il mulino delle donne di pietra regia di Giorgio Ferroni Italia, Francia 1960
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il mulino delle donne di pietra (1960)

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locandina del film IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA

Titolo Originale: IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA

RegiaGiorgio Ferroni

InterpretiPierre Brice, Scilla Gabel, Wolfgang Preiss, Liana Orfei, Dany Carrell

Durata: h 1.34
NazionalitàItalia, Francia 1960
Generehorror
Al cinema nel Luglio 1960

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Trama del film Il mulino delle donne di pietra

Uno scultore olandese possiede un enorme mulino in cui sono allineate le statue di alcune eroine della storia. Uno studioso recatosi da lui per informazioni scoprirà che le donne sono state uccise dall'artista per curare, col loro sangue, la figlia ammalata...

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Voto Visitatori:   7,13 / 10 (19 voti)7,13Grafico
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Voti e commenti su Il mulino delle donne di pietra, 19 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  01/11/2024 17:16:51
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Piccola perla anche un po' troppo misconosciuta di Ferroni, autore di genere che assieme a Bava, Margheriti e Freda, stava gettando le basi per il cinema horror italiano, questo film ha delle caratteristiche, sia visive che narrative, che si ripercuoteranno all'interno del genere, considerando pure che siamo nel 1960, l'anno stesso in cui uscì la Maschera del demonio, il film risulta estremamente fresco, anche trattandosi del primo horror gotico italiano a colori, e non è da escludere che Bava abbia potuto prendere ispirazione dalle tinte pop della fotografia che Pier Ludovico Pavoni ha utilizzato, specie negli interni, di questa pellicola.

Difatti, è innegabile che l'ambientazione sia uno dei punti forti del film, gli esterni sono fantastici, siamo in Olanda, tra canali, un molo che ricorda subito "Vampyr" di Dreyer, questi mulini nelle praterie desolate e piene di nebbia, uno di questi appartiene a questo famoso scultore che ha realizzato una sorta di carillon gigante con diverse figure a grandezza reale di donne, buona parte di esse personaggi storici, tra regine, eroine, principesse, martiri, essendo molto considerato nell'ambiente artistico un giovane studente d'arte va in questo mulino per scrivere un saggio, conoscendo anche la figlia dello scultore, molto malata, ma con la quale intratterrà una relazione, che però morirà a breve, da lì, dopo diverse scene che definirei labirintiche, in cui il confine tra realtà, sogno e allucinazione sembra abbattersi, il giovane sembra rivedere l'amata, creandosi qualche sospetto sulla macabra verità che circonda il luogo.

Il soggetto sta un po' in bilico tra la fantascienza con la classica figura dello scienziato pazzo, l'horror gotico e il dramma vero e proprio, con lo scultore che non riesce a rassegnarsi per la malattia della figlia e cerca in tutti i modi di tenerla in vita, anche usando metodi molto macabri, è un film in cui la tensione cresce esponenzialmente col dispiegamento degli indizi, che vengono gestiti benissimo da Ferroni, lanciando piccole suggestioni un po' alla volta, salvo poi esplodere in una macabra e drammaticissima parte finale che riesce addirittura a far provare una grossa empatia anche per quello considerabile il cattivo, l'opera porta in voga molti degli elementi che caratterizzeranno l'horror gotico italiano, dalle ambientazioni lugubri, lo splendido mulino al suo interno risulta vetusto e logorato dal tempo, un po' come i personaggi, l'erotismo esplicito che viene rimarcato in più di una sequenza con quel sentore di necrofilia che rivedremo in tante opere all'interno del genere - quanto è bella la scena del bacio in soffitta? In cui tutto è in penombra e vengono illuminati soltanto gli occhi di Elfi con una luce spot? Fantastica - la fotografia come ho già detto è straordinaria, se gli esterni risultano uggiosi l'interno del mulino è dipinto da tinte calde che si sposano benissimo con la scenografia gotica, con qualche luce rosso acceso che spunta da dietro l'armatura creando anche quella sensazione lievemente lisergica che può dubitare delle visioni a cui stiamo assistendo, o ancora, diverse scene estremamente creepy, caspita quel carillon fa una paura matta con tutte quelle statue di donne morte che spesso vengono inquadrate dal basso con la camera ferma e vengono meccanicamente verso lo spettatore.

Ferroni crea un contesto di amore e terrore, ma anche morboso attaccamento di alla vita che sfocia nel macabro, a mio parere un film splendido, paragonabile alle opere di Bava, spaventoso, drammatico, ipnotizzante visivamente, tanta roba.

Oskarsson88  @  24/12/2023 22:10:34
   6½ / 10
Per essere così vecchio, ha una trama affascinante e forse anche innovativa, però rimane piuttosto lento in tutta la parte centrale ed al giorno d'oggi non rende benissimo. Bella l'idea e il tocco gotico, però più un prodotto che valeva bene per il passato che per il giorno d'oggi. Comunque positivo...

alex94  @  07/07/2018 15:16:09
   7½ / 10
Uno dei primi e sicuramente uno dei migliori gotici italiani,una pellicola che ha veramente poco da invidiare ai cult di Mario Bava.
I punti forti di questo lavoro di Ferroni sono da ricercare nella fotografia e nella scenografia,ottima anche la scelta dell'ambientazione,un mulino invece del classico castello o casa di campagna.
La trama riprende assai dalla Maschera Di Cera,non è particolarmente originale e soffre di una parte centrale un po troppo prolissa e di qualche lentezza di troppo,però a grandi linee si lascia seguire senza grosse difficoltà riuscendo anche a regalare un buon finale.
Bravo il regista che riesce a costruire e a mantenere un giusto clima di tensione e soddisfacente anche la recitazione del cast nonostante alcuni attori appaiano un po troppo caricaturiali.
Nonostante i difetti resta comunque un pellicola più che riuscita,tecnicamente ben realizzata e con alcune trovate interessanti.

camifilm  @  28/02/2017 21:52:32
   7½ / 10
Un ottimo film ITALIANO.
Recitato abbastanza bene da quasi tutti gli interpreti e molto buona la sceneggiatura e fotografia.
Trama interessante, soprattutto se non si legge la qui trama troppo SPOILER nella scheda di filmscoop.

Oggi sarebbe catalogato come HORROR, ma in realtà fa parte di un genere che oggi non esiste più: il gotico.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

dagon  @  02/01/2017 20:18:09
   6½ / 10
Film da riscoprire nel panorama del gotico italico degli anni'60, ricalca abbastanza alcuni classici e mantiene comunque un suo fascino d'antan, anche se gli attori sono abbastanza mediocri e lo sviluppo ha poca tensione. Nel suo genere ha un suo perchè.

ferzbox  @  21/12/2016 01:39:24
   7 / 10
Mi è stato consigliato da un amico e devo ammettere di essermi trovato davanti ad una chicchetta italiana non indifferente; una storia orrorifica dalla location lugubre e inquietante(oltre che originale), dall'ottima fotografia e prova recitativa; un gotico simile a quelli della Hammer ma ancora romanzato con le tecniche del cinema precedente(sopratutto nei dialoghi e nelle musiche).
Per certi aspetti fa il verso a "La maschera di cera" e "Occhi senza volto" (quest'ultimo uscito sempre nel medesimo anno); nonostante ciò anche il film di Giorgio Ferroni riesce comunque a dimostrare una certa identità grazie all'ottima sceneggiatura e ad un paio di colpi di coda molto riusciti.
Molto suggestiva anche la scena finale; inquietante e triste allo stesso tempo; lascia un non so che.....
Consigliato a prescindere...agli amanti del genere manco a dirlo....

GianniArshavin  @  18/11/2016 14:30:04
   7½ / 10
Il mulino delle donne di pietra è uno dei migliori gotici in circolazione, meno famoso rispetto ai titoli di Bava, Freda e Corman ma non per questo meno valido.
La pellicola riprende alcune idee da classici come La maschera di cera, adattandoli alle atmosfere gotiche tanto care al nostro cinema di quel periodo.
Alla regia un Giorgio Ferroni che con soli due film (l'altro è La notte dei diavoli, 1972) è riuscito a imporre il suo marchio al genere. La storia propone un interessante calderone di suggestioni prese dal cinema horror e da quello di fantascienza, amalgamando il tutto con l'innato gusto per il gotico del regista.
La vicenda si dipana con ritmo e l'intreccio risulta sempre coinvolgente. Ad un inizio prettamente di marchio horror si affianca una seconda fase dove la componente fantascientifica esce fuori, portando Il mulino delle donne di pietra ad un livello superiore sia in termini di qualità che di originalità per quanto riguarda il filone.
Le atmosfere sono sempre macabre e cupe, cosi come fa la sua porca figura la spettrale ambientazione del mulino. Curatissima la scenografia, soprattutto nei decadenti interni che confermano il gusto di Ferroni per il gotico.
Per quanto riguarda il sangue qui ne abbiamo poco, il prodotto punta più sulle suggestioni e sull'atmosfera. Non mancano invece delle convincenti scene di tensione, soprattutto nelle prima metà di film e dei momenti onirici davvero molto ispirati.
Per quanto riguarda il cast non ci sono nomi altisonanti, ma la bellezza diafana di Scilla Gabel colpisce e non poco.

In sintesi Il mulino delle donne di pietra è un'opera di grande valore, da riscoprire e collocare vicino a grandi classici del genere come La maschera del demonio e Il pozzo e il pendolo. Da recuperare per gli appassionati e per chi cerca horror di classe d'altri tempi.

Horrorfan1  @  20/01/2014 16:57:04
   7 / 10
Valido film, anche se "d'altri tempi".

Indeciso fra un 6 e mezzo e un 7, do il 7 considerando appunto l'epoca ormai lontana e le belle atmosfere fra canali e mulini!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/05/2013 15:19:20
   8 / 10
Uno dei migliori gotici italiani che ha poco da invidiare alle pellicole più celebrate di Mario Bava o di Freda e che nel suo piccolo ha saputo ritagliarsi uno spazio all'interno del genere. Molto suggestiva l'atmosfera, alquanto macabra per ciò che riguarda il "carillon" del mulino e notevolmente inquietante nella sequenza finale. Tecnicamente è un film molto riuscito con una storia non originalissima che ricalca la figura del mad doctor di tantio film, ma con uno script solido. Lo stesso dicasi per i dialoghi, semplici ma che non scadono nel ridicolo. Molto bella la sequenza onirica nella parte centrale del film, indotta dall'assunzione di una droga.
Differisce dagli horror della Hammer per una spiccata presenza della componente melodrammatica, che attenua quella più orientata all'horror puro, quindi nessuna abbondanza di sangue, ma una atmosfera ben congegnata e molto efficace. Per gli amanti del gotico è una pellicola decisamente da vedere.

JOKER1926  @  18/03/2013 23:53:03
   6½ / 10
Difficile, forse anche per il critico, esaminare nella totale nudità "Il mulino delle donne di pietre"; il film di Giorgio Ferroni vive in un'altra epoca, in altri contesti irraggiungibili.
Il prodotto della regia italiana si fa strada grazie al suo stravagante plot che non può non strizzare l'occhio a situazioni alquanto sinistre e bizzarre.
Dietro la celebrazione baldanzosa della sceneggiatura, il plot sembra perdere sensibilmente tutti i suoi colpi.
Cartucce che si esauriscono in una scadente proiezione narrativa ove i personaggi e i contesti scenici che li accompagnano rimangono ancorati ad una irrealtà stratosferica.
E' vero che nei film del genere in considerazione l'effetto fantastico deve barcollare nei tessuti narrativi, ma con "Il mulino delle donne di pietre" , i limiti sembrano ormai esser sorpassati.
La parte più interessante del prodotto in effetti è un po' l'inizio, la parte centrale della pellicola è quella più evanescente; il ritmo non è alto, la noia prende spesso il sopravvento, indiscutibilmente.

Giorgio Ferroni, autore del film del 1960 cerca di curare maggiormente l'effetto visivo, e ci riesce.
Infatti la confezione tecnica che attornia il prodotto è buona, eccetto una fotografia non mastodontica, il tutto figura in modo impeccabile.
Perfette, ad esempio, le scenografie ove traspare un qualcosa che si colloca fra il barocco e il gotico; gli attori poi sono in prove abbastanza convincenti.

"Il mulino delle donne di pietre", in conclusione, appartiene ad un passato non più percorribile, il recensore si cala in un'altra avventura. Avventura di altri tempi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/09/2012 20:58:12
   7 / 10
Buon horror, solo con l'atmosfera, senza mostrare scene splatter, crea tensione e cattura lo spettore. Ben diretto e ben fotografato. Sicuramente da riscoprire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  21/06/2012 11:07:09
   6½ / 10
Elegante gotico con al posto del classico castello un sinistro mulino a vento all'interno del quale si trova un carillon molto particolare.Vi ci abitano un famoso artista e la sua sfortunata figlia,affetta da un morbo misterioso che non le impedirà di invaghirsi del giovane storico d'arte capitato come al solito nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ferroni affina delle atmosfere già in partenza notevolissime,sfruttando le minuziose scenografie ed esaltandosi nel valorizzare una fotografia dai colori molto accesi.
Dalla sua oltre l' indiscutibile professionalità e le capacità tecniche può vantare una trama ben strutturata su incertezze ed equivoci, per dar vita ad un orrore che si dipana lentamente motivato da un amore paterno così forte da abbattere ogni barriera morale.Il regista guarda ai classici della Hammer oltre a strizzare l'occhio verso alcune pietre miliari dell'horror come il "Frankenstein" di Whale o comunque nei confronti di pellicole contraddistinte dalla presenza di un mad doctor.
Buono l'apporto del cast che ha in Scilla Gabel sicuramente il volto di maggior spicco,attrice riminese nata come sosia della Loren e poi capace di costruirsi una carriera di buon livello.
Molto ben realizzate le scene in cui le allucinazioni inquinano le acque instillando dubbi a profusione.Ovviamente per il navigato spettatore odierno alcuni passaggi saranno facilmente intelligibili ed altri poco intriganti,c'è però da apprezzare lo stile di Ferroni,tra l'altro non certo un habituè dell'horror col quale tornerà a misurarsi in una sola altra occasione con l'ugualmente raccomandato "La notte dei diavoli".

statididiso  @  25/08/2009 16:36:43
   9 / 10
Ferroni ha una padronanza delle immagini straordinaria... non lascia indifferenti... ricorda molto Bava senior... il mulino poi è un bel "giocattolino"... tra i migliori gotici, non c'è che dire...
L

GodzillaZ  @  27/04/2009 19:30:33
   6½ / 10
Molto bello visivamente, ma il ritmo troppo lento e la mancanza di momenti di tensione lo rendono un pò insipido...
Bello ma non troppo.

Someone  @  18/03/2009 08:13:43
   8 / 10
Splendido gotico, ricco di atmosfere macabre e malate (la trovata del carillon è geniale).
Sicuramente un must per gli amanti del genere. Consigliato!

Thirtyfour  @  16/02/2008 00:56:49
   7 / 10
Godibilissimo film gotico degli anni 60 che, pur presentando diverse ingenuità, a mio avviso non risente troppo degli anni che porta. Il merito è forse della pregevole fattura, nonostante si tratti di una piccola produzione.

Invia una mail all'autore del commento testadilatta  @  02/11/2006 18:57:23
   6½ / 10
Piccolo film gotico italiano.
Tante ingenuità della regia però buona atmosfera misteriosa e malata.
Da vedere se si è appassionati del genere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/09/2006 14:23:02
   7 / 10
Un piccolo gioiello "gotico", uno dei tanti classici dimenticati della storia del cinema horror italiano.
Forse traspare piu' qui che nelle spy-stories il sex.appeal di Scilla Gabel

Invia una mail all'autore del commento orsetto_bundi  @  31/07/2006 17:46:57
   6½ / 10
Ehi, vedo ke Kappa non ha messo la trama........mmmmmmmmmm.........la rakkonto io, brevemente
c'è un giovane ricerkatore (Pierre Brice) ke arriva in una cittadina olandese, dove c'è un mulino, ke ospita un enorme e makabro karillon kon inside le statue di alkune delle più celebri assassine della storia.....e già di per sè 'sto fatto krea un po' di "sturbo", e vabbe'......
ma ciò ke il protagonista non sa- e ke, ovviamente, skopre nel korso del film- è ke 'ste statue sono, in realtà, povere fanciulle, uccise dal proprietario del detto mulino (Herbert Bohem) per mantenere in vita la figlia (Scilla Gabel), affetta da una rara malattia del sangue.
lo vidi per la prima volta quando ero poko più ke ragazzino, in un ciklo di 4 film sulle kase maledette trasmesso da Rai Uno (un altro era "La Casa dalle finestre che ridino"....gli altri due non li rikordo)........e mi rimase impresso il makabrissimo karillon, davvero 'na kosa da akkapponare la pelle.......
l'ho rivisto qualke giorno fa, grazie a Marco Prato ke me l'ha prokurato in vhs.-.....e devo dire ke- naturalmente- l'ho rivisto kon grande piacere.....perkè...........
bhe, non sarà un horror famosissimo, nè certamente uno dei migliori della produzione italika di quel periodo, ma.........è un diskreto prodotto e in certi momenti è ankora abbastanza inquietante.
Hasta la proxima :-)

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