nascita di una nazione regia di David Wark Griffith USA 1915
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nascita di una nazione (1915)

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locandina del film NASCITA DI UNA NAZIONE

Titolo Originale: THE BIRTH OF A NATION

RegiaDavid Wark Griffith

InterpretiLillian Gish, Henry B.Walthall, Mae Marsh, Miriam Cooper, Mary Alden

Durata: h 3.07
NazionalitàUSA 1915
Generestorico
Tratto dal libro "The Clansman e The Leopard's Spots" di Thomas Dixon
Al cinema nel Giugno 1915

•  Altri film di David Wark Griffith

Trama del film Nascita di una nazione

Il sudista Ben Cameron, dopo la vittoria del Nord, fonda il Ku Klux Klan come autodifesa dei bianchi di fronte all'arroganza dei neri. Lo colpisce la tragedia del suicidio della sorella, violentata da un uomo di colore. Grazie a lui, i bianchi riprendono il controllo della situazione, dopodiché Ben potrà sposare l'amata Elsie, appartenente a una famiglia che si era schierata dalla parte dei nordisti.

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Voto Visitatori:   8,08 / 10 (30 voti)8,08Grafico
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Voti e commenti su Nascita di una nazione, 30 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/08/2023 22:50:47
   8 / 10
Il cinema come lo conosciamo nasce probabilmente da questo film, da Griffith, non dai fratelli Lumiere. Le tecniche presenti in quasi tre ore di muto saranno di spunto per tutti i registi a venire.

Il montaggio è superbo, magari non ai livelli del successivo "Intolerance", ma siamo comunque a grandi livelli.
Certamente pesante, difficile non annoiarsi o riuscire a seguire bene gli avvenimenti aiutati solo da poche didascalie.

Poi c'è il tema del razzismo, oggi farebbe scalpore un film del genere, e ai tempi stessi il regista dovette correre ai ripari dirigendo il successivo "Intolerance".

Ma per alcuni aspetti è possibile anche "Giustificare" alcuni atteggiamente nei confronti dei neri, ma certo come vengono rappresentati in toto non è il massimo.

Un film fondamentale a livello storico e per tecnica cinematografica, questo prevalica su tutto, sulla storia, sul messaggio ecc. ecc.

david briar  @  09/11/2019 18:04:16
   7 / 10
Film moralmente imbarazzante, una roba che tutto il cast e la troupe che ha anche solo accettato di lavorarci sarebbe dovuto andare in un riformatorio. Ci si chiede come questo possa essere lo stesso regista di "Intolerance" e "Giglio infranto", film decisamente orientati verso un'idea di integrazione multietnica. Il film, visto a 104 anni di distanza, fa riflettere perché veicola un messaggio che alcuni personaggi politici veicolano continuamente attraverso i new media: la paura di un'invasione, di una contro-colonizzazione e di un favoritismo dovuto al credito che gli stranieri, dopo secoli di maltrattamenti, hanno accumulato nei confronti dei cosiddetti "occidentali". Cambiano i media utilizzati ma i messaggi sono simili, peccato che nel caso dei nostri contemporanei non si senta il bisogno di una redenzione, come invece fece Griffith l'anno dopo facendo un film che è una contro-risposta a questo, "Intolerance".

A parte il discorso morale e politico, da cui sarebbe scorretto essere eccessivamente influenzati per dare un giudizio a un film così capitale, non c'è bisogno del mio parere per segnalare l'importanza storica di "Nascita di una nazione", un film canonizzatore per il linguaggio cinematografico tutto, non solo per il film narrativo di finzione ma anche per il documentario(basta vedere Nanook di Flaherty). Magari se non ci fosse arrivato Griffith ci sarebbe arrivato qualcun altro, ma è stato lui a sistematizzare le soluzioni espressive sperimentate nei vent'anni precedenti, quindi a lui va assegnato il merito. Detto questo, trovo che l'utilizzo del linguaggio cinematografico classico trovi migliore espressione nei due film successivi, in particolare nello straordinario "Giglio infranto", che esprime una maggiore capacità di sintesi e un maggior impiego di mezzi. Il linguaggio di "Giglio infranto" è più sicuro perché viene dai tentativi, già ottimi, fatti nei film precedenti. In quel film è possibile empatizzare con i personaggi, qui è molto più difficile, si percepisce ancora qualcosa di macchinoso. Pensando che "Giglio infranto" è un 9/10, direi che "Nascita di una nazione" è un 7, per quanto dare un voto ad un film così importante e contemporaneamente così legato all'epoca in cui è stato realizzato forse non ha senso, lo faccio solo perché non si può commentare un film senza voto.

Dom Cobb  @  16/09/2017 18:09:41
   8 / 10
In un periodo che va dal preludio alla Guerra Civile al periodo immediatamente successivo, si intrecciano i destini di due famiglie, una nordista e l'altra sudista...
Nella mia crociata per acquisire una maggiore conoscenza cinematografica, da amante del cinema quale sono, era imperativo imbarcarmi nella visione di classici della settima arte, di cui questo "Nascita di una Nazione" rappresenta uno dei primi e più completi esempi: in piena epoca del muto, l'epopea di D.W. Griffith non è il primo lungometraggio mai realizzato (onore che appartiene alla "Story of the Kelly Gang" di qualche anno prima), né il primo a impiegare una formula prettamente narrativa, né il primo esempio di montaggio narrativo o di movimenti di camera che vadano oltre lo stile "teatrale" degli inizi, ma rimane il primo film a far convergere tutte queste tecniche e a metterle a frutto per creare, nell'insieme, un nuovissimo genere di esperienza per l'epoca che è diventato, nel corso del tempo, lo standard del cinema moderno.
Se oggigiorno abbiamo concetti come cinema narrativo, cinema epico e altri simili, è soprattutto grazie a Griffith e al suo innovativo modo di fare cinema, imparando dagli artisti suoi contemporanei e passati e incanalando tutte le conoscenze acquisite nel modo giusto. Certo, ancora qualche passo in avanti da fare prima di parlare di film completo come lo intendiamo noi c'è, ma si tratta già di un grande pass in quella direzione, rendendo chiaro agli spettatori di allora le potenzialità di quest'arte all'epoca nella sua infanzia.
Importanza culturale a parte, che da sola basterebbe a rendere doviziosa non solo la visione, ma anche l'assegnazione di un voto alto, bisogna però considerare l'aspetto più importante: come si difende la pellicola dal punto di vista di uno spettatore moderno, che dopo più di cent'anni si è abituato a un tipo di cinema più complesso e sofisticato? Eh...
Va detto che a livello tecnico, per quanto possibile, il film sa ancora dire il fatto suo: sì, questo è il cinema muto con tutte le sue restrizioni, fra i quali l'uso ancora predominante della camera statica e l'impossibilità di affezionarsi in alcun modo a qualcuno dei personaggi presentati,


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ma d'altra parte l'enorme budget speso si vede nei numerosi, sontuosissimi set e nelle scene di massa, orchestrate in maniera un po' banale ma in un modo che lascia comunque il segno, soprattutto nelle scene di battaglia nella prima parte. Inoltre, la scelta di utilizzare spettri di colore diversi a seconda del genere di scene presentate da un ulteriore grado di fascino. Alla fin fine, le tre ore e passa di durata si fanno sentire meno del previsto, anche solo per questo suo fascino innato.
Però c'è anche da dire che sul lato narrativo "Nascita di una Nazione" mostra tutte le sue debolezze, e quanto sia un errore considerarlo un film storico piuttosto che d'avventura drammatico: infatti, dopo una prima ora e mezza davvero pregevole, dove si avverte almeno il tentativo di rimanere fedeli alla storia (per l'epoca) recente americana, nel giro di pochi minuti tutto inizia a precipitare nel disastro più totale. Griffith non è nuovo all'inserimento di un sottotesto politico nelle sue opere (lo aveva già fatto in "A Corner in Wheat"), ma qui emerge la sua mentalità bigotta e inconsciamente razzista in tutta la potenza di chi è cresciuto all'ombra di un padre ex ufficiale dell'esercito confederato.
Così, in tutta la seconda parte fino alla fine, il film abbandona ogni pretesa di storicità e, nel modo in cui gli avvenimenti vengono piegati per far comodo alle teorie di Griffith, si trasforma in una specie di fantasy ucronico ante litteram,


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dove dominano il ridicolo involontario e la glorificazione delle violenze razziste nella rappresentazione del Ku Klux Klan come una sorta di esercito della salvezza che riesce ad annientare la "minaccia nera". E il tutto coronato da una chiosa che predica la pace mondiale e l'amore universale, come una puntata della Melevisione.
Ora, c'è la remota possibilità che l'intento di Griffith non fosse affatto quello di spargere messaggi razzisti; in effetti, nel modo in cui i neri trattano i bianchi dopo esser stati liberati si potrebbe quasi leggere il modo in cui un gruppo di persone maltrattate per tutta la vita può facilmente cedere all'impulso di vendetta nei confronti dei loro ex carcerieri, un sentimento di rivalsa anche comprensibile in fondo. Ma il modo in cui tutto ciò viene mostrato su schermo non lascia spazio a molte interpretazioni. Involontariamente o no, razzista il film lo è al 100%.
E il punto è che l'elemento razzista, a dispetto di tutti gli aspetti positivi, finisce per danneggiare quello che, altrimenti, sarebbe potuto essere un capolavoro quasi perfetto. La piega che prende la vicenda rende "Nascita della Nazione" un perfetto specchio della mentalità comune dell'epoca, in cui la maggioranza delle persone era razzista senza neanche accorgersi di esserlo, e in una società forse non molto migliore, ma più consapevole di sé come quella di oggi, l'esecuzione della storia è privo della minima credibilità. L'unico motivo di vero godimento sono i traguardi tecnici e l'unico motivo di guardare un film del genere è perché dev'essere visto. Perché, nonostante tutto, ha lasciato una traccia indelebile nello sviluppo di un'arte che oggi rappresenta lo svago di tutti, un elemento fondamentale della nostra vita quotidiana. Perché, come documento storico e sociale, ha un suo valore più di quanto abbia una sua qualità.
Per una volta, il voto è solo una formalità.

Peanuts02  @  13/08/2017 20:57:15
   10 / 10
ok...

*respiro*

Ci siamo...
191: Griffith crea un'opera tanto influente che solo un film come "Quarto Potere" può eguagliarla.
Ma prima togliamo di mezzo quell'elefante nella stanza:
Questo è uno dei film più politicamente scorretti, più spregevoli e razzisti che esistano. Il film ragiona (letteralmente) su due fronti: il bianco e il nero, in un contesto dove bianco è sinonimo di giustizia e nero è sinonimo di perversione.
A dir poco imbarazzante, e persino all'epoca iniziarono a girare voci non proprio positive sul conto di Griffith, che si ritrovò a doverle smentire dirigendo un altro kolossal dai messaggi diametralmente opposti a quelli di "Nascita di una nazione", destinato anch'esso a divenire una colonna portante del cinema, ma che all'epoca non risultò affatto un successo. Ciò, però, riesce ad essere uno specchio puntato verso la mentalità del passato, che ci mostra letteralmente come all'epoca la popolazione fosse razzista e rivelandosi, suo malgrado, una vera e propria fonte storica.
Ad ogni modo, dopo esserci tolti questa spina dal fianco, possiamo analizzare il film per quello per cui viene maggiormente ricordato: il rivoluzionario linguaggio cinematografico.
Griffith (ben 10 anni prima della corazzata potemkin!) stravolge i canoni che fino ad allora caratterizzavano i prodotti cinematografici, decidendo di puntare una maggiore attenzione verso la trama che verso la semplice meraviglia che il pubblico provava a vedere le immagini prender vita.
L'inquadratura fissa, che fino a prima non rendeva un film tanto diverso da una serata al teatro, viene abbandonata verso le vere potenzialità della macchina da presa e, ovviamente del montaggio. Immagine non è più sinonimo di dover mettere in scena una situazione, ma raggiunge un'evoluzione unica dimostrando che le immagini possono cambiare di impatto a seconda di come vengono mostrate al pubblico. Certo, anche nel mondo della pittura si sapeva che la messa in scena di un'immagine influenza il risultato finale, ma Griffith capì che qui non si trattava affatto di immagini statiche e lasciate immobili agli occhi dello spettatore, ma comprese che con la macchina da presa e un comparto tecnico degno di nota sarebbe riuscito a creare di tutto e a trasmettere di tutto, sia dal punto di vista visivo che emotivo.
E ovviamente anche la recitazione giunge ad una svolta epocale: agli attori non viene più fornito un canovaccio da seguire limitandosi a mantenere i punti chiavi della trama e lasciando loro ogni libertà riguardo la performance e i gesti (per il resto potevano anche dire quello che volevano in scena, tanto il risultato sarebbe stato muto), ma ad ogni attore viene dato un copione da seguire, accompagnato da ben due mesi di preparazione.

Quindi, che altro aggiungere? E' un film che dal punto di vista narrativo e morale è invecchiato da morire, ma il mio voto non è dovuto, come già detto, al contenuto morale, ma all'importanza che il film ha rivestito nei confronti della tecnica cinematografica. Certi film possono essere solo valutati oggettivamente, ed oggettivamente questo film è di un valore immenso, perché mette insieme tutte quelle piccole innovazioni avvenute fino ad allora (l'uso del primo piano, l'uso del montaggio per mostrare la contemporaneità di alcune scene...) verso una nuova tappa.
Per chi volesse qualcosa di più politicamente corretto (detto con valenza assolutamente positiva) ma allo stesso tempo tanto importante, si cerchi "Intolerance"

sweetyy  @  09/01/2013 03:51:50
   6 / 10
Di grande valenza per quanto riguarda la storia del cinema, mi ha un pò annoiata, ma credo sia da guardare almeno una volta.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  17/03/2012 18:37:10
   7 / 10
Film assai controverso per via della glorificazione de Ku Klux Klan nella sua parte finale. Da un lato ha dei meriti tecnici incontestabili (molto del linguaggio cinematografico odierno è nato con questo film, pur girato una sola volta e senza un copione!) mentre dall'altro è totalmente risibile nei suoi presunti intenti storiografici (che a fine guerra tra nord e sud i neri d'america stessero per prendere il sopravvento e che sia stato il Ku Klux Klan ad impedirlo, oggi si spera lo credano davvero in pochi). Sono comunque 3 ore pesantucce da seguire!

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  24/09/2011 18:23:45
   10 / 10
NASCITA DI UNA NAZIONE, ma non solo..nascita di un nuovo cinema!Griffith porta sul grande schermo il primo capolavoro come lungometraggio segnando così il cinema a venire. Infatti il regista mette i basamenti per quello che in futuro molti artisti cinematografici useranno nei film. É un film dall'immenso valore artistico e tecnico per il fatto che Griffith abbia avuto la straordinaria capacità di radunare in un unico film tutte le tecnice cinematografiche in voga in quegli anni. La pellicola però, oltre ad essere un'opera d'arte, presenta per la maggior parte del pubblico (critici, cinefili, normale,..) un affronto, uno scalpitante feto razzista messo al mondo in laboratorio. Più di qualcuno afferma che questo film sia espressamente razzista, che il regista lo abbia usato come propaganda per un messaggio che eleva sul podio il razzismo. Mi dispiace dirlo ma tutta quella gente non ha capito niente..Il fatto che Griffith esalti il Ku Klux Klan, ponendoli come vincitori e unici salvatori, non significa che il regista lo pensasse veramente o meglio ha voluto mostrarci il punto di vista di chi a quel tempo (e probabilmente pensava che anche in un futuro sarebbero esistite persone come quelle)aveva realmente quella brutale visione. Griffith é il primo che per fortuna ci mostra il male come vincitore, perché come tutti possono osservare nella maggior parte dei film é il bene che vince e inoltre tutti sappiamo che nella vita non va tutto a rose e fiori e lo sapeva pure lui. Ognuno ha il proprio senso interpretativo intercalato dalla creatività personale e quindi ognuno si fa le sue idee, ha il suo punto di vista, ecc ma dire che questo film esulti il razzismo perché Griffith é un razzista mi par troppo eccessivo..-.-"

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Ultima risposta 03/11/2013 18.35.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  08/07/2011 15:05:39
   8 / 10
Questo film è il primo di Griffith che ho il piacere di guardare, e vale soprattutto per due motivi:
-Per essere il primo film storico della storia del Cinema;
-Per il montaggio.
Vi è una controversia attorno a questo film, di cui vengono criticate le idee razziste (che vengono confermate nella terminologia forse poco consona). Griffith però disse di non essere mai stato razzista, ed è per questo che si è scatenata una controversia. Il film, è necessario aggiungerlo, è tratto da due libri che, quelli sì, sono razzisti, scritti da un pastore protestante.
Ma veniamo al film. Esso infatti può apparire un pò noioso, soprattutto in virtù del fatto di essere muto e di durare poco più di tre ore. Io non mi sono annoiato (ma ci tengo a dire che difficilmente mi annoio davanti a un film, a meno che non sia un filmaccio di serie z come alcuni di oggi...), però il fatto di annoiarsi o meno è qualcosa di oggettivo...
Per quanto riguarda la regia, regia d'autore, nulla da dire; idem il montaggio e tutto il resto. Penso che l'otto sia il voto più giusto. Forse potevo dare di più... diciamo che otto è il minimo.

MartyGlamster  @  27/09/2010 20:33:56
   8 / 10
Ragazzi,che dire il primo vero film della stora!Ovviamente tre ore di muto sono difficilmente affrontabili,però ragazzi la storia dell'america,questo film ha speso intorno ai 300.000 dollari e ne ha guadagnati miliardi.La storia purtroppo è lenta anche perchè ovviamente ideatore di tutte le tecniche di montaggio e ripresa che conosciamo e che si usano tutt'oggi,le quali senza lui non ci sarebbero,era alle prime sperimentazioni,infatti il film è costituito in gran parte da campi lunghi che dopo un po' possono risultare noiosi,la soggettiva in alcune scene,ad esempio mentre guardano un giornale o fotografie doveva essere ancora sistemata,e così via.Grande maestro,colui che ''creò il cinema''.

Invia una mail all'autore del commento Living Dead  @  28/04/2010 15:20:04
   7½ / 10
Uno dei film più importanti della storia del cinema modiale, da vedere esclusivamente per le sue innovazioni tecniche e stilistiche che hanno portato una svolta nella tecnica cinematografica..ma ragas, tre ore di film così sono difficilmente affrontabili.

dave89  @  23/03/2010 00:46:24
   8½ / 10
film straordinario per l'anno in cui è stato prodotto...inaugura anche negli u.s.a. il genere storico ....da vedere

pinhead88  @  10/01/2010 14:56:48
   6 / 10
Esattamente venti anni dopo la nascita del cinema,Griffith produce questo epico polpettone di oltre tre ore che si è accaparrato insieme a Intolerance dello stesso Griffith,il posto tra i kolossal più magniloquenti del muto.
un'opera semi-propagandistica di stampo leggermente razzista che offre molte innovazioni tecniche per l'epoca,cui molti registi anche ai giorni d'oggi ne tengono conto.esteticamente risulta perfetto,ma veramente insostenibile da un punto di vista logico.le sequenze da ricordare non sono moltissime,almeno quelle che rimarranno memorabili sono la morte della sorella di Cameron e la nascita del Klan.le guerre e gli incendi fanno sicuramente parte di una sequenza importante per l'epoca,ma per me non sono tra le scene più memorabili.da notare la scelta di Griffith dove la maggiorparte degli interpreti neri,o tutti,sono bianchi con la faccia dipinta.inoltre gli schiavi sono visti come veri e propri selvaggi e balordi all'interno di una comunità,non so quale sia il messaggio,ma anche per questo venne discusso e aspramente criticato.a parer mio rimane un mattone retorico di dimensioni stratosferiche,dove si e no ci sono un paio di scene interessanti e notevoli sviluppi di stile tecnico,ma del resto se ne può benissimo farne a meno.

bulldog  @  16/07/2009 16:08:54
   6 / 10
Inferiore a Nascita Di Una NAzione,vale comunque lo stesso discorso fatto per quest'ultimo.
Nessuno vuole togliere a Griffith i meriti nella creazione di storie narrative,ma tre ore di questo tipo di cinema,m sono insostenibili.

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Ultima risposta 16/07/2009 16.09.38
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  10/09/2008 12:38:28
   9 / 10
Grandioso, mai avrei pensato di poter reggere tranquillamente, e trovare addirittura piacevoli, oltre tre ore di pellicola muta. Sarà stata la predisposizione e l'emozione di vedere ciò che rappresenta una tappa fondamentale della storia del Cinema, direi che con "Nascita di una Nazione", si può andare oltre la soggettività, anzi, ci di deve andare. Leggermente razzista di stampo, sposando un'ideologia che non contemplo affatto, si può parlare di primo film dai caratteri epici, che si discosta dal genere storico fondendone uno sostanzialmente poliedrico; la ricostruzione storica della guerra civile americana articolata con eventi drammatici e romanzeschi. Giustamente ammirato da Ejzenstejn -che ne prenderà l'uso delle masse e dei campi lunghi, lunghissimi e dei primi piani nonchè del dettaglio di scena- la pellicola rappresenta anche un passo in avanti per le innovazioni formali, con la messa in opera del montaggio sia alternato, ad inizio proiezione, che parallelo, con la destinazione finale che coincide con lo stesso luogo; l'arrivo ad esempio al galoppo del KKK. Doveroso per ogni cinefilo vederlo, e da avere nella propria videoteca.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  01/06/2008 01:24:48
   8 / 10
ottimo storico sulla nascita di uno stato dalle disgregazioni di una guerra civile e di razza. grandi scenografie,attori,costumi. veramente ottimamente realizzato.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  13/05/2008 12:33:42
   8 / 10
Epica opera “magna” di Griffith, nonché primo vero lungometraggio della storia della cinematografia. Con esso si inaugura un nuovo modo di fare cinema: dal (perfetto) montaggio alternato (intreccio di immagini legate a diverse sequenze) alle grandi panoramiche che trovano nelle scene della battaglia culminanti col calare della notte un momento altissimo di tecnica cinematografica e di poesia, Griffith realizza delle innovazioni che diverranno, di lì in poi, punti fermi della regia. Altri importanti momenti, sotto il profilo tecnico ed emotivo, sono quello dell’inseguimento della ragazza bianca da parte di un nero (vera e propria pietra miliare del pathos e della suspence cinematografica) e quello finale –anche se obiettivamente retorico nella sua dimensione cristologica, in cui le masse oppresse si trasfigurano in pacifici e sereni fratelli.
Venendo ai contenuti, è chiaro l’intento di Griffith di esprimere tutto il suo orrore per la guerra come fonte di insensati conflitti: in questo senso, i rapporti amorosi instauratisi tra i membri di famiglie appartenenti a opposte fazioni (una del sud e l’altra del nord) stanno proprio a testimoniare l’importanza dell’amore che deve unire tutti, travalicando qualsiasi suddivisione sociale, e che deve prevalere sull’odio. Griffith, tuttavia, non estende il suo messaggio a livello universale ma lo destina soltanto a coloro che sono di pelle bianca, escluidendo i neri che invece vengono tratteggiati come un popolo incolto, barbaro e prevaricatore. Di qui l’apologia dell’operato del Ku Klux Klan, che ci viene presentato come benefico e necessario ai fini del mantenimento dell’ordine sociale.
Griffith si difese dalle accuse di xenofobia affermando di essersi limitato a rappresentare, nel modo più veritiero possibile, l’evolversi degli eventi di quel cruciale momento storico dell’America. In realtà, anche se ciò può essere preso per buono, si sarebbe dovuto in ogni caso dare un quadro più generale della situazione dei neri, a partire dallo sfruttamento nei campi di lavoro fino alle persecuzioni feroci poste in essere dal Ku Klux Klan (soprattutto perché nel 1915 si stava dando vita ad una nuova Confraternita razzista).
Ad ogni buon conto, Griffith riparò al torto realizzando l’anno successivo il film di carattere pacifista “Intolerance”.

lampard8  @  12/02/2008 19:26:21
   9 / 10
Eccellente lavoro di Griffith con un montaggio impressionante per l'epoca(primo film che sperimentò i primi piani) e con impatto visivo davvero devastante. Stupende le musiche che ci accompagnano durante la visione del film. Uno dei maggiori successi in termine di incassi nella storia del cinema americano e forse dato il suo fascino se ne intuisce il perchè

Gruppo COLLABORATORI julian  @  26/11/2007 00:29:27
   5 / 10
1915
Il mondo nn conosceva ancora le guerre mondiali e la morale permetteva ancora che esistessero pregiudizi razziali...
A quei tempi il film era un ineccepibile capolavoro di tecnica, con cose mai viste nè sognate dal pubblico, con scene di guerra che mi hanno sorpreso non poco e con un budget stellare che frutterà un altrettanto stellare guadagno.
Ma erano altri tempi...
A quasi un secolo di distanza Nascita di una nazione resta una pellicola assolutamente dura da digerire, circa tre ore di fotografia bianconera non eccezionale e di muto con qualche discorso scritto (per giunta in inglese nella versione che ho visto io).
Ma quello che più si fa difficoltà a digerire è purtroppo un dato storico: il razzismo che ancora impregnava e contaminava le menti della popolazione fiera americana.
David Wark Griffith ritrae un America in procinto di nascere nella quale il Ku Klux Klan si muove come una squadra di eroi venuta al mondo per liberare il paese dalla minaccia dei neri.
Già allora destò qualche scandalo, ma oggi la pellicola può servire solo come dato storico che documenta l'esistenza del razzismo, che testimonia un odio che sarebbe bello poter cancellare dalla storia.

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Ultima risposta 13/02/2008 14.39.50
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Glendhi  @  13/10/2007 09:21:19
   7 / 10
Ha segnato una svolta epocale? Sì.
Ha lasciato un segno nella storia del cinema?Sì, ne è un pilastro.

Sta di fatto che rimane un polpettone assurdo. Non me la sento di dare un voto basso a questo film per la sua grandiosità che è sicuramente indiscussa, ma nemmeno il contrario, perchè io sono una spettatrice moderna, non del 1915. Non ne avverto pienamente l'innovazione, non ne avverto l'attrazionalità. Film DA VEDERE per chi è interessato alla storia del cinema, ma non, a mio parere, per il suo valore estetico/artistico.

Dick  @  11/10/2007 13:18:40
   8 / 10
Vabbè, a parte la fiabetta sul KKK che più che altro fa ridere oggi, la pellicola come è stato già scritto inaugura un nuovo linfuaggio cinematografico attraverso la caratterizazione dei personaggi, i montaggi alternati, le belle scene di battaglia con invenzioni visive che anche a rivederle a distanza di ben 92 anni un certo effetto lo fanno ancora oggi.

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Ultima risposta 14/04/2012 18.09.14
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  03/08/2007 16:50:38
   9 / 10
Film che inaugura un nuovo linguaggio cinematografico, quello che si avvia verso la modernità nel cinema.

Film molto contestato per presunti messaggi contenutistici di impronta razzista.

In realtà Griffith riporta pagine di storia della guerra Nord-Sud americana vinta dal Nord che mettono in evidenza il grande disagio dei neri e delle istituzioni dopo che gli uomini di colore hanno ottenuto la libertà.

Griffith mette in evidenza il caos sociale e amministrativo che segue la fine della guerra. Un caos da cui nascono violenze di ogni genere.

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Ultima risposta 20/08/2007 22.40.38
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/06/2007 23:58:35
   9 / 10
David W. Griffith è stato sicuramente il primo vero autore della storia del cinema. Nascita di una nazione rappresenta in sintesi quello che può essere considerato l'ABC di come fare il cinema. Questo film insieme ad Intolerance (dello stesso Griffith) è il capolavoro del primo quarto di secolo della storia del cinema.

Il Messere  @  29/05/2007 00:27:55
   5 / 10
Impoente schiacciamento di pallle di tre ore, diretto dallo zotico razzista David W. Griffith. Secondo il suo punto di vista sudista (a mio avviso ottuso anche per l'epoca) i neri non son nemmeno buoni selvaggi alla Rousseau, ma selvaggi e basta (interpretati infatti da attori bianchi infuligginati). I balordi del Ku Klux Clan sono invece descritti come artefici della nascita della bella democrazia statiunitense.
Trattasi in generale di un polpettone pacchiano e presuntuoso cui potrebbe addirsi il j'accuse fantozziano <<è una ****** pazzesca>>.
Cionondimeno il regista americano ha rivoluzionato il cinema attraverso le innovazioni tecniche (dissolvenze, effetti visivi, montaggio...) smentendo la poco lungimirante previsione di Lumiere, secondo il quale il cinema era <<un'invenzione senza futuro>>,

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  04/04/2007 20:30:44
   9½ / 10
impressionante film, molto discusso e pieno di retroscena.


film da biblioteca

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Ch.Chaplin  @  30/12/2006 15:18:16
   9½ / 10
tecnicamente sarebbe nn da 10 ma da 13!alcune scene sono memorabili, una su tutte l'inseguimento del nero con flora nel bosco..nn mi sento cmq di dare 10 xkè è inutile nasconderlo xkè è griffith: questo film è razzista ke + razzista così nn si può! se griffith avesse voluto narrare soltanto l'oggettività dei fatti nn avrebbe realizzato la seconda parte così come ha fatto! e x di + nn sn solo inquadrature e caraterizzazioni dei personaggi ke lo fanno capire, ma ci sono anke 4 o 5 didascalie in cui è palese l'avversione verso i neri (a cominciare dal kiamarli negroes)..eccezionale film x l'epoca, ma un po' trpp alla spielberg, i buoni, i cattivi, il bene (ke in realtà è il male) ke trionfa sul male (ke è il bene)! azione parallela da capogiro e attori di primissimo piano, due su tutti: lillian gish (elsie) e mae marsh (flora)
sfortunatamente narra in questo modo di questo scottante argomento, se no il 10 sarebbe stato + ke dovuto! a mio avviso tecnicamente è migliore di intolerance (e stanca anke molto meno, nonostante la notevole durata di entrambi), ma il messaggio contenuto nel secondo è tutt'altra cosa.

3 risposte al commento
Ultima risposta 03/04/2007 13.46.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/10/2006 23:10:29
   8 / 10
Affascinante e inquietante, uno dei film piu' amati e odiati della storia del cinema di tutti i tempi.
Gode di una duplice fama, la sua rilevanza artistica (fra l'altro credo che come sforzo produttivo sia il primo lungometraggio del cinema che duri quasi tre ore) e per il suo presunto razzismo di fondo.
Praticamente tutti, da Bogdanovich a Scorsese, ne hanno tributato degli omaggi (ma il controverso "gangst of New York" non riesce a imprimersi nella sua ambizione), ma ancora oggi è un documento sconvolgente anche per la sua ambiguità ideologica.
John Ford, futuro e celebrato regista, è tra i membri (nel film) del kkk

5 risposte al commento
Ultima risposta 10/09/2008 12.43.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  12/09/2006 15:16:53
   9½ / 10
Bellissimo film però secondo me un pelino sotto Intolerance.
Tecnica inpeccabile per quella lontana epoca e una pietra miliare nella storia del cinema e non ha caso del regista Ejzenstejn disse (come già ricordato nella recensione di Giordano Biagio) "Griffth è dio padre. Egli ha tutto creato, tutto inventato..."
Visione storica forse un po' razzista perchè non credo che succedette proprio come è narrato nel film

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Da non perdere e sinceramente non dovrebbe mai mancare nella collezione di un cinefilo che si rispetti.
Azzecata la musica della cavalcata delle valchirie in alcune scene.

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  07/01/2006 23:04:10
   10 / 10
Il capolavoro di griffith e uno dei pilastri della storia del cinema.

cinefilomalato2  @  26/12/2005 21:59:44
   10 / 10
Il capolavoro di D. W. Griffith rimane una pietra miliare nella storia del cinema. Film estremamente rivoluzionario per quanto riguarda la tecnica cinematografica (vedi un uso superbo del montaggio alternato, per conferire drammaticità all'azione) e pure per ciò che riguarda il suo contenuto, spesso oggetto di aspre critiche ( il film narra le vicessitudini di due famiglie, l'una sudista l'altra nordista, durante la guerra civile e la nascita del Ku Klux Klan). Malgrado ciò capita spesso di sentire critiche a causa delle posizioni storico-culturali-politiche assunte dal regista, giudicate da taluni come "razziste". Cosa, a mio modesto parere, del tutto erronea, in quanto il regista vuole solamente mostrarci come si è veramente svolta la guerra civile americana e tutte le deprecabili conseguenze che ha portato (vedi nascita del Ku Klux Klan, argomento clou del film). Griffith figlio di un colonello sudista; Griffith uomo del sud, che ha visto le miserie portate nelle sue terre da questa guerra (miserie vissute da lui stesso).
Una mensione va pure attribuita a quel magnifico attore che era Henry B. Walthall, che nel film presta il suo volto al colonello sudista Ben Cameron (una delle sue migliori interpretazioni sul grande schermo).

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  08/12/2005 20:09:13
   9 / 10
Grandissimo film epico, dove quel ganiaccio di Griffith ha potuto raccontarci la sua visione della guerra di secessione (un po' razzista, forse).
Mi dispiace solo che siano in pochi (in questa pagina nessuno) ad aver avuto la fortuna di vederlo!...

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