmosfera perfetta e racconta difficoltà e forza di culture diverse, senza pregiudizi, in modo puro, candido. Molto bello e coinvolgente, forse un pò lento ma sempre nei punti giusti, peccato solo per quelle parti in lingua che vanno bene per dare l'idea ma un pò meno per la comprensione.

Film girato con una semplicità fuori dalla norma! Il film ne risulta tutt'altro che penalizzato anzi è proprio grazie alla sua semplicità che lo spettatore può concentrarsi sui temi affrontati all'interno di questo piccolo capolavoro!
L'abbandono delle proprie radici natie, la difficoltà e paura nel dover seguire determinate tradizioni(il matrimonio tra padre e madre visto con gli occhi e l'esperienza della donna), la perdita di queste tradizione crescendo in un ambiente che non le stimola ma che le fa assopire a dispetto di falsi valori(la crescita dei figli e soprattutto quella di Kal Penn), la difficoltà di creare un nucleo familiare unito e di insegnare ai propri figli la vera essenza della vita dosando le parole e scegliendo il momento giusto per dirle!

Uno dei pochi film usciti negli ultimi anni che sa toccare il cuore!

Interessante pellicola diretta da Mira Nair.
Molti i temi trattati in questo film, tra i quali l’integrazione culturale, il conflitto tra tradizione e modernità in chiave soprattutto di scontro generazionale (padre-figlio), il tutto con interessanti spunti di riflessione ..ed è questo forse ciò che il racconto vuol evidenziare, il passato come bagaglio fondante per potersi proiettare con consapevolezza di se e delle proprie origini verso il futuro (cos’altro è il proprio nome se non un legame con il nostro passato), verso una reale integrazione che non cancella ciò che siamo ma che invece ci arricchisce ..non esaltante il doppiaggio così come qualche crepa nel sceneggiatura che, a dirla tutta, si perde in qualche passaggio temporale e cade a volte nel semplicistico gioco del frettoloso qualunquismo (vedi ad es. il modo di rappresentarci l’incapacità di comprendere le altrui tradizioni della giovane fidanzata americana di Gogol), ma nonostante ciò il racconto risulta scorrevole ed appassionante ..innegabile il fascino che alcune ambientazioni e la colonna sonora riescono a trasmettere, proiettandoci in una cultura ricca di particolare misticismo.
Positive le interpretazioni dell’intero cast orientale così come la regia ..consigliato, nonostante alcune piccole sbavature narrative, per la generale delicatezza del racconto e per le atmosfere caldamente intimiste capace di infondere nello spettatore.

E' un film molto bello, intimo, profondo e interessante.
Parla, praticamente, della vita di due sposi-emigranti bengalesi che partono dalla loro terra natia per arrivare in America dove il destino gli donerà anche due figli, e da qui c'è tutta una storia che lega i personaggi fra di loro e dove anche i loro rispettivi nomi faranno la loro parte nella vita.
E' un film che, aiutato anche da splendide musiche, riesce ad emozionare lo spettatore, a immedesimarsi nei personaggi e nelle loro avventure/disavventure.
Per chi poi come me, ha dei genitori che vivono a New York, è molto toccante la vicenda dei due sposi e della lontananza dalla loro famiglia: in alcune scene dove i personaggi partono e si distaccano si sente fisicamente il dolore che la lontananza provoca in noi. E' sorprendente quanto la distanza riesca a rinforzare il legame che unisce padre e figlio, madre e figlia, marito e moglie.
Un film che consiglio a tutti, è ero l'inizio è un pò lento (i primi 25 minuti) ma mai noioso, dopo il ritmo inizia a farsi più veloce e il film scorre di più.
E' un film intimista quindi non aspettatevi una commedia, ma per chi vuole passare un pomeriggio da solo davanti al dvd e una tazza di the caldo è l'ideale per emozionarsi un pò.

Dopo un inizio un po' lento in cui accede poco, il film prende un aspetto interessante. Bel film, che ha sia momenti divertenti sia drammatici. Da vedere!

Una valida commedia socio-sentimentale costruita intorno ad una serie di personaggi credibili, umanamente interessanti, ottimamente caratterizzati e, soprattutto, perfettamente interpretati dai bravissimi attori e ad una storia realistica e convincente. Il senso di vertigine sociale che può derivare dal vivere in bilico tra una cultura e l'altra tra loro diversissime, è reso ottimamente da una regia che rifiuta gli eccessi e predilige una rappresentazione misurata, dosata, dignitosa. Forse il soggetto non è nuovissimo e lo spessore narrativo va via via assottigliandosi nel finale dove il ritmo diventa un po affannoso, ma la leggerezza del tocco e la dolcezza del tratto mantengono il tutto godibile sino alla fine. Consigliato.

Delicato ritratto di una coppia indiana che emigrata dal proprio paese d’origine a New York qui riesce a prosperare nonostante le difficolta’ iniziali e le gigantesche differenze culturali.
Mira Nair sospesa tra dramma e commedia è bravissima a tratteggiare con intensita’ e senza mai particolari scadimenti di ritmo lo scorrere della vita del nucleo famigliare arricchitosi nel corso degli anni di due figli.
Rifuggendo le solite banalita’ nelle quali incappano molti registi quando c’è da analizzare uno scontro culturale ed in questo caso anche generazionale,l’autrice riesce ad approfondire con grande senso della misura le differenze che inevitabilmente si vengono a creare tra i genitori ed i figli,in questo caso acuite dal paese in cui si svolgono i fatti.
La naturalezza con cui la Nair dirige il tutto lascia il segno,la caratterizzazione di Gogol(uno dei figli,nonche’ protagonista principale) è perfetta e rende bene le angosce esistenziali che dividono il ragazzo tra il paese in cui è nato e cresciuto e quello originario dei suoi genitori, i quali pur ambientandosi nella nuova patria, hanno fatto di tutto per mantenere immutate le loro tradizioni.
Notevole anche la capacita’ di trattare l’amore che lega indissolubilmente il nucleo famigliare senza scadere nel patetico,unito ad un analisi sempre lucida del fattore destino,inevitabile compagno di vita degli uomini secondo la visione della Nair,la quale lascia che sia un nome di un celebre scrittore russo,Gogol appunto,a simboleggiare il suo pensiero.
Nome in questo caso simbolo di rinascita e di nuova vita ,considerato che realmente dopo essere stato cacciato dalla madre patria,Gogol si trasferi’ in Italia senza mai abbandonare o tradire le proprie usanze e tradizioni.
Buonissima la messa in scena,molto bravi gli attori a partire da Karl Penn fino ad oggi utilizzato per demenziali ruoli nelle solite commediole d’oltreoceano.

Bellissimo,
invilico tra Drammatico e Commedia.

mi aspettavo dal trailer di più e un po diverso al dire il vero....
però il film fa riflettere e tanto....
bene la sceneggiatura, le immagini, la fotografia....
mi è piaicuto molto, da vedere......

Riflessione sull’identità e sulle proprie radici ai tempi della globalizzazione, dove vengono accolte le novità senza dimenticare il passato.
Un ritratto di come i sacrifici di una famiglia sono la base per il trionfo e per le opportunità della generazione successiva.
In questo bellissimo film vediamo due culture a confronto, due diversi stili di vita che si scontrano e si ritrovano.
Delicato, toccante e mai banale.

Un garbato,romantico racconto che sottolinea i valori base della vita , cultura , famiglia e ,con raffinata maestria , suggerisce le difficolta' dell sogno di integrazione fra le diverse culture. Con convinzione illustra il fascino della tradizione Indiana come intangibile valore da difendere a tutti i costi.
Splendide le scene girate in India con tutto il colore , la vivacita',la pacifica serenità proprie di questa straordinaria cultura valore inestimabile in questa nostra terra.

Un film diretto ed eseguito molto bene sia le scene inerenti all'India, terra affascinante che non conosco ma resa molto bene dalla regista, chevle scene in America; attori all'altezza della situazione e toccante sotto ogni punto di vista... in fin dei conti il "viaggio migliore" augurabile è quello dentro noi stessi e le nostre origini.

Il trailer è forse l'aspetto più bello di questa operazione cinematografica.
Un tono particolarmente scenografico e una sfumatura maestosa ci presentano un film che ha tutte le carte in regola per diventare un cult, uno di quei gioielli estremo-orientali che arrivano già codificati per il nostro palato occidentale.
In realtà lungi dall'essere un capolavoro, il film vuole solamente narrare una storia; è il racconto di una generazione di emigranti che dopo anni di contatto con la civiltà statunitense riesce a scoprire i suoi veri valori originali che difficilmente si riuscivano ad esprimere lungo il difficile cammino dell'integrazione.
Se inizialmente il compromesso era forzato grazie ad un apparente acquisizione dei valori della cultura dominante, con l'avanzare degli anni e il sopraggiungere di alcuni eventi interni ala famiglia, c'è la reale riscoperta della propria cultura e della propria identità sociale.
Ma epurato di qualunque sottofondo politico, il film ha un allure molto romantica, forzatamente sentimentale e la lunga narrazione della famiglia dalle origini alla fine dopo un po' annoia; rischia l'autocelebrazione di tutti quei lungometraggi (molto lunghi) che puntando sulla bella fotografia e sull'originalità dei dialoghi si permettono di dilatare il tempo senza rispetto per gli spettatori. Molti lo trovano commovente, io un po' melenso.
Il voto comunque è alto per l'indubbia fotografia, la musica sfiziosa e i dialoghi, inoltre alcune scene toccanti sono venute molto bene come la restituzione delle ceneri sul Gange.

Il destino nel nome è un film tecnicamente ben fatto, molto delicato e poetico (alcune scene sono vera poesia...). La prima metà sembra quasi una commedia, si ride abbastanza e di gusto, mentre la seconda si incentra principalmente sulla differenza culturali (in modo piu serio), sulle difficoltà di comunicazione e sulla sicurezza che solo la famiglia può dare.

L'impronta indiana del film di mira nair si vede tutta, nei tempi e nella fotografia (che non ho apprezzato particolarmente), ma il merito principale sta soprattutto nell'aver saputo rendere in maniera sublime le differenze tra la vita frenetica americana e la serenità della vita in India.