ombre nel paradiso regia di Aki Kaurismaki Finlandia 1986
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ombre nel paradiso (1986)

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locandina del film OMBRE NEL PARADISO

Titolo Originale: VARJOJA PARATIISISSA

RegiaAki Kaurismaki

InterpretiMatti Pellonpaa, Kati Outinen, Sakari Kuosmanen, Esko Nikkari

Durata: h 1.11
NazionalitàFinlandia 1986
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 1986

•  Altri film di Aki Kaurismaki

Trama del film Ombre nel paradiso

Nikander è un conducente di camion della nettezza urbana. Un giorno conosce Ilona, cassiera di un supermercato, di cui si innamora subito. La ragazza viene licenziata e, per vendicarsi, fugge con la cassa. Nikander la convince a restituire il denaro rubato impedendo l'arresto. La loro storia d'amore procede ma Ilona appare distante.

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Voto Visitatori:   7,33 / 10 (9 voti)7,33Grafico
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Voti e commenti su Ombre nel paradiso, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  02/07/2019 19:22:38
   7 / 10
Più o meno è il "solito" film di Kaurismaki: stessi attori, stessi personaggi fuori dal mondo, stessi silenzi, stesse situazioni grottesche e surreali (in realtà viene prima di tutti gli altri di questo stampo, solo io l'ho visto dopo). Eppure nella sua semplicità "Ombre nel Paradiso" riesce a raccontare nel modo più piacevole la storia di persone meno che ordinarie, di quelle che nella vita reale nemmeno noti, creando empatia con queste e strappando sorrisi spesso amari.

Vero che ha fatto anche di meglio, ma il regista finlandese si dimostra sempre uno dei migliori nel raccontare la solitudine.

7219415  @  11/02/2017 17:12:37
   7 / 10
Mi piace l'umorismo di kaurismaki

Oskarsson88  @  11/02/2017 10:41:56
   7 / 10
Commedia sul filo del grottesco, con personaggi minimalistici e senza emozioni. Una commedia esistenzialista dal fondo amaro, che anche grazie alla breve durata riesce bene nel suo intento, sia di far ridere e sorridere, che riflettere.

DarkRareMirko  @  29/01/2015 00:22:16
   7 / 10
Discreto dramma sentimentale urbano, con attori più volte presenti in film di Kaurismaki ed un atmosfera più diretta e speranzosa del solito riguardo quest'ultimo autore, che si mantiene così sino ad un riuscito finale.

Non capita molto ma lo spettatore è comunque più o meno stimolato a sapere coem la vicenda si concluda, che già basta.

Poco diffuso e famoso, vale il recupero (io l'ho trovato in biblioteca) anche in virtù della sua breve durata.

Lo stile semplice, fine e minimale di Kaurismaki (che qui ha a che fare con il primo Cassvetes) è ormai inconfondibile anche se non proprio mainstream.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/06/2012 23:42:30
   7 / 10
Con "Ombre nel paradiso" Aki Kaurismaki prosegue ed estremizza il discorso iniziato con "Delitto e castigo". Anche qui i protagonisti sono in pratica la solitudine e l'incomunicabilità. Rispetto però al film precedente qui ancora di più si estremizza l'abulia, la secchezza e il vuoto interiore, la mancanza di consapevolezza e conoscenza di sé e del mondo. Il mondo esterno stesso non aiuta e men che meno stimola i personaggi. Sono circondati da una Helsinki fredda, anonima, vista dal punto di vista di uno spazzino (e quindi a contatto con i luoghi più infelici, dove in genere si mettono i cassonetti). Anche dal punto di vista economico i due protagonisti non se la passano bene. Nikander vive in una casa anonima, spoglia e fredda; gli oggetti consumistici che può comprare non fanno altro che aumentare la sua estraneità e la sua solitudine. Figurarsi che non sa nemmeno come corteggiare Ilona, dove portarla, visto che conosce solo i freddi ed estranianti luoghi di ritrovo di massa (la sala bingo e anonimi locali chiassosi dove ubriacarsi). La disperazione, l'amarezza, il non capire cosa si è e come fare per uscire, riescono a trapelare dalle espressioni serie e stralunate del grande attore Matti Pellonpaa.
Ilona, peggio di Nikander, è vittima di ricatti da parte del datore di lavoro, non ha una casa, non ha amici, non ha niente. Anche lei sente che la sua non è vita, che i modi di "divertirsi" non sono altro che modi per capire quanto si è soli e inutili, ma allo stesso tempo non riesce ad esprimere qualcosa di diverso, una consapevolezza, un'alternativa. Anche lei vive di scatti, di decisioni improvvise, di ripensamenti.
Cosa è che li "salva"? Una specie di intuito, una sensazione indefinita che fa capire loro che essere insieme è comunque meglio che essere soli. Il problema insormontabile è però il mondo che li circonda, duro, indifferente, impersonale e materialista; non concede scappatoie o chance. L'unica ancora di salvezza è immaginare una "fuga" verso qualsiasi altro posto anche banale, e quindi implicitamente si fa capire che non c'è salvezza, solo un'illusione di salvezza.
"Ombre nel paradiso" è un film a tesi, cioè un'opera che cerca di dare un'interpretazione ideologica e particolare della realtà, quindi dando di essa un'immagine volutamente scelta e selezionata. Personaggi, scenografie, ambientazioni, modi e oggetti filmici sono al servizio di una determinata idea che si vuole dare del mondo: in questo caso svelare il completo snaturamento dell'essere umano nel mondo attuale.
Il film quindi non narra ma rappresenta: per questo dei personaggi serve solo quello che dimostra il loro non esistere (montaggio alternato di fatti anche insignificanti con tantissime ellissi) e del mondo esterno solo il lato che meglio rappresenta il punto di vista dell'autore.
Certo, è una visione parziale, ma senz'altro meno parziale dei semplici film di intrattenimento. In fondo sostanzialmente il nostro modo di vivere è questo, i nostri maggiori problemi esistenziali sono proprio la solitudine, l'estranietà e l'incomunicabilità.
Guardandolo con questo spirito il film diventa una rappresentazione impietosa dell'attuale malessere di vivere e una bella opera d'arte esistenzialista, altrimenti non sono altro che 80 minuti lenti, senza senso, paradossali e noiosi.
In ogni caso Aki Kaurismaki si dimostra anche con questo film un grande regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/12/2011 18:19:48
   7 / 10
Difficile uscire da un grigiore quotidiano a cui sembri di essere condannato. Ancora più difficile scegliere di migliorare il proprio status sociale, correndo il rischio di diventare proprio come coloro che ti guardano dall'alto in basso nella vita di tutti i giorni. Un film semplice, di piccole cose, di due persone che insieme cercano quella via d'uscita che nella loro solitudine non riescono a trovare. Interessante il finale, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda dei punti di vista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/06/2011 09:56:50
   7 / 10
I perdenti hanno tutto il diritto di amare,Kaurismaki lo sa. Non solo,ci costruisce sopra un film che ancora una volta con la sua firma unica scivola via lento ma allo stesso tempo senza mai annoiare sia per la durata che supera l'ora scarsa,sia per lo stile volutamente ripetitivo (sinonimo di una routine da cui non si scappa) ma anche raffinato e diretto.
Proprio raccontando una storia di quotidianità e routine attraverso riti giornalieri ripetuti in continuazione,uomini alienati e antipatici e dialoghi banali che più banali spesso non si può,il regista riesce a rendere tutto ancora più ironico e grottesco dando una nuova dimensione a quello che in mano d'altri sarebbe una materia non da cinema perché,appunto,banale; in questo è tranquillamente accostabile a Jarmusch e forse anche a Wenders,continuamente citati quando si parla di Kaurismaki.
La struttura è quella che è,un buon cinema anche se in questo caso manca la verve geniale del regista e tutto appare un pò troppo poco interessante. Successivamente il finlandese è riuscito a superarsi migliorando il suo stile e dando sempre spazio ai perdenti,maschere indimenticabili che hanno le facce di Pellonpaa e Outinen. Il primo poi ha una storia straordinaria al di fuori del film,il suo essere attore non attore porta una dose di genuinità alle opere di Kaurismaki che lo utilizzerà come suo attore feticcio fino alla morte e,in maniera commovente e toccante,anche dopo la morte con la sua faccia in una foto. Perché non sono le vuote parole a contare per il regista ma sono le facce e quello che comunicano, anche quando sono monoespressive riescono a dare mille sensazioni se uno è bravo.

Beefheart  @  10/06/2007 15:48:23
   7 / 10
Discreta commedia, ormai ultra-ventenne, tra il romantico e l'esistenziale che porta, evidente, la firma di Kaurismaki. C'è una quotidianità vuota e ripetitiva, dove il lavoro castrante e la solitudine imbruttiscono le persone. C'è Nikander "ex macellaio, ora autista dei camion della nettezza urbana, denti e stomaco mal ridotti, fegato così così e della testa non c'è da vantarsi". C'è Ilona, giovane precaria, insoddisfatta ed impulsiva. Infine c'è l'amore che, un po a stento, nasce e matura tra i due attraverso una serie di eventi gravosi ma probativi. Il tutto scandito da musica blues, dialoghi scarni, tante sigarette, lunghi musi da funerale e situazioni grottescamente disagevoli. Cinema privo di fronzoli, ben riuscito, girato per lo più in interni modesti o poco confortevoli, favorito dall'ottima interpretazione dei protagonisti (Matti Pellonpaa, nel ruolo di Nikander, su tutti), dalla fotografia nitida ed essenziale, dalla fluidità narrativa e, soprattutto, dal sensibile garbo registico dell'autore che smussa gli spigoli acuti dei passaggi più duri, alleggerisce l'atmosfera e conferisce signorilità al contesto. Consigliato.

benzo24  @  07/06/2006 02:34:14
   10 / 10
guerrieri dell'amore. Matti Pellonpaa lo straordinario protagonista e Kati Outinen non sono altro che dei guerrieri dell'amore...la vita non fa altro che riservare tristezza e delusioni ma i due non smettono di sperare e avere ede nei sentimenti anche se sanno che questi potrebbero essere una sentenza di morte. Capolavoro.

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