Genio del bijin-ga (pittura delle belle donne) e grande esponente dell'ukiyo-e (pittura del mondo effimero), genere d'arte popolare assai diffusa in Giappone dal '600 all'800 che influenzò anche l'arte europea, Kitagawa Utamaro (1753-1806) è al centro di questo rutilante dramma dove, in rischiosa altalena tra stilizzazione e Kitsch, Jissoji mescola erotismo e violenza, ambizioni di rievocazione storica, soprassalti onirici, riflessioni sull'arte e la sua funzione sociale, cinema di psicologia e cinema d'azione.
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