il giardino delle torture (1967)

Gioellino Amicus... dignitosa casa produttrice inglese "erede" della Hammer, dalla quale si "impadronì" di attori e registi.... in questo caso troviamo il buon Francis e il grande Cushing che interpreta insieme a J. Palance l'ultimo e il migliore episodio dei quattro, ma complessivamente una godibilissima pellicola che ci fa ritornare a quel fantastico periodo caratterizzato da orrori e misteri....da riscoprire.

Definirlo un horror è forse esagerato ma IL GIARDINO DELLE TORTURE racchiude in sè degli episodi che hanno una certa valenza per quanto concerne il pathos e il mistero.
Non tutte le mini-storie raccontate hanno un appeal visivo e narrativo entusiasmante, ma nel complesso contribuiscono tutte ad intrattenere in maniera sufficientemente valida, senza annoiare e senza troppe esagerazioni.
Note positive sono le performance degli attori e l'atmosfera coinvolgente di alcuni episodi, oltre alla regia che appare calibrata, ma questo film di Francis, a mio avviso, non sembra potersi ritagliare uno spazio tra i cult del genere ad episodi.

Ed anche questo film di Francis non mi ha esaltato,l'ho trovato migliore a "Le cinque chiavi del terrore" ma non mi ha fatto impazzire.
Gli episodi questa volta sono quattro,anche in questo caso sono tutti ben diretti e interpretati discretamente,ma non sono mai riusciti a prendermi.
Il primo episodio nonostante riesca a trasmettere un po d'inquietudine non risulta ne particolarmente coinvolgente ne interessante.
Il secondo invece non è male è abbastanza originale ed ironico,e anche se poteva essere sviluppata meglio,riesce a salvarsi grazie ad un discreto finale.
Non mi è molto piaciuto il terzo,quello del pianoforte,si lascia seguire senza annoiare ma secondo me è il meno riuscito del quartetto.
Il quarto invece è il migliore,ottimamente interpretato e molto particolare ed originale.
Alla fine è un film che si lascia vedere,farà sicuramente la felicità degli amanti del genere,ma secondo me non è imperdibile.

Film a episodi caratterizzato da buone atmosfere sinistre in certi frangenti e da parentesi non del tutto riuscite. Il tema conduttore di Atropo
e i suoi fili del destino è allo stesso tempo affascinante e angosciante. I momenti migliori li ritroviamo nell'ultimo episodio, soprattutto per la presenza di Palance e Cushing, quest'ultimo sempre a suo agio quando si tratta di macabro e dell'oltretomba. Le storie precedenti hanno in dote ottimi spunti; si passa dall'avidità come tema portante nella prima storia alla caricatura delle star di Hollywood nello spezzone seguente. Decisamente più debole e senza ritmo il terso episodio; si salva solo il pianoforte


SPOILER.

Film ad episodi che di horror ha molto poco, atmosfere grottesche e suggestive ma che non sono riuscite a catturare più di tanto la mia attenzione,solo l'ultimo episo,quello su Poe, è stato sufficiente, gli altri hanno detto poco.
Molto simile ai vari film in voga in quegli anni, i più famosi sono quelli con Vincent Price proprio tratti da racconti di Poe, dove più che la vera parte horror è la parte del l'ambientazione che viene esaltata, del terrore per ciò che si prova più per ciò che si vede, qui però i primi tre episodi peccano di tutto cio e risultano inconcludenti e noiose.

Altra pellicola orrorifica ad episodi,targata 1967, tipica del cinema di Freddie Francis.
Venuta precedentemente al più famoso "Tales from the crypt",questo "Giardino delle torture" vede per protagonisti un gruppo di persone alle prese con il Dottor Diablo,un fenomeno da baraccone che diletta i suoi ospiti con spettacoli,dediti alle torture sugli esseri umani,in una Luna Park della zona.
All'interno del suo locale,il dottor Diablo,custodisce una bambola di cera dalle sembianze di una delle famose parche della mitologia greca(coloro che tessevano i fili del destino "passato-presente-futuro"),con un paio di forbici in mano pronte a tagliare i tre fili del tempo.
Ognuno degli ospiti sarà invitato a confrontarsi con la Parca per scoprire cosa gli riserba il destino....
...da qui nascono i quattro grotteschi episodi della pellicola...
Tutti i racconti sono girati discretamente,conservando il fascino dell'ignoto e del mistero,con quel pizzico di stile anni 60/70(ed ennesimo precursore di questa tipologia di cinema)....

Piccolo gioiellino per tutti gli amanti delle storie da "dopo mezzanotte" .....

Inoltre,nella parte del dottor Diablo,un bravissimo Burgess Meredith,oggi famoso per aver interpretato l'allenatore di Rocky "Mickey",e il ruolo del Pinguino sul popolare telefilm di Batman con Adam West....

Dalla regia di Freddie Francis prende sembianze "Il giardino delle torture", cinematograficamente parlando, il film è concepito nel lontano 1967.
Si consiglia, vivamente, la visione di tale film allo spettatore attento che apprezza, oltretutto, il genere horror in tutte le diverse sfumature, in tutte le artistiche occasioni.
Infatti con "Il giardino delle torture" a salire in cattedra è la confezione tecnica di altri tempi, ma che stile!
Freddie Francis per il suo Horror sigilla la scena in una fotografia quasi fumettistica ove i colori baldanzosi donano un tocco chimerico al film, insomma si milita in contesti fiabeschi e misteriosi, simultaneamente.
Lo spettatore potrà apprezzare più la sceneggiatura che la storia.
Questa ultima, dopotutto, è abbastanza statica, il film si avviluppa in episodi dall'epilogo telefonato. La sceneggiatura, invece, è colma di sfaccettature degne di encomio; si va dagli scenari alle circostanze (curiose) che si verificano. Da evidenziare quindi l'episodio simbolico degli attori e dei produttori "robotizzati" di Hollywood; la storia del pianoforte e quella del gatto sono davvero interessanti.

"Il giardino delle torture" nasce col netto intendo di dilettare il pubblico attraverso sequenze di alta classe cinematografica. L'orrore, quello nel senso strettissimo della parola, latita. Ma l'obiettivo, come citato sopra, è portato a termine con massimo stile, nel segno di produzioni che oggi diventano un privilegio per pochi ricercatori.

La curiosita' spinge cinque persone a varcare la porta dell'ignoto dove conosceranno il loro tragico destino...Non sappiamo se cio' avverra' veramente ma sicuramente avranno avuto una lezione sull'avarizia,il successo a tutti i costi e l'invidia!
Cinque episodi...il primo è l'ultimo molto legati ad Edgar Allan Poe.
Il secondo è quello meno riuscito dove troviamo un pianoforte "geloso"!
Comunque un buon esempio di horror a episodi.

Film gradevole con qualche spunto interessante. Discreta tensione e alcuni colpi di scena. La storia principale perde un po' di valore a discapito dei singoli episodi narrati.

Buon horror a episodi. Molto carino il secondo che ironizza sul fenomeno del divismo. Interessante anche il quarto riguardante E. A. Poe.
Non ci sono giardini ne torture ma il film è molto carino. Consigliato agli amanti del genere.

Ottimo film del Francis de Le cinque chiavi del terrore.

Qui viene seguito sempre la stessa struttura ad episodi, presentati da una sottotrama comune (ossia un ottimo Meredith che invita i vari personaggi ad immaginare probabili loro futuri).

Molto interessante il fatto che le storie, tutte buone, sian state scritte dal grande Robert Bloch, l'autore dell'indimenticabili libro Psycho, dal quale Hitchcock e Van Sant han tratto le loro versioni cinematografiche.

Tra pianoforti viventi e fan letterari che incontrano un vero Edgar Allan Poe, spicca a mio avviso la storia degli attori "robotici", riuscita satira ad un certo tipo di gente dello spettacolo che vuol sempre rimanere immortale.

Aspetto visivo e cromatico riuscittissimo, al solito un mega cast (da notare anche Palance e Cushing), ottima regia, è un altro must have riguardo all'orrore ad episodi; da non perdere.