In seguito ad un problema tecnico, il personale di un'astronave si trova ad atterrare su un pianeta dove le scimmie sono la specie dominante, e gli esseri umani sono selvaggi asserviti ai primati.
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Un vero cult del genere fantascientifico. Una vera perla questa pellicola del ’68, un racconto fantascientifico che ha in se molto di più che effetti speciali o quant’altro oggi ci si possa attendere da questo filone cinematografico ..una trama avvincente che ha molteplici risvolti politici, filosofici, sociologici e religiosi, il tutto grazie al ribaltamento dei ruoli, della prospettiva dalla quale l’uomo guarda non solo i suoi simili, ma in generale ciò che lo circonda.. ..lo scontro inevitabile tra l’orgoglio dell’essere umano (un Taylor critico verso la società del suo tempo e per questo “in fuga”) e l’istituzione (qui rappresentata dal governo delle scimmie) protesa a conservare se stessa e le basi che la fondano da qualsiasi agente esterno che ne possa minare i dogmi ..traspare forte anche il clima di paura, soprattutto per la minaccia nucleare, che si respirava in quegli anni di piena guerra fredda. Ritmo serrato, ambientazioni minimaliste che ricordano le civiltà preistoriche ma anche quelle del più recente passato (greche-romane), colonna sonora che accresce il pathos e una attenzione particolare ai costumi ed al trucco, questi sono gli elementi che maggiormente risaltano sul piano tecnico ..peccato per alcuni dialoghi non apparsi sempre all’altezza ..per il resto abbiamo una buona prova del cast ed una regia che, tutto sommato, pur senza virtuosismi, si lascia apprezzare ..pellicola imperdibile per chi ama questo genere cinematografico!