Dopo essersi "liberata" delle vecchie colleghe O-Ren Ishii e Vernita Green nel Volume 1, la Sposa prosegue nella sua vendetta in KILL BILL Volume 2. Eliminate le prime due dalla sua personale "lista della morte", rimangono altri due nomi da barrare - Budd e Elle Driver – prima di affrontare il suo ultimo obiettivo... uccidere Bill.
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Meno violento, + parlato e, forse, + "tarantiniano" del vol. 1, su Kill Bill 2 vengono chiariti i punti oscuri del primo capitolo, prima dell'inevitabile scontro fra "la sposa" e Bill. Considerati come un unico film, l'opera è discreta nel suo complesso, ma che non è nè un capolavoro, nè così geniale e tantomeno originale, come si suol dire. A parte Bill, i personaggi sono stereotipi e macchiette, che corrispondono ai vari canoni dei film di genere. C'è chi ha osannato questi continui richiami che ad altri film, ma non è stato Tarantino a inventare gli omaggi cinematografici, nè un film deve essere per forza "un capolavoro" se li contiene. L'idea di fare un miscuglio di vari generi, non è ugualmente indice di grande genialità o di originalità. Basti pensare a "Six String Samurai", dove un esordiente regista americano ha messo insieme un po' di "Mad Max", Rock'n Roll, guerra fredda, arti marziali, e ne ha fatto un film cult di pura ironia, ben sei anni prima di Kill Bill. Ma è inutile che lo cerchiate in videoteca, poichè non è mai uscito in italiano (io l'ho visto in lingua originale, senza sottotitoli). Qui in Italia, se non c'è un Tarantino o un Tom Cruise dietro un film di samurai (serio o meno), difficilmente arriverà ad essere distribuito. E se per caso succede, non arriva nelle grandi sale, ma solo nei piccoli cineclub (come Zatoichi). Il punto debole di Kill Bill, comunque, è Uma Thurman. Ormai nel cinema, in TV e perfino nella musica si richiede sempre meno professionalità a favore di un bell'aspetto, e anche Tarantino si è abbassato a questa tendenza. Ecco, quindi, la Thurman che effettua alcune delle peggiori scene marziali e d'azione della storia del cinema. E non si tratta di qualcosa di voluto ma è, fin troppo evidentemente, ridicolo involontario. Oltre alle citazioni presenti nello speciale di questo sito, ne ho trovato altre che trascriverò come "risposta" al mio stesso commento.