la citta' ideale regia di Luigi Lo Cascio Italia 2012
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la citta' ideale (2012)

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locandina del film LA CITTA' IDEALE

Titolo Originale: LA CITTA' IDEALE

RegiaLuigi Lo Cascio

InterpretiLuigi Lo Cascio, Roberto Herlitzka, Catrinel Marlon, Luigi Maria Burruano, Silvia Luzzi, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Barbara Enrichi, Aida Burruano

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 2012
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2013

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Trama del film La citta' ideale

Michele Grassadonia, un militante ecologista, lascia la Sicilia per andare a vivere a Siena, città ideale in cui è possibile convivere con la natura un rapporto armonico. Qui, da un anno prova a vivere senza usare energia elettrica e acqua corrente. Dopo che una notte un incidente lo imbriglia in una situazione dalla quale non riesce più ad uscire, si ritrova a mettere in discussione ogni sua convinzione e a confrontarsi con funzionari, politici e giudici dal comportamento ambiguo. 

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Voto Visitatori:   7,13 / 10 (8 voti)7,13Grafico
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Voti e commenti su La citta' ideale, 8 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  01/09/2014 21:22:56
   8 / 10
Ma guarda te che gioiellino d'esordio! Luigi Lo Cascio (che ha qualche lineamento facciale di Polanski) mi è piaciuto sia come attore che come regista.
Trama assolutamente intrigante con protagonisti efficaci. Lo Cascio è un meticoloso ecologista che dovrà affrontare un'ingiustizia e i sensi di colpa per una cosa che non ha fatto (e qui hanno un ruolo fondamentale i sogni kafkiani). La storia procede con una selezione di amministratori giudiziari e avvocati, e in questo modo Lo Cascio gioca con i luoghi comuni: avvocati che difendono ma che prima devono essere "appassionati dalla causa" e che trovano sempre un modo per far "parlare il testimone".
La suspense e l'ambiguità piano piano prendono sempre più piede; cos'è quell'ombra? La studentessa è sogno o realtà? Non è che forse la madre, la studentessa e la segretaria siano proiezioni della coscienza? …e qui non può non venire in mente "L'inquilino del terzo piano". Mistero e grottesco vanno a braccetto e penetrano, rendendolo un giallo appassionante e curioso.

Odoacre71  @  08/12/2013 09:48:16
   7 / 10
E bravo Lo Cascio. Da tanto rinviavo la visione del suo film pensando che fosse una palla, invece è un thriller che vola via che è una bellezza. Magari avrei gradito un doppiaggio migliore, ma il buon Luigi compensa con la sua espressione intensa tutti i difetti presenti. Speriamo torni presto alla regia con un altro lavoro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/10/2013 15:27:54
   7½ / 10
Un esordio molto interessante, per nulla scontato con una storia dall'incedere kafkiano che presenta un personaggio privo delle sfumature ambigue di un Joseph K. Al contrario il Michele Grassadonia di Lo Cascio è uomo puro e cristallino e dai saldi principi morali, non sempre graditi dalla cerchia di persone che frequenta, ma che fin dal primo momento non presenta ombre. Un uomo di tale tempra morale non ha paura di affermare la verità, perchè la verità è l'ideale più puro che un essere umano può possedere.
La città ideale è l'inizio di questo percorso di paura, di osservare l'estrema distanza delle sue convinzioni personali con un contesto reale dove la verità è un concetto che può essere distorto, smussato fino a perdere completamente di significato. Un apologo amaro sull'accettazione del compromesso, di dover fare un passo indietro simile ad un'abiura, sia pur dimessa e momentanea, dei suoi principi.
L'abilità di Lo Cascio è quella di rendere il suo personaggio molto credibile, di curare egregiamente le figure secondarie che ruotano attorno a Michele e di riuscire a trovare equilibrio tra i diversi registri del film. Qualche sottotrama mi è sembrata superflua e poco approfondita, ma sono piccoli difetti di un buon esordio.

piripippi  @  30/08/2013 15:37:25
   5 / 10
amo lo cascio come attore ma come regista devo ammettere che il film non mi è piaciuto per niente. si potremme interpretare il significato del film è vero ma è troppo poco. non ha trama e scorre tremendamente lento con un finale che non è un finale

outsider  @  30/07/2013 07:02:17
   9½ / 10
Quando nel 1989 facevo il corso addestramento nel reparto operativo in abruzzo un curioso sergente maggiore, che peraltro era stato in territori di guerra, ci diceva acutamente di riflettere che x ognuno di noi, x ogni uomo, ci sarebbe stata una donna.
Questo film e' una storia vagamente kafkiana come tutti i probabili ricordi infantili di Lo Cascio, mio attore e regista prediletto, che qui recitar fa i parenti tutti. La Madre e' sua madre! Somigliantissima. Ecco che ritorna l'affermazione del caro sergente, poiche' diciamolo, uno c9me questo personaggi9 nella vita reale dovrebbe proprio trovare l'eccezione in un'ipotetica contropartita femminile. Affermazione in loco la mia, giacche' nemmeno la super strana Catrinel Marlon, il cui corpo ha destato in me bollori e contorsion8smi con inevitabile spruzzo nelle mutande incontrollato e difficolta' stanotte nello addormentamento....nemmeno lei, dicevo, con le sue luci accese...cosa simbolica come tutto, raggiunge lo strano luigi. Il film e' magnifico, a me ha cambiato la vita come tutti i film di Luigi. Ma qui vi e' una domanda cui ho risposto.....pertanto mi ha cambiato la vita. La domanda, in altra forma ma in simile sostanza, giunge anche al nostro nel finale incontrollato, da questo strano e unto personaggio dell'avvocato si****. Insomma, questa volta il Falco faentino outsider si alza e non solo per catrinel, ma spicca un volo sino alle vette piu' alte d3l sapere et sine maraviglia,sed cum amore pro vita aeterna, ritiene che apud motu propriu trovasi la chiave di volta del tutto, del mutamento di giro del globo. Non puo' venir da fuori il cambiamento, ma da te stesso, se il cambiamento e'gia' in te xke' superiore alle miserie umane sei. E allora da vecchi Sergente in metafora figurativa, il buon BaFFo seduto stanco in mimetica sfatto magari all'ombra di una caroinga d'aereo e con il sigaro in bocca ......qmette pollice su ad uno dei piu' bei film della storia del cinema: La citta' ideale. The Sergeant garantisce. Istruttivo per i pargoli. Best awards for- good luck.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/07/2013 08.19.15
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  22/04/2013 14:34:34
   7½ / 10
Lo Cascio è venuto qui a Perugia a presentare questo ottimo esordio dietro la macchina da presa. Peccato che io abbia inavvertitamente scelto la seconda proiezione cosicchè non solo mi sono perso più di un'ora di dibattito post prima proiezione ma ho iniziato la mia alle 23.40 (anzichè 22.30) e ovviamente per noi. finito il film all'una e 20 di notte, non c'è stata nessuna discussione...
Però Lo Cascio ci ha presentato il film 10 minuti, giusto per inquadrarlo e "lamentarsi" (giustamente) dell'indecente distribuzione italiana che assegna il numero di copie ancor prima di vedere i film. E' il solito discorso, siamo noi a decretare cosa piace o cosa non piace o sono "loro" a farlo a tavolino per noi?
Il nuovo pubblico, quello cresciuto a pane ed effetti visivi, ha colpa di alimentare solo questo settore oppure è il mondo della distribuzione ad averlo allevato così?
La città ideale è stato distribuito in 20 copie, una cifra ridicola.
E così nella prima scena, quella in cui il protagonista -malato delle energie alternative, niente acqua, luce e gas- mette dei secchi per raccogliere l'acqua piovana mi sono immaginato che quei secchi fossero la ventina di copie del film e l'acqua che dovevano raccogliere i possibili consensi. Beh, restando dentro metafora mi auguro un temporale per Lo Cascio. Io intanto il mio bicchiere d'acqua ce lo metto.
Michele Grassadonia è un architetto palermitano trapiantato a Siena (informazione molto importante alla luce del finale). Per farla breve una notte trova un corpo riverso sulla strada. Lo soccorre, chiama la polizia ma una serie di casualità sfavorevoli lo porta ad essere l'indiziato.
Si è parlato molto di Kafka per questo film. In realtà l'immenso scrittore ceco scappa fuori troppo spesso quando un film affronta certe tematiche come il disagio interiore, la surrealtà, il non riuscire a difendersi, il tormento, il sentirsi imprigionato in qualcosa di indefinito, la burocrazia etc... etc... .
Io ci ho visto tanto anche dei racconti di Gogol, questa atmosfera tra il tragico e il comico, queste povere persone a cui accadono piccoli e strani avvenimenti, questa "società" sfuggevole e pericolosa.
L'intreccio è semplice, un pasticciaccio brutto dal quale Michele non riesce ad uscire.
Prima di trovare l'uomo il protagonista ha investito qualcosa, o qualcuno. Il pensiero lo tormenta, sa che la sua salvezza può trovarla in quel ricordo (perchè giustificherebbe uno dei due danni alla carrozzeria, quello decisivo).
Michele non vuole usare mezzucci per difendersi, nessuna tattica, crede che l'unico modo per salvarsi sia semplicemente dire la verità, anche se questa sembra così strana, confusa e piena di arzigogoli.
Il film è un dialogo dopo l'altro, un tentativo di tutti di capire cosa è successo quella notte.
Il Caso è stato senz'altro decisivo, tutto -e qui quella letteratura tragicomica a cui accennavo- sembra aver giocato contro Michele. Da 8 anni non guidava, prende la macchina proprio quella sera. Da almeno 10 giorni non pioveva (lo si nota dai foglietti iniziali), quella notte il temporale. E poi investire quel qualcosa o qualcuno prima di trovare un corpo. La macchina è ammaccata, tutto fa sembrare sia stato lui. Fortuna che un collega (a proposito, Michele è odiato da tutti per le sue manie ecologiche) a un certo punto gli dice "col solito **** che c'hai...".
Lo Cascio (al solito bravissimo come attore) riesce nell'impresa di confezionare un'opera prima che ha un proprio stile. E' forse proprio nella ricerca dell'originalità e della commistione di generi che ogni tanto incappa in qualche scivolone. Ad esempio l'indagine è abbastanza blanda, troppo per fare di questo un thriller o un noir serrato. E il ricorso ai sogni (di solito le sequenza oniriche sono sempre segno di autorialità) davvero gratuito a volte. Lo spettatore tende a credere che quelle sequenze portino alla fine al ricordo di cosa è successo quella notte mentre invece l'illuminazione ci sarà sì, ma con una botta in testa e un dipinto, altro che sogni. E il tentativo d inserire una Lei (magnifica ragazza) nel plot si rivela alla fine per nulla significativo (rapporto un pò simile a La migliore offerta). Peccato perchè singolarmente i due personaggi, il protagonista e lei, avevano una propria caratterizzazione davvero forte e non mancano intuizioni in tal senso (ad esempio gli studi della ragazza sulla cattura...).
Ma il funziona alla grande, alcuni dialoghi sono veramente ben scritti, gli attori, quasi tutti del sottobosco italiano, sono ottimi e la regia, come dicevo, dimostra di avere gusto e stile. Tanti i primissimi piani, alcuni magnifici.
La qualità più grande del film però è che è pur trattandosi di vicenda molto verosimile e, in parte, anche tendente alla critica sociale, non c'è mai un senso della verosimiglianza totale, sembra tutto assurdo e grottesco. L'ufficiale giudiziario in carne che dialoga affannosamente per le scale ma poi non entra in casa, il dialogo con l'avvocato col cinese a far la spia, l'interrogatorio finto con la madre, lo stalliere con le ceneri del cavallo, Lo Cascio, anche se si dice il contrario, si discosta molto da certo cinema verità pur prendendolo ad esempio.
Poi nel finale il personaggio della madre (la vera madre di Lo Cascio) è così straordinario che illumina il film di luce propria. E l'avvocato palermitano si candida come miglior personaggio della pellicola ( e Burruano, credo zio di Lo Cascio, come miglior attore).
Ala fine Michele per salvarsi deve tornare alle proprie radici, alla chiassosa Palermo contrapposta alla placida ma oramai nemica Siena.
E' un omaggio alle proprie radici davvero potente per il regista.
Con, anche, qualche velata critica, specie in quel "i modi per convincerli li troviamo".
E in un finale molto inaspettato quel sorriso può voler dire tante cose.
Una parvenza di tranquillità ritrovata, un improvviso capire di come va il mondo, un sorriso carico di tensione per quello che dovrà avvenire con i "metodi" palermitani, il ritrovarsi in mezzo alla propria gente e riconoscersi.
O semplicemente un sorriso per quei funzionari che si tirano le cartelle.
Questo è il Sud.
E ride Lo Cascio.
Bravo Luigi.

deliver  @  21/04/2013 15:11:50
   7½ / 10
Un ottimo esordio quello di Luigi Lo Cascio, che qui dirige e interpreta.
La prima sensazione dopo aver assistito alla proiezione del film è: menomale, in Italia i grossi produttori trovano ancora quello scampolo di coscienza per investire su progetti non banali e che trasmettono intelligenza del fare e del sentire.
Passiamo al film. Che cos'è ? Una sorta di noir urbano, un giallo reale e metafisico, la storia di una discesa agli inferi di un onesto architetto iper-ecologista che per colpa di un fatale e beffardo incidente si ritrova a scontrarsi con la burocrazia, la cecità dell'autorità, le incomprensibili alchimie dei poteri forti, mentre un mistero aleggia e aspetta soluzione.
Lo Cascio non scade nel didascalismo e pillole di amara riflessione si uniscono a toni a volte più sbarazzini e grotteschi. Altro grande merito è quello di dosare sufficienti quantità di suspance e trepidazione che ben rappresentano l'universo immobile di chi è costretto a guardare alla sua vita come un enigma da sciogliere: come sbotta l'avvocato di Michele Grassadonia ( Lo Cascio) "Lei è disumano...A quasi tutti gli uomini interessa la vittoria, a lei invece la verità"; ergo i più coscienziosi capiranno che non c'è vita senza inganno.

Intenso, leggero e allo stesso tempo profondo.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  25/09/2012 16:46:04
   5 / 10
Parte da un'ottimo spunto quest'esordio dietro alla macchina da presa del bravo Lo Cascio, che ha anche scritto e ideato il progetto. Peccato che, a lungo andare, non si affacci sullo schermo né uno stile visivo convincente (anzi, piuttosto datato) né un'agilità cinematografica che renda potabile un testo più adatto a un palcoscenico teatrale.
Così resta solamente un noir ripetitivo e monotono, che nel finale tenta una debole zampata nel grottesco grazie alla presenza di un magistrato luciferino e di una mamma (che poi è la vera mamma del regista) più furba di quanto possa sembrare.
Terribili le toccatine oniriche del protagonista, utili solo a giustificare una presenza femminile puramente ornamentale.

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