plan 75 regia di Chie Hayakawa Giappone, Francia, Filippine 2022
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plan 75 (2022)

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locandina del film PLAN 75

Titolo Originale: PLAN 75

RegiaChie Hayakawa

InterpretiChieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne, Yumi Kawai, Taka Takao, Hisako Ôkata, Kazuyoshi Kushida

Durata: h 1.52
NazionalitàGiappone, Francia, Filippine 2022
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2023

•  Altri film di Chie Hayakawa

Trama del film Plan 75

In un futuro non molto remoto il Giappone ha messo su un piano denominato Plan 75, con cui si cerca di spingere gli anziani all'eutanasia volontaria, per rimediare ai disagi sociali causati da una popolazione molto invecchiata. Una donna anziana con poche risorse per sopravvivere, un pragmatico venditore del piano e un giovane operaio filippino si confrontano così su scelte di vita e di morte.

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Voto Visitatori:   6,60 / 10 (5 voti)6,60Grafico
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Voti e commenti su Plan 75, 5 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  23/12/2023 12:10:04
   6½ / 10
Interessante pellicola che dipinge un futuro prossimo distopico in cui regna un disumano cinismo che porta a scartare tutti coloro che non sono ritenuti più produttivi.

topsecret  @  08/11/2023 13:58:18
   6½ / 10
Un film calmo e riflessivo in cui è la sensibilità del regista a fare la differenza, toccando temi di un certo spessore, seppure inglobati in un contesto quasi distopico.
Narrazione ragionata ma non lenta, interpretazioni convincenti e un racconto interessante, e sentimentalmente riflessivo, quanto basta per meritare una considerazione positiva.
Di contro, è un po' ripetitivo e monocorde ma non sembrano problemi insormontabili.

Jumpy  @  17/10/2023 18:53:49
   7½ / 10
Mi ha colpito il garbo e la delicatezza, come solo gli orientali sanno fare. con cui sono trattati temi sociali difficili ed attuali più che mai anche in Occidente. In un presente del tutto verosimile (l'unico aspetto distopico è, appunto, il Plan 75), vediamo una società spaccata: crisi della famiglia, crisi della coppia, crisi generazionale, crisi del mondo del lavoro. I protagonisti entrano in relazione tra loro ma, fondamentalmente, sono soli, ognuno di loro col proprio vissuto. Tristezza, cinismo (soprattutto della classe dirigente), senso di inutilità e sconfitta, ansie, frustrazioni.
Tanti spunti e lascia da riflettere.

Mauro@Lanari  @  14/10/2023 07:31:55
   5 / 10


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1) Negl'anni '80 non s'era stabilito che fra gl'indicatori del benessere OCSE, la vecchia "eudaimonia" aristotelica, foss'inclusa pure la longevità, la qualità della vita calcolata e misurata anche con la sua quantità, le "speranze di vita alla nascita", l'ebraicamente biblico "morire vecchi e sazi di giorni" (https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi+25,+8;+35,+29;+Giobbe+42,+17;+1Cronache+23,+1;+2Cronache+24,+15)?
2) S'è pensato di controbilanciare la qualità ridott'alla sua quantità reintroducendo un fattore qualitativo: il vivere migliorando le condizioni dell'ultimo periodo d'un'esistenza sempre più lunga. Non siamo programmati a ciò dalla biologia genetica? Nascono l'accanimento terapeutico e la geriatria viene rietichettata gerontologia. Non è un problema universale: chi ha abbastanza soldi si può permette medici, specialisti, cure, trattattamenti sanitari (spa ["salus per aquam"], centri benessere, cliniche private, Rsa, badanti e OSS) personali. Forse si smette d'essere produttivi, ma finché s'è remunerativi e redditizi, si troverà sempre qualcuno pronto all'aiuto, sostegno, supporto in cambio del profitto.
3) L'eccezioni a quanto sopra costituiscono quel sottoinsieme a cui si dedica Chie Hayakawa nel suo primo lungometraggio: troppo poco per esporre il fenomeno compless'o comunque articolato che ho cercato di descrivere.
4) Il suo stile griffato da Soderbergh di Tokio, un'eleganza rigorosa, asettica, distaccata col calore umano, la partecipazion'e il coinvolgimento emotivi che, a differenza d'Ozu e Kurosawa, scaturiscono solo dal resoconto delle vicende narrate (l'incontro/confronto fra i 3 giovani che alla fine diventano consapevoli del "Plan 75"), è reso ancora più impervio dal montaggio di scene brevissime, con gl'eventi appen'accennati e faticosi da riorganizzare.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/10/2023 09.33.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/06/2023 16:17:45
   7½ / 10
Il Giappone e l'Italia sono nazioni tanto lontane per distanza e cultura eppure non si può non notare molte similitudini nell'evoluzione storica dal secondo dopoguerra in poi. Un paese ricostruito, boom economico che ha portato benessere a tutto il paese fino a diventare attualmente fra le nazioni con la popolazione più vecchia del mondo, piena di ultracentenari e con tassi di natalità ai minimi termini. Questo può essere stato lo spunto per un film ambientato non in un futuro distopico ma un presente distopico in cui il governo giapponese istituisce un programma che permette agli ultra 75enni di praticare l'eutanasia grazie ad un buon sostegno economico. E' un film ricchissimo di spunti, peraltro affrontati in assenza di qualsiasi tono retorico, in cui tale scelta, se così vogliamo dire, è una specie di obbligo/sacrificio perchè induce gli anziani, in maniera molto sottile e sotterranea, a percorrere tale via. Se c'è un elemento molto efficace di questo film è il senso di inutilità ed abbandono sociale nei confronti degli anziani. Lo si percepisce in maniera tangibile. Tre storie parallele di personaggi che convergeranno in uno dei luoghi deputati al termine della prorpia vita. Un'anziana sola, un impiegato addetto alle pratiche per il Piano 75 che incontr lo zio che non vedeva da 20 anni e di un'infermiera filippina che lavora in queste strutture di termine vita. Uno straniero osservatore di una pratica tanto asettica quanto disumana. L'eutanasia deve essere una scelta, non un'induzione all'individuo a porre alla propria vita. Un buon film, non proprio allegro, ma che mette sul tavolo molta materia per riflettere.

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